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Federbeton chiede un Piano Marshall per l’industria del cemento

Federbeton scrive al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

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Un supporto finanziario per l'industria del cemento

In una lettera firmata dal suo presidente Roberto Callieri (ad di Italcementi), Federbeton evidenzia al Presidente del Consiglio dei Ministri i pericoli che incombono sugli operatori della filiera cemento: una filiera che conta oltre trentamila addetti. 

«Il comparto – scrive Callieri – non può resistere alla perdita, ormai certa, di tre o quattro mesi di fatturato. L’elevata intensità di capitale, gli investimenti ei costi fissi di struttura della filiera del cemento e del calcestruzzo, devono essere finanziati per evitare la scomparsa di imprese che, alla fine di questa crisi, saranno indispensabili per permettere alla nostra economia di ripartire». 


Guardiamo al futuro

«La filiera rappresentata da Federbeton, forte dei suoi 30mila addetti, produce il materiale da costruzioni più usato e più diffuso, insostituibile nella costruzione delle infrastrutture. Riteniamo, in questa fase, che la spesa pubblica debba essere focalizzata a tutelare la salute, valore primario e irrinunciabile.  Tuttavia, le nostre imprese dovranno riuscire ad arrivare in piedi alla fine di questa emergenza, per dare il loro contributo alla ripartenza, attraverso un nuovo piano Marshall che - ci auguriamo - ci restituirà un Paese più efficiente e produttivo di quello che abbiamo conosciuto prima del Covid-19.Le aziende della nostra filiera sono, inoltre, fortemente radicate sui territori, hanno una consolidata tradizione di dialogo e collaborazione con le Organizzazioni  Sindacali  e  le  Istituzioni  locali,  testimoniata anche  dagli  accordi  per realizzare importanti strumenti di welfare e incisive azioni di sviluppo sostenibile.»

Federbeton rimarca come, in questa fase, la spesa pubblica debba essere focalizzata a tutelare la salute «Ma le nostre imprese – aggiunge – dovranno riuscire ad arrivare in piedi alla fine di questa emergenza, per dare il loro contributo alla ripartenza, attraverso un nuovo piano Marshall che - ci auguriamo - ci restituirà un Paese più efficiente e produttivo di quello che abbiamo conosciuto prima del Covid».


1. Garantire la liquidità

Per sostenere quelle imprese che non beneficiano dell’intervento del Fondo di Garanzia per le PMI è necessario introdurre ulteriori misure che consentano di garantire  nuova  liquidità  e  una  diluizione  nel  tempo  dell’impatto dell’indebitamento.

Si potrebbero prevedere finanziamenti agevolati fino a 30 anni per  sostenere  la  liquidità  delle  imprese.  Le  banche  dovranno  concedere  alle imprese,  grandi  e  piccole,  finanziamenti  finalizzati  a  ricostituire  la  liquidità necessaria per sopperire al calo della domanda e del fatturato e dunque sostenere il pagamento, per almeno un anno, di stipendi, tasse e contributi, oneri sociali, utenze, fornitori, affitti, ecc. 

2.Piattaforma per lo sconto delle fatture relative alle opere pubbliche

È auspicabile – anche con il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti o altro primario istituto finanziario – la predisposizione di una piattaforma informatica attraverso la quale poter scontare, a tasso zero, le fatture delle forniture dei lavori pubblici, quelle sottoposte a tracciabilità dei pagamenti. Si tratterebbe di anticipare finanziariamente investimenti effettuati con risorse pubbliche e sottoposti a un regime rigoroso di controllo, trasparenza e vigilanza.

3.Sospensione immediata di tutti i versamenti fiscali e contributivi in scadenza

a  partire  dal  mese  di  marzo  e  almeno  fino  al  mese  di  settembre,  nonché  la sospensione  di  mutui,  finanziamenti,  leasing. Queste  misure,  già  previste  dal Decreto “Cura Italia” per le PMI, vanno estese anche alle grandi aziende perché la crisi sta colpendo indistintamente tutte le aziende, grandi e piccole. 


Nell’appello si sottolinea anche la tradizione di dialogo e collaborazione con i sindacati e gli Enti locali testimoniata anche dagli accordi per realizzare importanti strumenti di welfare e incisive azioni di sviluppo sostenibile.

«Occorre quindi agire in fretta - scrive Callieri – senza esitazioni o tentennamenti. A tal fine abbiamo elaborato una serie di proposte, che non hanno un effetto economico diretto per le casse dello Stato, chiediamo però con forza un supporto finanziario per permettere alle imprese di evitare il default».  

Fonti: "Il Sole 24 Ore", Federbeton