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Italia, nuovo monito Ue su acque reflue: ultimo richiamo

A seguito della condanna del 2014, Italia ancora non conforme

La Commissione Ue invita l'Italia a conformarsi alla sentenza della Corte di Giustizia (del 10 aprile 2014 - causa C-85/13) che nel 2014 l'ha condannata per aver violato gli obblighi sul trattamento delle acque reflue urbane non avendone garantito raccolta e trattamento adeguati.

Lo ha stabilito la Commissione europea che invita il nostro Paese a conformarsi pienamente alla sentenza della Corte di giustizia dell'UE del 10 aprile 2014 (causa C-85/13).

"Nonostante i progressi compiuti, 14 agglomerati non risultano ancora in regola" e dopo quattro anni "la commissione si appresta a inviare un ultimo richiamo all'Italia prima di deferire il caso alla Corte e sollecitare sanzioni pecuniarie"

La direttiva 91/271/CEE prevede che gli Stati membri provvedano affinché tutti gli agglomerati (città, centri urbani, insediamenti) con una popolazione di oltre 10.000 abitanti e che scaricano acque reflue in aree sensibili effettuino correttamente la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane.

L'Italia dispone di due mesi per rispondere alla lettera di costituzione in mora.