Data Pubblicazione:

Federlegnoarredo presenta il primo rapporto sulla filiera: +2,2% la produzione del 2016 sul 2015

Federlegnoarredo presenta il primo rapporto sulla filiera: +2,2% la produzione del 2016 sul 2015

Orsini: il mondo dell'edilizia ha bisogno di un elettroshock

La filiera del legno-arredo è un sistema sano, che ha saputo affrontare la crisi e, visti i segnali di miglioramento, si sta mettendo in una posizione di rilancio. È la prima considerazione che emerge dall' articolato rapporto realizzato per la prima volta da FederlegnoArredo sulla filiera italiana composta da 79mila imprese in cui lavorano 320mila addetti.
 
Nel dettaglio la produzione nel 2016 è cresciuta complessivamente del 2,2 per cento sul 2015, raggiungendo un fatturato di circa 41 miliardi di euro, mentre il 38 per cento della produzione è stata esportata per un valore di 15,3 miliardi di euro.
 
«Non potevamo fare a meno di mappare il territorio per Regioni - ha detto il presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini nel corso della presentazione del rapporto - e questo ci è servito per capire sia i nostri punti di forza, quindi avere ben chiaro quanto sia importante il comparto della Lombardia, del Veneto, del Friuli e delle Marche, ma anche per valutare i punti di debolezza, perché così riusciamo ad aiutare i nostri associati a crescere. Inoltre è uno strumento per far capire al Governo quanto è importante la filiera del legno-arredo e che cosa rappresenta anche nel mondo».
 
 
Dal 2007 a oggi infatti l'export è stata l'ancora di salvezza per molte realtà del settore e le aziende italiane dimostrano una maggiore competitività sui mercati extra UE dove il Made in Italy è ricercato. Le vendite all’estero nei primi tre mesi del 2017, secondo quanto riporta il Centro studi di FederlegnoArredo, sono infatti aumentate del 5% rispetto allo stesso periodo del 2016 e la crescita dell’export della filiera nel suo complesso è superiore a quella del solo comparto arredamento, il cui export è aumentato del 4,2%. Francia, Germania e Regno Unito sono le principali destinazioni dei prodotti italiani, seguite da Stati Uniti, Svizzera, Spagna, Russia e Cina. «Qualche preoccupazione oggi l'abbiamo sull'Iran, per i movimenti geopolitici che ci sono - ha detto Orsini - ma allo stesso tempo crediamo ci possa essere una riapertura sulla Russia che è un mercato molto importante per quel che riguarda il mondo del classico e dell'arredamento».
 


MACROSISTEMI: ARREDAMENTO E LEGNO-EDILIZIARREDO
Nel 2016 la produzione complessiva del macrosistema arredamento è stata di 26,347 miliardi di euro con un incremento del 2,5 per cento sul 2015, mentre il macrosistema legno-edilizia-arredo si è attestato a 11,7 miliardi di euro registrando un incremento del 2,1 per cento. Nel dettaglio, il sistema prime lavorazioni, è cresciuto del 1,5 per cento beneficiando di un incremento delle esportazioni e consolidando le vendite sul mercato interno. Il sistema pannelli è cresciuto del 3 per cento, quello dei prodotti per l'edilizia dell'uno per cento per via delle esportazioni e una sostanziale stabilità del mercato interno, mentre il comparto delle finiture (porte, finestre, pavimenti) ha registrato un più 1,2 per cento, soprattutto grazie al mercato interno, mentre sono in calo le esportazioni.


IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI
«Tra i comparti della Federazione, quello che segue l'edilizia ora fa più fatica - ha precisato il presidente Orsini - siamo passati da 249mila permessi di costruire nel 2007 a 40mila permessi nel 2016, quindi è logico che tutto il mondo delle finiture stia soffrendo. Per questo ci faremo carico di chiedere al Governo di poter inserire all'interno del Bonus mobili o del provvedimento di ristrutturazione, il mondo delle porte e dei pavimenti in legno - ha continuato - che sono fondamentali e che ora stanno perdendo pezzi importanti, abbiamo la necessità di aiutare questo comparto che ora è in grande difficoltà». Proprio il Bonus Mobili, che a fine 2016 ha generato un fatturato di oltre 4 miliardi di euro salvando 10mila posti di lavoro, insieme all'Ecobonus, hanno dimostrato che è possibile creare strumenti efficaci di politica industriale per le piccole medie imprese italiane.
Il mondo italiano delle costruzioni dall'inizio della crisi ha vissuto una progressiva contrazione: tra il 2007 e il 2016 la perdita è misurabile in oltre il meno 22 per cento in valori correnti, meno 55 per cento se si guarda al solo comparto della nuova edilizia residenziale.
 
«Il settore dell'edilizia ha bisogno di un elettroshock - ha aggiunto Orsini - credo che parlando solo di periferie non si possa crescere il volume necessario per il comparto edile». «Siamo stati molto attenti al piano presentato per la riqualificazione urbana delle periferie - ha precisato - però credo che questo non vada a impattare sul monte nazionale delle aziende medio piccole che abbiamo, ma credo si fermi a quelle grandi imprese strutturate e la necessità invece è di far ripartire il Paese, ma in modo capillare». Sul Sisma bonus, Orsini ha dichiarato che «provare a inserire nel provvedimento anche la demolizione per noi sarebbe fondamentale, riuscirci vuol dire generare e mettere a nuovo i fabbricati e penso che su questo il Governo stia accogliendo le istanze di Ance, appoggiate anche da noi, perché logicamente nel mondo delle costruzioni entra sia il mondo delle strutture in legno portanti ma anche tutto il mondo delle finiture che noi rappresentiamo». Interpellato dai giornalisti Orsini ha poi precisato che si potrebbe dare una scossa al mondo delle costruzioni agganciandolo a una rigenerazione per quanto riguarda l'antisismica e creando «un sistema di premialità per chi demolisce una struttura». Per esempio: «se chi abita in un condominio decide di ricostruire casa usa il sisma bonus per demolirla e a quel punto si potrebbe legare una premialità perché si possa fare un piano in più da destinare, a esempio, all'inserimento dei figli o per rivenderlo per poter riuscire a fare la ristrutturazione».