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Smart Home: il mercato italiano vale 530 milioni di euro e cresce del 40%

L'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i risultati della ricerca sulla Smart Home: tutti i numeri del mercato italiano.

L'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i risultati della ricerca sulla Smart Home: la crescita è buona, ma in valore assoluto l'Italia rimane ancora indietro rispetto a Germania, UK e Francia. 

Il consumatore sembra più ricettivo alle nuove offerte per la casa, ma è preoccupato per i rischi privacy e sicurezza informatica. Nel frattempo il mercato è pronto per lanciare servizi più evoluti.

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Che cos'è una Smart Home

In una Smart home (casa intelligente) è possibile gestire in automatico o da remoto gli impianti e i dispositivi dell'abitazione per il risparmio energetico, il comfort e la sicurezza. Le principali applicazioni IoT per la casa intelligente riguardano a esempio:

  • assistenza agli anziani
  • regolazione della climatizzazione
  • accensione o spegnimento degli elettrodomestici
  • gestione degli scenari, delle tapparelle o delle tende
  • regolazione del colore o dell'intensità dell'illuminazione
  • monitoraggio dei dispositivi elettrici
  • controllo della salubrità della casa
  • videosorveglianza e videocitofonia
  • serrature intelligenti
  • smart home speaker. 

Smart Home, il mercato italiano a quota 530 milioni: 8,8€/abitante

Nel 2019 il mercato delle soluzioni Internet of Thing (IoT) per la casa connessa ha registrato un elevato tasso di crescita (+40%) rispetto al 2018 arrivando a toccare quota 530 milioni di euro, che corrispondono a 8,8 euro per abitante.

Il trend di crescita è paragonabile a quello dei principali paesi europei, anche se il divario da colmare è ancora ampio rispetto a Germania (2,5 miliardi di euro e 30,2 €/abitante), Regno Unito (2,5 miliardi e 37,6 €/abitante) o alla Francia (1,1 miliardi e 16,4€/abitante).

Il mercato inoltre, è più maturo e numerose aziende stanno lavorando al lancio di nuovi servizi per la Smart Home: dal pronto intervento garantito da aziende di vigilanza in caso di furto, al supporto per la riduzione dei consumi energetici fino al riordino automatico dei prodotti di cui si stanno esaurendo le scorte.

«L’Intelligenza artificiale abilita nuove funzionalità e nuovi servizi – afferma Giovanni MiragliottaResponsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Oltre agli smart home speaker, in cui è fondamentale la componente AI di comprensione del linguaggio, ci sono numerosi esempi di applicazione in ambito sicurezza, con algoritmi di riconoscimento facciale che potenziano le telecamere di sorveglianza. Nel comfort, con soluzioni per la regolazione dell’ambientazione luminosa, sonora e della temperatura in base alle abitudini delle persone e alle condizioni climatiche. E nell’assistenza ad anziani e persone fragili, con sensori che possono raccogliere dati in vari ambienti della casa per comprendere le abitudini degli occupanti e mandare segnali di allarme in caso di comportamenti anomali».

In alcuni casi cambia anche la strategia di comunicazione e vendita: il focus non è più solo sull'oggetto connesso, ma sul servizio e sui bisogni.

La ricerca in sintesi

Le soluzioni più vendute per la casa intelligente 

Le soluzioni per la sicurezza si confermano al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa.

In seconda posizione, gli smart home speaker, 95 milioni di euro pari al 18% del mercato, che nel 2019 hanno continuato a trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa.

Crescono anche gli elettrodomestici, di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart, ma sono i piccoli, come a esempio i robot aspirapolvere, a registrare un boom di vendite.

Subito dietro al podio si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico e comodità.

Seguono le casse audio e le lampadine connesse (35 milioni di euro, 7%), spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.

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Le tecnologie: l'ingresso degli Over the Top nel settore Smart Home

L’ingresso degli Over the Top (OTT) nel settore del Smart Home ha portato numerose novità, nuovi casi d’uso e nuove tecnologie a questi dedicate. Amazon, a esempio, ha rilasciato un nuovo protocollo con l’obiettivo di offrire connessioni a consumi, costi e banda ridotti su distanze in cui WiFi e Bluetooth non garantiscono la copertura, per fornire applicazioni adatte a spazi aperti come l’illuminazione degli ambienti esterni, la rilevazione dei movimenti e la localizzazione degli animali domestici. Apple prevede l’inserimento di un chip Ultra Wide Band (UWB) all’interno dell’iPhone 11, con applicazioni in termini di controllo degli accessi (utilizzando lo smartphone come passepartout) all’interno della casa.

«Per accelerare lo sviluppo del mercato della Smart Home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance hanno progettato una struttura open-source (Connected Home over IP - CHIP) capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili fra loro e con gli assistenti vocali - commenta Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Le precedenti iniziative congiunte non hanno avuto il successo sperato, ma questo progetto punta sull’approccio open-source e sulla forza degli Over-The-Top per imporsi sul mercato».

Le soluzioni di BTicino per la Smart Home

Ariston, tra i partecipanti al convegno, ha sottolineato l’importanza di offrire soluzioni sempre più connesse, a esempio con la caldaia a condensazione Ariston Alteas One Net, un prodotto con connettività integrata di serie, che coniuga efficienza, prestazioni eccellenti e Made in Italy.

Grazie all’app Ariston NET, l’applicazione che offre ai consumatori la serenità di una caldaia sempre sotto controllo, è possibile gestire l'impianto a distanza, monitorarne i consumi (per un risparmio economico) e far sì che sia costantemente vigilato dal centro di assistenza di fiducia.

Infine, sempre grazie alla connettività smart di cui è dotata, Alteas One Net può essere comandata e regolata tramite il controllo vocale di Amazon Alexa e Google Assistant.

Ariston Net: l'app per gestire da remoto la caldaia di casa

Gewiss, player nel mercato della Home&Building Automation, ha proposto lo Smart Gateway per la gestione della casa domotica, una tecnologia che utilizza la piattaforma Cloud per consentire a diversi protocolli d’impianto di comunicare tra loro.

Smart Gateway: la soluzione di Gewiss per l'integrazione degli oggetti connessi nella Smart Home

I canali di vendita: l'avanzata dei retailer online e multicanale

Il 2019 segna il sorpasso dei nuovi canali di vendita.

La filiera tradizionale, composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori, continua a svolgere un ruolo importante veicolando prodotti e servizi per circa 210 milioni di euro, ma perde terreno in termini di quote di mercato, passando dal 50% del 2018 al 39% di quest’anno, penalizzata da un atteggiamento ancora in larga parte conservativo da parte degli installatori.

Si segnalano invece i primi casi interessanti di distributori che hanno dato vita a veri e propri showroom dedicati alla Smart Home, che possono essere utilizzati per fare formazione sul tema verso queste figure, con i produttori che sfruttano sempre più il canale online per raggiungere direttamente il consumatore finale.

A trainare il mercato negli ultimi dodici mesi sono gli eRetailer (150 milioni di euro, +90%) e i retailer multicanale (100 milioni, +39%), che sulla spinta delle vendite degli assistenti vocali raggiungono complessivamente un valore di 250 milioni di euro, pari al 47% del mercato.

L’anno appena concluso è stato molto positivo anche per le telco, che grazie agli sforzi in termini di semplificazione dell’offerta (soluzioni gestibili da App e pagamenti mensili), apertura di nuovi servizi (come i dispositivi per localizzare gli animali domestici e i wearable per monitorare gli anziani) e integrazione dell’offerta tradizionale con i nuovi oggetti smart, sono cresciute del 140% rispetto al 2018, toccando quota 50 milioni di euro. Utility e assicurazioni, invece, non hanno compiuto il salto di qualità che ci si attendeva lo scorso anno, mantenendo un peso marginale nel mercato (appena il 4% complessivo).

I consumatori: cresce il "fai da te" e il timore per la privacy

La diffusione degli oggetti smart nelle case degli italiani è stabile rispetto al 2018, ma aumenta il numero di dispositivi posseduti, con sensori per porte e finestre (presenti nelle case del 16% del campione), telecamere (15%), altoparlanti e casse audio (14%) ai primi posti, seguiti da videocitofoni e serrature (12%), soluzioni per il riscaldamento (9%), assistenti vocali (8%), lampadine (8%), grandi elettrodomestici (7%) e caldaie (6%).

Sempre più consumatori sono in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati, senza l’aiuto di un professionista (64% dei rispondenti, +10% rispetto al 2018) e l’utilizzo delle funzionalità smart da parte degli utenti (65%, +7%). 

Crescono anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy: il 54% è restio a condividere i propri dati personali.

«Sono però ancora pochi i consumatori che si dichiarano interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home nel 2020 – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Per aumentare le vendite occorre migliorare i servizi di installazione e formare adeguatamente il personale dei negozi per aiutare i consumatori in cerca di informazioni e consigli. È necessario poi lavorare sull’esperienza utente, sulla comunicazione dei benefici e rassicurare i consumatori sull’utilizzo dei dati raccolti». 


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