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Forte scossa terremoto a Bergamo, anche Milano trema

Forte scossa di terremoto nel Nord Italia.

Un terremoto di magnitudo ML 4.4 è avvenuto nella zona: 2 km E Bonate Sotto (BG), il

  • 18-12-2021 10:34:47 (UTC) 33 minuti, 43 secondi fa
  • 18-12-2021 11:34:47 (UTC +01:00) ora italiana

con coordinate geografiche (lat, lon) 45.675, 9.586 ad una profondità di 26 km.

Il terremoto è stato localizzato da: Sala Sismica INGV-Roma.

 

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Chiuse scuole, sospeso servizio della metropolitana e dei treni regionali

A titolo precauzionale la metro M5 era rimasta temporaneamente sospesa per qualche minuto e alcuni treni regionali hanno subito ritardi e cancellazioni per consentire dei controlli tecnici sulle linee. Scesi in strada anche numerose scolaresche, anche dall'Università.

In base a quanto riferito dalla sala operativa del comando dei vigili del fuoco, non vi sarebbero stati danni gravi in conseguenza del terremoto. A risultare particolarmente colpita è la zona est della città. Le verifiche da parte dei caschi rossi, comunque, sono ancora in corso: dopo aver ricevuto diverse chiamate da tutta la città stanno intervenendo con alcune squadre.

 

Un terremoto profondo, quindi poco pericoloso

Sul Corriere della Sera apparsa una intervista Prof. Carlo Doglioni, presidente di INGV, di cui riprendiamo qualche passaggio:

«Si tratta di terremoti di tipo compressivo, perché c’è una convergenza tra la placca Adriatica e quella Europea. Nel caso specifico del terremoto odierno, data la profondità, si sono verificati pochi danni, anche perché la magnitudo è stata leggera. Questo però non esclude che ci possano essere terremoti di magnitudo maggiore. L’Istituto sta monitorando come evolve la frequenza. È un terremoto che viene definito leggero. In Italia eventi di questo tipo avvengono anche 20 volte l’anno. Il sisma in Lombardia è stato abbastanza profondo, il che significa che l’energia che arriva in superficie in maniera minore, ma viene risentito in una zona superficiale molto ampia».

 

Sul sito di INGV tutte le informazioni sulla pericolosità sismica

L'INGV è ricordata anche dal Prof. Franco Braga, presidente di ANIDIS:

"Il terremoto di magnitudo Mw 3.9 ed epicentro 2km Est di Bonate Sotto (BG), registrato il giorno 18-12-2021 alle 11:34:47, non ha nulla di sorprendente o, almeno, di più sorprendente di quanto abbiano, in genere, i terremoti.

È dal 2006 che l’INGV ha realizzato e reso disponibile, aggiornandolo per l’ultima volta nel 2008, il modello MPS04-S1 che definisce la pericolosità sismica italiana. Andando sul sito dell'INGV ha accesso ai Dati online della pericolosità sismica (LINK) dati che, per ogni punto di un reticolo di oltre 10.000 punti che copre l’intero territorio nazionale (così evidenziando come l’Italia sia tutta passibile di terremoti, ovviamente di intensità diversa al variare del sito considerato) fornisce il valore atteso dell’accelerazione al suolo espresso in termini probabilistici.

Nel caso in esame, riferendosi al comune di Treviolo che è il più prossimo all’epicentro, il modello dell’INGV segnala, con una probabilità di superamento del 10% su 50 anni e un percentile 50%, un’accelerazione al suolo di 0,220g÷0,225g ossia nient’affatto trascurabile."

 

Un monito che l’Italia è tutta sismica

Dopo la scossa abbiamo sentito telefonicamente il Prof. Paolo Riva, Ordinario di Tecnica dell'Università di Bergamo: "Oggi una forte scossa, con epicentro appena ad ovest di Bergamo, è stata avvertita nella bergamasca e nel milanese. Una volta di più un monito che l’Italia è tutta sismica, e anche laddove la consapevolezza del rischio sismico è pressoché nulla non vuol dire che la pericolositá e il rischio siano nulli. Ce ne fosse ancora bisogno, l’evento di oggi, fortunatamente senza conseguenza, ci ricorda che è quanto mai prioritario investire nella mitigazione del rischio sismico."

 

Terremoto a Bergamo non è una sorpresa

Un commento simile ci arriva dall'Ing. Massimo Mariani, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ed esperto del tema:

"Come tutti quelli che si interessano di sismicità in Italia non mi sono stupito del terremoto di oggi a Bergamo.

Purtroppo tendiamo da sempre a considerare solo gli eventi su quelle zone dove questi sono frequenti; faccio l’esempio della loro ricorrenza in questi ultimi anni in Italia centrale: 1979 Valnerina, 1997 Umbria e Marche, 2009 L’Aquila, (2012 Emilia), 2016 Accumuli - Amatrice - Norcia, (tralasciando i terremoti minori). Praticamente ogni 10-15 anni in Italia centrale si ripetono eventi calamitosi sismici. 

Il Nord a parte il Friuli, è stato quasi sempre ritenuto poco vulnerabile ai terremoti (questo perché la nostra memoria degli eventi negativi scema presto).

Oggi abbiamo la prova che questi terremoti non risparmiano nessuna (o quasi) parte del territorio italico. Quindi dobbiamo essere sempre allerta.

Proprio questi fatti “sporadici“ sono una ragione in più per mettere in sicurezza al sisma le nostre abitazioni, ovunque, utilizzando, quanto più possibile, risorse che lo Stato ci concede. Dobbiamo intervenire con celerità e convincere proprietari e industrie ad attivare queste richieste di finanziamento e i tecnici a studiare e progettare interventi di riforzo strutturale dall’esterno  dell’edificio (cercando di ottenere un effetto scatola) perché sappiamo che il vero ostacolo a queste procedure è di tipo sociale: l’impossibilità di riuscire ad ottenere l’uscita dalle abitazioni dei proprietari (è difficile far uscire anche i terremotati delle proprie case offese dal sisma)."

 

Perchè la Lombardia è in zona sismica

Per capire come possano accadere terremoti così importanti anche nella parte centrale del nord della Lombardia abbiamo sentito l'Ing. Barbara Borzi - Capo Dipartimento Richio Sismico Fondazione Eucentre - Componente Commissione Grandi Rischi Dipartimento Protezione Civile. Ecco cosa ci ha riferito:

"La Lombardia è situata nella zona di collisione tra la placca Africana e la placca Euroasiatica, il cui progressivo moto di avvicinamento ha determinato la formazione delle Alpi. Tale moto è tuttora in atto e può portare alla generazione di terremoti anche in un’area caratterizzata da bassa pericolosità sismica, come la Lombardia.

Si ricorda ad esempio il terremoto di Salò del 2004 (Mw 4.99), mentre il terremoto più forte con probabile epicentro in Lombardia è avvenuto nel 1222 (Mw 5.68, zona Bresciano-veronese). I terremoti in aree considerate storicamente non sismiche, anche se di moderata intensità, possono provocare danni consistenti.

Ne è una testimonianza il terremoto della confinante regione Emilia Romagna del 2012. Sta di fatto che quanto una struttura si danneggia a seguito di uno scuotimento sismico è funzione della sua vulnerabilità, cioè della sua propensione a danneggiarsi per effetto di scuotimenti al sito, e della severità degli scuotimenti stessi. E’ solo dal 2003 che l’intero territorio nazionale è sismicamente classificato. Pertanto, le aree considerate non sismiche come la Lombardia, ove pochi comuni erano classificati in zona 2 prima del 2003, tendono ad essere caratterizzate da strutture con elevata vulnerabilità, in quanto progettate senza prendere in considerazione carichi laterali oltre al vento. Inoltre, il valore esposto è molto elevato, visto che la Lombardia è fortemente infrastrutturata ed urbanizzata.

Se si considera che il rischio sismico è dato dalla combinazione di 3 fattori, quali il valore esposto, la vulnerabilità e la pericolosità sismica, anche in Lombardia il rischio sismico non può essere dimenticato considerando, a fronte di una bassa pericolosità, una elevata vulnerabilità ed esposizione. Pertanto, azioni per la mitigazione dei rischi sono auspicabili anche in Lombardia così come nelle zone con caratteristiche simili. Non possiamo agire sulla pericolosità, unicamente nelle mani di madre natura, mentre condizioni socioeconomiche dettano l’elevata esposizione, ma possiamo fare del nostro meglio per ridurre la vulnerabilità. La prevenzione è focalizzata su questo."

 

Gli edifici costruiti secondo normativa non sono a rischio

Come scrive l'Ingegner Silvia Bonetti nella sua analisi, le accelerazioni spettrali sono molto al di sotto del target previsto dalle norme vigenti, e che quindi edifici residenziali progettati a noma o comunque messi in sicurezza, non dovrebbero presentare un rischio per eventi di questa entità.

 

Registrazioni spettrali alla stazione di Bergamo

 

E’ dimostrato anche da una recente ricerca (Adriana Pacifico, Eugenio Chioccarelli, Iunio Iervolino)  che edifici ricadenti in zone di pericolosità sismica come quella del milanese-lecchese, del bergamasco e della zona di Monza Brianza, quindi in una zona a medio bassa pericolosità (le zone 3 e 4 dell’OPCM 3274 del 2003), se rispondenti alle norme tecniche attuali, sono in grado di rispondere anche ad eventi con maggior intensità in modo adeguato, garantendo la salvaguardia della vita umana e la conservazione del costruito.

L’evento del 18 dicembre, registrato in una zona ad alta densità abitativa e produttiva ha dimostrato ancora una volta che i terremoti avvengono anche in siti a bassa pericolosità e che l’amplificazione sismica locale per le peculiarità sismogenetiche del nostro territorio è la vera misura degli effetti del terremoto sul costruito e quindi rischio.

Mettere in sicurezza le nostre con le tecnologie attualmente disponibili sul mercato è possibile e il combinato disposto normativo è anche estremante favorevole in questo periodo viste le facilitazioni fiscali in gioco. La sicurezza di strutture e infrastrutture non può essere lasciata al caso e non va procrastinata ulteriormente poiché ancora una volta il tempo ha dimostrato che nessuna zona è esente da eventi sismici anche di media intensità e che quindi la prevenzione rimane l’unica via percorribile in ambito di sicurezza sismica.