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Tecniche antiribaltamento: come verificare tiranti e catene

Una delle tecniche di antiribaltamento più comuni è quella dell’inserimento di un tirante. Ma come si effettua la verifica di un tirante? Vediamo in questo articolo i 5 criteri da seguire insieme alle capacità e meccanismi di rottura.

Gli strumenti di calcolo per ristrutturare con gli interventi locali

Per cosa vengono utilizzati i tiranti? Questo sistema di rinforzo si utilizza per ripristinare la stabilità o mettere in sicurezza una parete in muratura.

Modelliamo innanzitutto la parte con materiale e geometria usando il software TRAVILOG, che permette di verificare qualsiasi tipologia di tirante in maniera rapida e precisa. Definiamo poi il tipo di tirante e il sistema di chiusura. Per quanto riguarda il capochiave si può scegliere tra una piastra circolare, rettangolare o il sistema a paletto.

Quando si esegue la verifica bisogna distinguere le capacità del tirante da quelle della muratura:

  • Per il tirante consideriamo la resistenza a trazione del tirante in acciaio;
  • Per la muratura, invece, la resistenza a taglio della parete secondo tre distinti meccanismi di rottura;
  • Infine, per il capochiave confrontiamo la tensione che si sviluppa nel sistema di chiusura con la tensione di calcolo a snervamento dell’acciaio.

Quando si esegue la verifica del tirante?

Il primo passo, naturalmente, è eseguire un esame accurato della parete in muratura. Nello specifico si conduce un’analisi globale o un’analisi dei meccanismi locali di collasso. A valle di questa indagine potrebbe risultare che la parete in muratura non sia in grado di resistere alle azioni fuori piano.
Quali sono i meccanismi di rottura tipici per queste incapacità della parete in muratura? Ne possiamo individuare due: il ribaltamento fuori piano o anche le flessioni verticali causate da un’inconsistente capacità di collegamento dei solai o dalla presenza di azioni spingenti.

Come si contrastano questi meccanismi di rottura? Nella parete da ripristinare, in almeno due punti, si inserisce in genere un sistema di tenuta alle azioni fuori piano: vale a dire le catene o i tiranti.
Si tratta di sistemi di tenuta che offrono resistenza alla trazione. Dispongono quindi di un contrasto a mezzo di un puntone, come ad esempio un muro di spina o un solaio.

Le verifiche di un tirante e le NTC

Ci si potrebbe chiedere se sia sufficiente limitarsi alla verifica, per il tirante, della sola azione di trazione. La risposta è no: per ogni intervento strutturale bisogna considerare tutti gli elementi che concorrono al sistema resistente.

È pertanto opportuno riprendere le indicazioni delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018 e della Circolare applicativa n. 7 del 2019. Da queste innanzi tutto deduciamo che il sistema di rinforzo applicato si può considerare un intervento locale.
Non solo, sempre dai due documenti indicati in precedenza, è possibile anche capire che scelte effettuare per le pratiche sismiche da compilare per i vari ambiti locali.
Oltre ad aver citato le prescrizioni normative è bene ricordare anche che nella verifica di un tirante bisogna considerare tutte le parti del sistema di rinforzo.

Tipicamente si tratta di un sistema in carpenteria metallica composto da:

  • una catena, ovvero una barra circolare o rettangolare;
  • un capochiave che può essere irrigidito con sistemi di nervatura.

Ricapitolando sarà necessario verificare questi elementi:

  • tirante – resistenza a trazione;
  • capochiave – resistenza a taglio e flessione;
  • muratura – resistenza a taglio;

PER I 5 CRITERI DI VERIFICA DEI TIRANTI, CONTINUA A LEGGERE

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