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CURA: un progetto open-source per ospedali nell’emergenza COVID-19

La prima unità del progetto CURA è stata costruita e installata a Torino. Al progetto sta lavorando una task force internazionale di esperti. Tutti i dettagli del progetto

A sole quattro settimane dal lancio di CURA - l'iniziativa internazionale open source per convertire container marittimi in stanze di terapia intensiva pronte all’uso per pazienti affetti da coronavirus - la prima unità è stata costruita e installata in Italia, in un ospedale temporaneo a Torino, con il sostegno di UniCredit. Ogni modulo CURA è veloce da montare come una tenda ospedaliera, ma sicuro come un reparto di isolamento, grazie a un sistema di biocontenimento con pressione negativa. Altre unità sono in costruzione in giro per il mondo. 

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Container marittimi convertiti in unità di terapia intensiva pronte all'uso. Installata la prima unità di CURA a Torino

Mentre la pandemia di COVID-19 si diffonde in sempre più Paesi, un gruppo internazionale di designer, ingegneri, medici ed esperti militari ha unito le proprie forze e ha lavorato a CURA: un progetto open-source per rendere più efficiente la costruzione di nuove unità di terapia intensiva.

Il primo modulo del sistema CURA (acronimo per “Connected Units for Respiratory Ailments”, ovvero “Unità connesse per le malattie respiratorie”) è stato installato in Italia, grazie al sostegno di UniCredit. Dal 19 aprile 2020 inizierà ad accogliere pazienti all’interno di un nuovo ospedale temporaneo allestito a Torino, in una delle regioni più colpite dalla pandemia.

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Credits © Max Tomasinelli

Il sistema CURA fornisce unità di terapia intensiva all’ospedale temporaneo torinese messo in funzione dalle autorità sanitarie nell’ex complesso industriale delle OGR che oggi dispone già di circa 90 posti letto. Il container CURA è dotato di tutte le strumentazioni mediche necessarie per accogliere due pazienti affetti da coronavirus, inclusi ventilatori polmonari, supporti per fluidi endovenosi e pompe-siringhe. L’unità è accessibile tramite un corridoio gonfiabile che può servire anche come spogliatoio. In altri contesti, il corridoio gonfiabile potrebbe essere usato per collegare più container CURA, andando a creare configurazioni modulari, in prossimità di un ospedale o anche come strutture indipendenti.

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Credits © Max Tomasinelli

Ogni unità di CURA funziona in modo autonomo ma la configurazione può essere multipla

Il progetto utilizza container riconvertiti per creare stanze di biocontenimento trasportabili in qualsiasi città del mondo, così da rispondere con prontezza alla propagazione della malattia e alla carenza di postazioni nelle terapie intensive degli ospedali.

Credits © Squint/Opera

CURA consiste in una unità compatta di terapia intensiva per pazienti con malattie respiratorie, alloggiata all’interno di un container intermodale a biocontenimento (grazia a un sistema a pressione negativa), della lunghezza di circa 6 metri.

Ogni unità funziona in autonomia e può essere spedita ovunque. I container sono connessi da una struttura gonfiabile e possono generare configurazioni modulari multiple (da 4 a oltre 40 posti letto).

Alcune unità potrebbero essere posizionate in prossimità di un ospedale (ad esempio in un parcheggio) per aumentare il numero di postazioni di terapia intensiva. Altre unità potrebbero essere utilizzate per creare infrastrutture autonome di dimensioni variabili.


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Gli obiettivi del progetto open source CURA

CURA punta a migliorare l'efficienza delle attuali soluzioni per la progettazione di ospedali da campo, adattandole ai bisogni della pandemia da coronavirus. Nelle ultime settimane, di fronte alla crescita del numero di pazienti con gravi sindromi respiratorie, spesso con bisogno di ventilatori polmonari, molti ospedali nei paesi più colpiti dal COVID-19, dalla Cina all'Italia, dalla Spagna agli Stati Uniti, si sono trovati in difficoltà ad accrescere il numero delle postazioni in terapia intensiva. Comunque si evolva la pandemia nei prossimi mesi, si prevede che a livello internazionale sarà necessario un numero aggiuntivo di unità di terapia intensiva.

Fino ad oggi, la risposta all'emergenza, sia in Cina che in Italia, ha seguito due strade. Da un lato, la creazione di strutture temporanee come tende ospedaliere. Dall’altro, la costruzione di unità prefabbricate di biocontenimento. Se quest'ultima opzione richiede un notevole dispiego di tempo e risorse, la prima opzione ha dimostrato di esporre il personale sanitario a rischi di contagio più elevati, oltre a mettere a dura prova le operazioni quotidiane, soprattutto sul lungo periodo.

Traendo il meglio dalle due alternative, il sistema CURA  punta a essere rapido da installare come una tenda ospedaliera, ma sicuro per le attività mediche come un reparto di isolamento di un ospedale, grazie a dispositivi di biocontenimento. Il progetto segue le linee guida rilasciate dalle autorità cinesi per la lotta al COVID-19 negli ospedali, al contempo rendendone più veloce l’esecuzione.

Il sistema CURA è concepito come una soluzione pronta all'uso. Ogni container può essere trasportato in diversi modi - nave, ferrovia, su gomma - ed essere riutilizzato in ogni parte del mondo, rispondendo alle esigenze e alla capacità dell'infrastruttura sanitaria locale.

CURA è stato sviluppato con un approccio open source. Le specifiche tecniche e i disegni e materiali architettonici sono accessibili in modo gratuito in rete alla pagina dedicata su curapods.org. In quanto impresa collettiva, il progetto si è rivelato anche come un’opportunità per testare nuovi metodi di progettazione collaborativi.
Dal momento del lancio, a fine marzo 2020, più di duemila persone hanno manifestato interesse e contattato il gruppo di lavoro di CURA per partecipare al progetto, riprodurlo o proporre suggerimenti tecnici.

Mentre il primo prototipo diventa operativo in Italia, altre unità sono attualmente in fase di realizzazione nel mondo, dagli Emirati Arabi al Canada.


CURA-Connected Units for Respiratory Ailments - CREDITS 

La prima unità di CURA, realizzata con il sostegno di UniCredit, è stata costruita e installata presso l’ospedale temporaneo alle OGR di Torino.

La lista delle persone e delle organizzazioni che hanno contribuito a CURA:

CRA-Carlo Ratti Associati con Italo Rota (Design e Innovazione), Istituto Clinico Humanitas (Ingegneria medicale), Policlinico di Milano (Consulenza Medica), Jacobs (Alberto Riva - Master Planning, Design, Costruzione e Supporto ai Servizi Logistici), MIT Senseable City Lab (Ricerca), Studio FM Milano (Identità visiva e graphic design), Squint/Opera (Digital Media), IEC Engineering (Fulvio Sabato - Sicurezza e certificazioni), Alex Neame - Team Rubicon UK (Logistica), Ivan Pavanello - Projema (MEP Engineering), Dr. Maurizio Lanfranco - Ospedale Cottolengo (Consulenza Medica), Philips (Fornitura di attrezzatura medicale), Gruppo Boero (Prodotti vernicianti)

CURA è supportato dal World Economic Forum, attraverso le piattaforme COVID-19 e Cities, Infrastructure and Urban Services

CURA è un progetto realizzato in modalità open source.
>>> Per condividere idee o suggerimenti o per scaricare le specifiche tecniche: www.CURApods.org