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Terremoto 2016, finiti o no i fondi per i comuni colpiti? Rimpallo tra Regione Marche e Protezione Civile

La Prot. Civile della Regione Marche scrive ai comuni di non prendere nuovi impegni di spesa, ma la Protezione Civile smentisce tutto: nessun blocco dei fondi per l’autonoma sistemazione e per le spese emergenziali

Terremoto 2016: è caos sui fondi

E' ufficialmente aperto il "caso fondi per i comuni colpiti dai terremoti in Centro Italia del 2016 e 2017". Dopo le notizie del pomeriggio di ieri (11 ottobre), che riportavano la fine dei fondi con conseguente stop a contributi agli sfollati e demolizioni, tanto da far scrivere alla Regione Marche una preoccupata lettera ai proprio comuni dall'oggetto "non prendete nuovi impegni di spesa", la Protezione Civile (Dip. Centrale) ha risposto stamattina (12 ottobre) sul suo sito.

L'allarme della Regione Marche

Tutto nasce dalla richiesta, da parte della Regione Marche, di nuovi fondi al Dipartimento della Protezione Civile, che gestisce la contabilità dell’emergenza sisma. In risposta, è arrivata una lettera del Servizio Protezione Civile della Regione Marche inviata nei giorni scorsi a tutti i Comuni, chiedendo loro di non autorizzare nuovi impegni di spesa.

Sul Corriere della Sera, in merito, si leggeva che: "Lo stop ai fondi sembra dipendere dalle decisioni del Governo, che in vista della Legge di Bilancio e della programmazione dei fondi per il 2019 pare abbia chiuso il rubinetto. Pare, perché lo stato delle comunicazioni tra il governo e le regioni è di fatto interrotto. I quattro governatori hanno chiesto un incontro congiunto al premier sin dal momento del suo insediamento a Palazzo Chigi, hanno reiterato la richiesta pochi giorni fa, ma al momento non hanno ancora avuto nessuna risposta. Né i governatori sono riusciti a incontrare il nuovo Commissario alla Ricostruzione, Piero Farabollini, nominato dal governo circa una settimana fa. “Stante l’attuale indisponibilità di cassa” premette Davide Piccinini, direttore della Protezione Civile delle Marche nella lettera, i soggetti attuatori, cioè comuni, diocesi e ora anche le università, “avranno cura di completare i rapporti contrattuali in essere… evitando la sottoscrizione di ulteriori obbligazioni al fine di scongiurare possibili problematiche erariali“.

L’unica eccezione riguarda “edifici e beni culturali ricadenti all’interno delle zone rossa perimetrate”.

La nota della Protezione Civile

Non si è fatta attendere la risposta/precisazione del Dipartimento centrale della Protezione Civile. Ecco il testo della nota:

"in riferimento alla nota della Regione Marche indirizzata ai comuni colpiti dal sisma del 2016, alle Province e alle Diocesi marchigiane e relativa alla gestione della contabilità speciale, il Dipartimento della Protezione Civile precisa che i fondi destinati alla copertura delle spese per il pagamento del contributo di autonoma sistemazione, per la realizzazione delle strutture abitative di emergenza, per gli interventi di messa in sicurezza, per il ripristino della viabilità e per le altre spese emergenziali sono sempre state garantiti e continueranno ad esserlo.

Il trasferimento delle risorse nelle contabilità speciali è subordinato alla predisposizione da parte delle Regioni e dei Soggetti Attuatori della rendicontazione delle spese sostenute, al fine di garantire la corretta gestione delle risorse finanziate attraverso il Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea.

È opportuno sottolineare che il pagamento del contributo di autonoma sistemazione – la misura destinata alle famiglie e ai singoli cittadini la cui abitazione si trova in zona rossa, oppure è stata distrutta in tutto o in parte, o è stata sgomberata in seguito ai terremoti che hanno colpito l’Italia centrale – non è legato alla permanenza dello Stato di Emergenza, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2018.

Si precisa, inoltre, che il Governo valuterà - nei tempi e nei modi previsti dalla legislazione vigente - l’eventuale proroga dello Stato di Emergenza per la quale il Dipartimento della Protezione Civile ha già quantificato il fabbisogno economico".