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Correttivo Appalti, ci siamo: tutte le modifiche chieste dal Parlamento

Correttivo Appalti: le commissione parlamentari hanno trasmesso al Governo un dettagliato parere con le modifiche richieste. Giudicati fuori delega appalto integrato per le urgenze, terna subappaltatori facoltativa e appalti in house dei concessionari. I tecnici progettisti della PA devono poter firmare i progetti, anche se sprovvisti di abilitazione, se svolgono il servizio da almeno cinque anni

Ora manca solamente l'ultimo via libera del Governo, previsto nel CDM della settimana prossima poiché il Correttivo Appalti va posto alla firma del presidente della Repubblica entro il 19 aprile (data scadenza delega): le ultime modifiche al testo del Correttivo arrivano direttamente dal Parlamento, con un parere ad hoc che arriva dopo l'intesa raggiunta in CU e l'altro parere, quello del Consiglio di Stato. Sono ben 83, le condizioni poste dalle commissioni parlamentari per dare l'ok al Correttivo Appalti. Vediamo le novità sostanziali.

Novità fuori delega e necessità di stabilità per almeno tre anni
Nel parere sono giudicate fuori delega tre novità del Correttivo, ossia l'appalto integrato per le urgenze, l'indicazione facoltativa della terna dei subappaltatori e le aperture rispetto all'obbligo di affidare con gara almeno l'80% degli appalti dei concessionari autostradali. Poi, la questione dei limiti temporali su ulteriori valutazioni e modifiche al Codice: nel parere si legge chiaramente che "il parlamento dovrà valutare l'opportunità di verifiche a cadenza triennale, così come segnalato anche dal Consiglio di Stato nel suo parere".

Appalto integrato e progettazione
Altro snodo cruciale. La possibilità di reintroduzione dell’appalto integrato per i lavori a prevalente contenuto tecnologico e per le urgenze, prevista dal Correttivo, viene bocciata dal Parlamento perché “amplia eccessivamente le possibilità di ricorso all'appalto integrato, laddove la legge delega all'articolo 1, comma, 1, lettera oo), richiede una limitazione radicale di tali possibilità”. Inoltre, va ridotta a 12 mesi la "sanatoria" per mandare in gara i progetti definitivi già approvati - con la specifica indicazione di un ok ricevuto in via definitiva dall'organo competente - alla data del 19 aprile 2016. Tra le "condizioni" c'è poi anche quella di cancellare la possibilità di affidare su progetto definitivo, invece che su esecutivo, gli appalti relativi ai partenariati per l'innovazione e al dialogo competitivo.

Progettazione e tecnici diplomati delle PA
Si chiede un tetto di 2.5 milioni per le opere di manutenzione da appaltare sulla base di un progetto semplificato. Capitolo progettisti interni della PA: il parere specifica che devono poter firmare i progetti, anche se sprovvisti di abilitazione, se svolgono il servizio da almeno cinque anni. La modifica, pertanto, si somma ai dubbi già espressi dal Consiglio di Stato sulla misura del decreto che impone l'obbligo di abilitazione all'albo professionale per i progettisti della PA.

Subappalto
Ok al limite del 30% alle sole lavorazioni della categoria prevalente e non a tutte le lavorazioni: in pratica, il tetto del 30% va calcolato sull'intero ammontare dell'appalto. Si richiede di chiarire che i lavori pubblici potranno essere subappaltati soltanto alle imprese qualificate ad eseguirli, e di indicare espressamente la terna dei subappaltatori in sede di offerta per tutti gli appalti sopra soglia e per tutte le attività a rischio.

Massimo ribasso
Si va verso la richiesta di cancellare l'autorizzazione a usare il massimo ribasso per questioni di urgenza, aggiungendo un tetto del 30% al punteggio attribuibile allo sconto economico nelle offerte economicamente più vantaggiose. Si chiede, inoltre, di valutare la possibilità di elevare il limite di un milione di euro attualmente previsto per l'applicazione del criterio del minor prezzo nei contratti di lavori, come peraltro richiesto anche da comuni e regioni in sede di Conferenza Unificata.

Offerta economicamente più vantaggiosa
Rispetto al criterio dell'OEPV, si chiede di prevedere un limite massimo del 30% come peso attribuibile all'offerta.

Opere sotto soglia
Per le opere sotto il milione di euro, si chiedono novità divise per gradi: per quelle comprese tra i 40 mila e i 150 mila euro (appena sopra l'affidamento diretto), viene alzato da cinque a 15 il numero di imprese da invitare alle trattative private nei lavori. Per servizi e forniture si passa invece da cinque a dieci. Sempre nelle procedure negoziate sotto al milione "prive di interesse transfrontaliero" viene poi previsto l'ok alla riserva del 50% per la partecipazione alle gare delle Pmi locali, chiesta da Comuni e Regioni.

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