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Isolanti e sicurezza antincendio: gli aspetti da tenere in considerazione

Quando valutiamo la “bontà” tecnica e prestazionale di un materiale isolante, in funzione del contesto di applicazione, l’obiettivo di efficientamento energetico non può non tener conto degli standard di sicurezza in materia antincendio. Interventi eseguiti con materiali che non soddisfano determinati requisiti, non certificati e installati da imprese non competenti in materia contribuiscono all’aumento del rischio di incendio dei fabbricati.

Per limitare tale rischio è necessario attenzionare la posa in opera e valutare l’idoneità dei materiali per l’edilizia prendendo in considerazione le caratteristiche tecniche che ne determinano le prestazioni soprattutto in termini di reazione al fuoco.

Classi di reazione al fuoco

La reazione al fuoco è definita come il “grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è stato sottoposto” e rappresenta una caratteristica del materiale che viene convenzionalmente espressa in classi. I prodotti isolanti sono materiali da costruzione e pertanto, a livello nazionale, ricadono nel campo di applicazione del Regolamento CPR (UE) n.305/2011, che determina le condizioni di immissione sul mercato e definisce i criteri di valutazione delle prestazioni e le condizioni di marcatura CE.

Isolanti e sicurezza antincendio: gli aspetti da tenere in considerazione

La classe di reazione al fuoco è uno strumento prescrittivo di protezione passiva funzionale nella fase di prima propagazione dell’incendio ed ha l’obiettivo di limitare l’innesco dei materiali e la diffusione dell’incendio. Tale caratteristica, viene determinata in funzione delle reali applicazioni del materiale, mediante condizioni di prova standardizzate, e, a livello nazionale, viene espressa in classi su una scala che va da 0, per i materiali incombustibili, a 1, 2, 3, 4, 5 con l'aumentare della partecipazione alla combustione del materiale stesso.

A livello europeo, la norma di riferimento è la UNI EN 13501-1:2019 (“Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione - Parte 1: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco”) che regolamenta la classificazione di reazione al fuoco di tutti i prodotti e degli elementi da costruzione marcati CE secondo delle Euroclassi che presentano la seguente codifica:

  • Lettere maiuscole A, B, C,…. che indicano la partecipazione all’incendio del materiale in ordine crescente;
  • Lettere minuscole s1, s2, s3 che indicano la densità dei fumi in ordine crescente;
  • Lettere minuscole d0, d1, d2 che indicano la pericolosità del gocciolamento in ordine crescente;

Nella seguente tabella si riporta il significato della prima lettera che determina la sigla della classe di reazione al fuoco.

Classi di reazione al fuoco

Qualora i prodotti siano sprovvisti di marcatura CPR, a livello italiano è necessaria l’omologazione nazionale ovvero deve essere attuata una procedura tecnico-amministrativa:

  • Vengono effettuate le prove sul prototipo di materiale;
  • Viene certificata la classe di reazione al fuoco del materiale;
  • Il Ministero dell'Interno concede l’autorizzazione alla riproduzione del prototipo stesso, prima della immissione del materiale sul mercato per l’utilizzazione nelle attività soggette alle norme di prevenzione incendi.

NOTA BENE
Il certificato di prova deve essere rilasciato dal laboratorio del Ministero dell'Interno, o da altro laboratorio legalmente riconosciuto dal ministero stesso, e deve riportare la classe di reazione al fuoco del campione sottoposto ad esame.

Nonostante, non sia possibile fare una comparazione tra le classi italiane e quelle europee, in quanto i metodi di valutazione differiscono, il D.M. 15 marzo 2005 e s.m.i. presenta alcune tabelle comparative in modo tale da poter applicare le regole tecniche “tradizionali” di prevenzione incendi qualora sia necessario. In particolare, di seguito si riporta uno schema per comprendere quando è necessario procedere con l’applicazione delle normative europee o con la normativa nazionale.

Diagramma marcatura CE

Prevenzione antincendio e i materiali isolanti

Come specificato in precedenza, la sicurezza di un edificio, in ambito antincendio, dipende dalla tipologia di materiali utilizzati durante la sua costruzione o durante gli interventi di riqualificazione. Solitamente un isolante, sebbene non sia il primo materiale colpito dall'incendio, svolge un ruolo molto importante durante lo sviluppo e la diffusione delle fiamme. Infatti, se scegliamo un materiale isolante altamente combustibile si rischia di accelerare la propagazione del fuoco: 

  • Alcuni tipi di isolanti possono avere un elevato grado di assorbimento di liquidi infiammabili ed essere soggetti a combustione spontanea;
  • Gli isolanti di tipo organico, posti a contatto con fonti di calore possono emettere fumo e gas, alimentare ulteriormente un eventuale incendio ed essere tossici per l’uomo. 

Inoltre, ricordiamo che il fumo generato da un incendio è una delle cause principali di morte degli utenti all’interno di un edificio.

In linea di principio si consiglia sempre l’utilizzo di un materiale di rivestimento avente funzione di protezione del pannello isolante non solo dal fuoco, ma anche da danni di tipo meccanico e da problemi di muffa e umidità.

Per questi motivi sono da prediligere sempre materiali ignifughi, a bassa emissione di fumi o gas tossici e a basso assorbimento di liquidi in modo da contribuire all’incremento degli standard di sicurezza dell’edificio. 


Parametri tecnici

Un buon isolante, ai fini antincendio dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche tecniche:

  • Elevata classificazione antincendio (A1), ovvero incombustibile, in conformità con la normativa europea;
  • Elevata resistenza alle alte temperature;
  • Non sviluppare fumi o gas tossici;
  • Non formare, in caso di incendio, gocce infiammabili.

La sicurezza antincendio e il cappotto termico 

Quando si parla di materiali isolanti, soprattutto con applicazioni a cappotto, in termini di sicurezza antincendio è necessario fare riferimento al DM del 25 gennaio 2019, che modifica quanto definito dal decreto 246/1987 in merito alle norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione. 

La prima normativa da attenzionare è il DM 246 del 16 maggio 1987, si riferisce agli edifici di civile abitazione con un’altezza antincendio uguale o superiore a 12 m indipendentemente dagli edifici soggetti ai controlli dei VVF ovvero ricadenti all’interno delle attività incluse dal DPR 151/2011. 

Un altro testo di riferimento da considerare è la “Guida per la determinazione dei requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili” emanata con Circolare 5043 del 15 aprile 2013. Nella fattispecie, all’interno della suddetta guida, entra in gioco per la prima volta la definizione di “kit” inteso come prodotto costituito da una serie di almeno due componenti separati che necessitano di essere uniti per essere installati permanentemente nelle opere. 

Il Kit deve soddisfare i seguenti requisiti:

  • Deve essere presente sul mercato consentendone l’acquisto in un’unica transizione e da un singolo fornitore;
  • Deve possedere caratteristiche tali da consentire alle opere finite di rispettare i requisiti richiesti dalla normativa vigente.

Infine, un kit può essere composto da un numero e da tipologie di componenti predefiniti e costanti o da un numero, tipologia e disposizione dei componenti che cambia in funzione dell’applicazione. 

Obiettivi secondo la “Guida”

Gli obiettivi che un cappotto deve perseguire ai fini della sicurezza antincendio sono i seguenti:

  • Limitare la propagazione di un incendio originato all’interno dell’edificio, a causa di fiamme o fumi caldi eventualmente presenti ed evitare quindi che altre parti delle strutture non interessate dall’incendio vengano coinvolte;
  • Limitare lo sviluppo di un incendio in facciata e la sua propagazione a causa di eventi di origine esterna come, ad esempio, un incendio dell’edificio adiacente o su strada;
  • Limitare, in casi di incendio, la caduta di parti della facciata incendiate che possono ostacolare l’esodo degli occupanti dell’edificio o l’intervento da parte dei vigili del fuoco.

Inoltre, all’interno del capito 4, la guida da indicazioni precise sulla classe di reazione al fuoco che i prodotti isolanti presenti in facciata devono possedere. Nello specifico, l’isolante presente in una facciata, realizzata secondo quanto indicato nelle definizioni presenti sempre all’interno della suddetta guida, deve essere in classe 1 di reazione al fuoco, ovvero classe B-s3-d0, dove:

  • B = bassa partecipazione all’incendio;
  • s3 = elevata produzione di fumo;
  • d0 = assenza di gocce ardenti.

Quindi, i sistemi a Cappotto certificati almeno nella classe di reazione al fuoco B-s3-d0, sono affidabili e rispettano le disposizioni dei VV.FF. 

L'ARTICOLO CONTINUA...

Nel proseguo si farà il punto sulla normativa e verranno dati alcuni consigli per la posa.

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