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Casseforme: la guida per usarle in sicurezza nei cantieri edili

L'Inail ha pubblicato un quaderno tecnico con tutto quello che c’è da sapere su queste attrezzature provvisionali, utilizzate frequentemente in edilizia per contenere il getto di calcestruzzo

L'Inail ha pubblicato un quaderno tecnico con tutto quello che c’è da sapere su queste attrezzature provvisionali, utilizzate frequentemente in edilizia per contenere il getto di calcestruzzo. Il tema è quanto mai interessante, già trattato sul piano della progettazione e realizzazione dal CONSUP nel 2017. Ecco di cosa parla il documento INAIL.

 

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Casseforme: cosa sono e a che servono

Considerato che il calcestruzzo è il materiale - a volte insostituibile - più utilizzato nelle costruzioni è facile comprendere il perchè le casseforme rappresentino un elemento "immancabile" di ogni ogni cantiere. 

Le casseforme sono delle attrezzature provvisionali e sono impiegate per contenere il calcestruzzo nelle fasi di getto e maturazione, al fine di conferire allo stesso la forma. Sono costituite generalmente da sottosistemi, componenti e altri elementi con lo scopo di conseguire configurazioni congruenti con il manufatto da realizzare, e devono resistere a carichi dinamici e statici spesso importanti.

Ecco perchè le casseforme devono essere oggetto di un dimensionamento e di un’analisi funzionale alla realizzazione dell’opera e/o della struttura alla quale sono destinate, e per le casseforme verticali e cioè quelle necessarie per la realizzazione di un manufatto avente inclinazione sull’asse verticale non maggiore di 5° c'è anche una norma Uni, la 11763-1:2019 “Attrezzature provvisionali - Casseforme - Parte 1: Casseforme verticali - Requisiti generali per la progettazione, la costruzione e l’uso”. Non solo, durante il montaggio, l’uso e lo smontaggio delle stesse il lavoratore è soggetto a rischi elevati e deve utilizzare il manuale di uso e manutenzione. Ai fini della riduzione dei rischi è essenziale il contributo del fabbricante, del progettista e dell’impresa esecutrice.

INAIL ha predisposto una guida dedicata proprio a questa tipologia di attrezzature. Il documento fa parte della raccolta dei "Quaderni Tecnici", il cui obiettivo è quello di accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Questi Quaderni forniscono informative basate su leggi, circolari, norme tecniche specifiche e linee guida utili a individuare e perfezionare metodologie operative per il miglioramento delle misure di prevenzione contro i rischi professionali. Sono rivolti a coloro che operano nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili rappresentando un agile strumento sia per l’informazione e la formazione dei lavoratori sia per il miglioramento dell’organizzazione delle piccole e medie imprese.

La guida riguarda sostanzialmente le casseforme verticali statiche (non rampanti) e quindi quelle oggetto della norma UNI 11763-1: 2019

Il documento è stato predisposto con il Coordinamento scientifico di Luca Rossi, ingegnere, ricercatore del Laboratorio cantieri temporanei o mobili del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche presso INAIL, e il contributo di Francesca Maria Fabiani e Davide Geoffrey Svampa, con la collaborazione di Calogero Vitale e i disegni di Massimo Stasi (Eurolit).

 

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Casseforme: Tipologie e composizione

Nel corso degli anni, si è passati da tipologie costituite per lo più da tavole in legno messe in opera in cantiere senza la redazione di calcoli e/o disegni a sistemi specificatamente progettati e composti da sottosistemi, componenti ed elementi prodotti in stabilimento o realizzati in cantiere.

Per la classificazione delle Casseforme il quaderno fa riferimento alla norma UNI 11763-1: 2019, che le distingue in:

  • casseforme prefabbricate;
  • casseforme di più fabbricanti;
  • casseforme allestite in cantiere.

Casseforme prefabbricate

Le casseforme prefabbricate sono allestite in cantiere e realizzate con elementi e componenti prefabbricati. Esse sono assemblate e utilizzate secondo le istruzioni di allestimento, installazione ed uso, redatte dal fabbricante.

Casseforme di più fabbricanti

Le casseforme di più fabbricanti sono allestite in cantiere mediante elementi e componenti prefabbricati, destinati all’impiego come cassaforma, prodotti da fabbricanti diversi.

Casseforme allestite in cantiere

Le casseforme allestite in cantiere sono predisposte con materiali anche diversi ed elementi non specificatamente destinati all’impiego come cassaforma (per esempio: tavole e travetti di legno, profili e lamiere metalliche), privi di documentazione a corredo.

 


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SAIE In Calcestruzzo: l'evento nazionale dedicato al progettare e costruire in calcestruzzo


Tipologie di casseforme

Nel quaderno vengono elencate le varie tipologie di casseforme, da quelle a telaio a quelle modulari, dalle monolitiche alle curvilinee regolabili. Altrettanto dettagliatamente, vengono riportate la loro composizione, che deve necessariamente comprendere la superficie a contatto con il calcestruzzo, un elemento resistente e gli elementi di vincolo.

Le casseforme verticali possono essere distinte in:

  • a telaio,
  • componibili a travi e correnti,
  • a pannelli multistrato,
  • a perdere,
  • modulari,
  • tradizionali,
  • monolitiche,
  • curvilinee regolabili,
  • dedicate.

Gli elementi minimi di cui si compone la cassaforma sono la superficie a contatto con il calcestruzzo, un elemento resistente e gli elementi di vincolo.


Secondo le linee guida del Consiglio Superiore dei LLPP sul Calcestruzzo Strutturale del 2017 le casseforme possono essere classificate in:

  • casseforme verticali, modulari, componibili e non, corredate o non da componenti per le fasi del ciclo di costruzione per il corretto impiego in sicurezza delle stesse attrezzature provvisionali e da sistemi o componenti di puntellamento per la realizzazione fondazioni superficiali, muri, pareti, pilastri pile, spalle, pulvini, ecc.;
  • casseforme orizzontali e/o inclinate, modulari o non, corredate o non da sistemi o componenti di puntellazione e/o di impalcature di sostegno e da componenti per il corretto impiego in sicurezza per la realizzazione di elementi edilizi orizzontali e/o inclinati;
  • casseforme «dedicate» a specifiche realizzazioni, componibili o non, costituite da attrezzature provvisionali atte a contenere ed a sostenere il calcestruzzo durante il getto e la maturazione del calcestruzzo;
  • casseforme a tunnel, idonee a realizzare contemporaneamente elementi edilizi orizzontali e verticali;
  • casseforme a ripresa (dette anche rampanti), i cui dispositivi di sospensione sono ancorati al calcestruzzo precedentemente messo in opera, atte a realizzare strutture verticali, mediante il loro progressivo innalzamento tramite la movimentazione e il sollevamento delle stesse attrezzature provvisionali con apparecchi di sollevamento (gru, autogru, ecc.) o auto- sollevanti con meccanismi idraulici;
  • casseforme scorrevoli, per realizzare opere che si sviluppino in altezza con continuità del ciclo di costruzione e produttivo;
  • casseforme per manufatti prefabbricati in calcestruzzo;
  • casseforme per gallerie e condotte;
  • casseforme per specifiche metodologie costruttive per realizzare ponti, viadotti, infrastrutture, ecc. (attrezzature provvisionali per costruire archi in c.a. e strutture a travata reticolare composta acciaio-calcestruzzo collaborante, attrezzature provvisionali dette «carri varo» per singole travi o conci di travata, attrezzature provvisionali traslabili per la costruzione di impalcati composti in acciaio e c.a. collaborante, attrezzature provvisionali per la costruzione di impalcati a sbalzi successivi per getto in opera, attrezzature provvisionali per la costruzione di impalcati a sbalzi successivi per assemblaggio di conci prefabbricati, casseforme supportate da centine auto-varanti e carri varo per travature prefabbricate o conci di travata in c.a., costruzioni per estrusione di impalcati con tronconi prefabbricati di calcestruzzo o gettato in opera, tramite spinta di traslazione longitudinale degli stessi conci);
  • casseforme per opere portuali;
  • casseforme per opere idrauliche (dighe, canali, ecc.).
  • casseforme scorrevoli, predisposte per realizzare in modo continuo opere che si sviluppano in altezza o lunghezza.

La cassaforma è composta da:

  • una superficie a contatto con il calcestruzzo,
  • un elemento resistente,
  • elementi di vincolo,
  • elementi di stabilizzazione alle azioni ribaltanti,
  • elementi di vincolo alla base della cassaforma,
  • accessori di sollevamento,
  • elementi di connessione,
  • attrezzature di servizio e di protezione,
  • attrezzature per l’accesso.

Le attrezzature di servizio e di protezione sono costituite da passerelle di servizio, impalcati e parapetti. Le attrezzature per l’accesso sono costituite da scale e/o altri prodotti specifici integrate alla cassaforma.

 

La scelta della cassaforma

La scelta della cassaforma rappresenta un passaggio importante che dovrebbe essere effettuata dal progettista dell'opera. L'incidenza dei costi delle attrezzature provvisionali sul costo finale dell'opera è infatti spesso superiore a quello dei materiali strutturali da impiegarsi e molti parametri riguardanti il cantiere - come la velocità di esecuzione, la facilità di messa in opera, i rischi per la sicurezza - dipendono da queste scelte.

Per esempio l'uso di un calcestruzzo autocompattante potrebbe ridurre in modo sostanziale i costi relativi alle operazioni di getto, e favorirebbe una distribuzione adeguata del calcestruzzo all'interno di tutta l'opera, ma deve essere accompagnata dalla progettazione di cassseforme adeguate.

Il quaderno INAIL evidenzia che la scelta della cassaforma da adottare in una specifica realizzazione, dipende dai rischi da eliminare e/o ridurre, preventivamente individuati nell’attività di valutazione dei rischi e deve essere effettuata in relazione a:

a) altezza del getto da realizzare;

b) geometria dell’opera da realizzare (parete, pilastro, superficie curvilinea, aggetti);

c) tolleranza e qualità di finitura del paramento di calcestruzzo;

d) pressione massima esercitata dal calcestruzzo fresco;

e) modalità di assorbimento della spinta del calcestruzzo (tiranti o sistemi di contrasto);

f) modalità di getto;

g) modalità di compattazione del calcestruzzo;

h) modalità di stabilizzazione delle casseforme.


Secondo le linee guida del Consiglio Superiore dei LLPP sul Calcestruzzo Strutturale del 2017 prevede che la redazione del progetto delle casseforme e delle attrezzature provvisionali di sostegno/puntellamento debba essere corredata dalla seguente documentazione tecnica:

  • programma dettagliato dei cicli d’impiego delle attrezzature provvisionali, in relazione ai procedimenti e alle modalità di costruzione;
  • pianificazione operativa delle casseforme e delle attrezzature provvisionali di sostegno/puntellamento;
  • relazione tecnica corredata dalla redazione di calcolo delle casseforme e delle attrezzature provvisionali di sostegno/puntellamento;
  • disegni esecutivi d’impiego delle casseforme e delle attrezzature provvisionali di sostegno/puntellamento;
  • procedure operative specifiche ed istruzioni d’uso delle possibili configurazione d’impiego delle casseforme e delle attrezzature provvisionali di sostegno/puntellamento per la corretta messa in opera, impiego, trasformazione, smontaggio e le istruzioni di impiego pertinenti alle differenti specifiche configurazioni di allestimento e di installazione delle stesse attrezzature provvisionali.

... Le casseforme devono essere classificate e dimensionate – a cura dell’impresa esecutrice – in funzione della massima pressione caratteristica ammissibile che il calcestruzzo fresco esercita sulle casseforme, tenendo presente che la resistenza caratteristica della cassaforma alla pressione del calcestruzzo fresco può variare da 20 a 150 kN/m .

... La massima pressione possibile che il calcestruzzo fresco esercita sulle casseforme, risulta in genere p = w * h, dove: p = pressione laterale (kN/m2), w = peso per unità di volume (kN/m3), h = altezza del calcestruzzo, allo stato fresco o plastico, misurato dalla sommità del getto (m). 


 

Istruzioni per il montaggio e la manutenzione

La scelta, il montaggio, l’utilizzo delle casseforme, nonché la loro trasformazione e lo smontaggio vanno effettuate rispettando i contenuti del decreto legislativo 81/2008 e del manuale d’uso e manutenzione del fabbricante.

Il manuale deve riportare le caratteristiche funzionali e prestazionali, le modalità d’impiego, le azioni sulla cassaforma e quelle trasmesse all’ambiente circostante, le modalità per eseguire in sicurezza il montaggio, l’uso, la trasformazione e le informazioni sulla corretta movimentazione e/o sollevamento in sicurezza.

Il montaggio consiste in tutte le fasi che precedono l’uso e può comprendere le seguenti fasi:

  • stoccaggio;
  • movimentazione;
  • allestimento;
  • installazione;
  • applicazione del disarmante.
  • controllo della corretta installazione.

Durante il montaggio, l’impresa esecutrice deve verificare e, se necessario, effettuare la pulizia dei componenti della cassaforma ed in particolare le superfici a contatto con il calcestruzzo.

L’applicazione del disarmante deve essere effettuata in maniera da non compromettere l’aderenza delle armature al calcestruzzo.


Un' innovazione nell’evoluzione del calcestruzzo è stata quella dell’utilizzo degli oli vegetali disarmanti.

Essendo biodegradabili e non tossici, questi oli sono molto più sicuri e più sostenibili degli oli minerali utilizzati normalmente, che non sono biodegradabili e possono contenere componenti tossici che sono potenzialmente dannosi per la salute umana (in particolare possono causare danni ai polmoni e irritazione della pelle) e per l’ambiente. L'Associazione Tedesca BLF ha classificato i Disarmanti in sette classi, di cui le prime due riguardano i disarmanti ecologici. ASSIAD, l'Associazione Italiana dei produttori di additivi, ha creato un marchio per identificare questi prodotti.


Durante il montaggio, l’impresa esecutrice deve verificare e gestire la compatibilità tra la cassaforma e le barre di armatura.

 

Lo Smontaggio

Lo smontaggio consiste in tutte le fasi, di fine esercizio, che seguono l’ultimo utilizzo.

La cassaforma deve essere smontata dall’impresa esecutrice rispettando i limiti prestazionali, le condizioni di impiego, lo stoccaggio, i disegni esecutivi e gli schemi funzionali previsti dal fabbricante.


Secondo le linee guida del Consiglio Superiore dei LLPP sul Calcestruzzo Strutturale del 2017 le casseforme e le correlate opere provvisionali devono essere progettate in relazione alle procedure operative di disarmo ed effettuate in sicurezza per gli addetti alle differenti attività con metodi operativi conformemente alle fasi previste dal ciclo di costruzione delle opere ed alle fasi del ciclo d’impiego delle stesse attrezzature provvisionali senza scosse e con forze puramente statiche al fine di non recare alcun danno per il calcestruzzo. I puntellamenti/le impalcature di sostegno delle casseforme orizzontali e/o inclinate dovranno essere realizzate affinché agiscano in maniera ammissibile per le opere che esse sostengono e per quelle sulle strutture sottostanti sulle quali prendono appoggio.


 

Richiesta ai lavoratori un’idonea formazione, di base e specialistica

Nelle fasi di montaggio, uso e smontaggio delle casseforme il lavoratore è soggetto a rischi elevati.

Fondamentale, quindi, l’utilizzo del manuale d’uso e manutenzione da parte degli addetti, che devono possedere un’adeguata formazione di base e specialistica relativa all’impiego in sicurezza di queste attrezzature.

 

Casseforme: Norme e Documenti di riferimento

Il quaderno riporta l'elenco dei documenti oggi disponibili sul tema casseforme.

  • Regolamento (UE) 2016/425 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/ CEE del Consiglio.
  • Direttiva 2006/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 maggio 2006 relativa alle macchine e che modifica la Direttiva 95/16/CE (rifusione)
  • D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e smi - Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
  • D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206 e smi - Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229.
  • Linee Guida Regione Piemonte, febbraio 2005 - Istruzioni per il montaggio, l’impiego e lo smontaggio delle attrezzature provvisionali: casseforme, impalcature di sostegno ed attrezzature correlate
  • Decreto ministeriale 28 novembre 1987, n. 592 - Attuazione della direttiva n. 84/532/CEE, relativa alle attrezzature e macchine per cantieri edili.
  • Circolare Ministero del Lavoro 7 luglio 1986, n. 80 - Art. 30 D.P.R. 7/1/56 n. 164. Autorizzazione alla costruzione e all’impiego di attrezzature per il getto di conglomerato in calcestruzzo con tecnologia a tunnel e pannelli per setti con relativi orizzontamenti.
  • Circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 20 Gennaio 1982, n.13 - Sicurezza nell’edilizia: sistemi e mezzi anticaduta, produzione e montaggio di elementi prefabbricati in c.a. e c.a.p. manutenzione delle gru a torre automontanti
  • Circolare del Ministero del Lavoro 19 marzo 1980, n. 15 - Prevenzione infortunistica: attrezzature per getto di calcestruzzo con tecnologia a tunnel
  • UNI 11763-1: 2019 - Attrezzature provvisionali - Casseforme - Parte 1: Casseforme verticali - Requisiti generali per la progettazione, la costruzione e l’uso.

Aggiungiamo - anche se non richiamate dal documento INAIL - le "LINEE GUIDA PER LA MESSA IN OPERA DEL CALCESTRUZZO STRUTTURALE" pubblicate dal Consiglio Superiore dei LLPP che riportano un bel capitolo sul tema delle Casseforme.

 


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