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Triplo zero per gli edifici: costruire sostenibile si può. Intervista a Lorenzo Orsenigo, direttore generale di ICMQ

Triplo zero per gli edifici: costruire sostenibile si può. Intervista a Lorenzo Orsenigo, direttore generale di ICMQ

L’architetto tedesco Werner Sobek è l'ideatore del principio Triple Zero, che vuol dire “zero consumi, zero emissioni e zero rifiuti”, e pioniere di un approccio sostenibile nell’architettura che passa attraverso l’innovazione tecnologia, l’efficienza energetica e l’uso di materiali riciclabili e riciclati.

Abbiamo chiesto a Lorenzo Orsenigo, direttore generale di ICMQ spa, se “Costruire a impatto zero sia possibile e cosa si sta facendo per raggiungere questo obiettivo”. Alla domanda l'ing. Orsenigo ha risposto sottolineando l’importanza di questo tema e di come da tempo ICMQ stia portando avanti un impegno in tal senso. Il sistema di certificazione degli edifici LEED - Leadership in Energy and Environmental Design - ha come scopo la promozione e lo sviluppo di un approccio globale alla sostenibilità, dando un riconoscimento alle performance virtuose in aree chiave della salute umana ed ambientale e rappresenta un quadro flessibile che permette ai gruppi di progettazione e di costruzione di valutare la strategia che ottimizza il rapporto fra edificio e l'ambiente circostante.

Si indicano i requisiti per costruire edifici ambientalmente sostenibili, sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista del consumo di tutte le risorse ambientali coinvolte nel processo di realizzazione.

“Il protocollo che raccoglie questa sfida e fonde i tre concetti della domanda è il Leed che considera l’aspetto energetico, quello dei consumi e delle emissioni e soprattutto della gestione del cantiere. Tre aspetti importanti che richiedono impegno da parte della committenza e del contractor. La nostra esperienza personale sui rifiuti è che si possano ottenere grandi risultati, riuscendo a differenziare oltre il 95% dei rifiuti di cantiere. Questo rappresenta un grande vantaggio per le imprese consentendo un notevole risparmio. Sostenibilità deve significare risparmio economico oltre alla minimizzazione dell’impatto ambientale”.

Gli standard LEED, nati in America ed elaborati da USGBC, sono presenti anche in Italia grazie al lavoro di GBC Italia che ne ha creato una versione locale. Come si interviene in Italia?

ICMQ ad esempio – ha risposto l’ing. Orsenigo - offre una serie di servizi a progettisti, committenti e contractor, il cosiddetto “Full service”, che permette ad ognuno degli interlocutori di avere un supporto per quanto riguarda il rispetto dei requisiti Leed. Un servizio che può essere apprezzato soprattutto dai progettisti è la cosiddetta “Prima verifica”, ovvero un check che viene fatto all’inizio del progetto per valutare quali requisiti Leed il progetto preliminare, nella sua prima proposta, può rispettare o non rispettare e quali siano a rischio. Questo permette di fotografare alla nascita il progetto e capire se e con quale livello si può raggiungere una certificazione Leed. Forniamo inoltre servizi di supporto alla gestione del cantiere, della progettazione, della pratica per ottenere la certificazione del Green Building Council Institute (GBCI).

Si ritiene che uno dei limiti di GBC Italia sia quello di fornire esempi di progetti che hanno una certa importanza e di essere uno strumento costoso. È così?

La questione è soprattutto di mercato. Il Leed è richiesto sui grandi interventi perché su questi ci sono gli investitori, tipicamente internazionali. Chi investe richiede un protocollo di sostenibilità per garantire un valore al suo investimento in un prossimo futuro. Quella più conosciuta al mondo è certamente la certificazione Leed. La motivazione della richiesta per i grandi interventi è quindi più legata ad esigenze di mercato che tecniche. Tale certificazione è costosa se non si pensa fin dall’inizio al progetto in termini di sostenibilità. Se la concezione del progetto è tale da rispettare certi accorgimenti il costo diventa sostenibile.

Esiste uno strumento che si rivolga prevalentemente al mercato residenziale e che consenta di certificare un progetto più piccolo, nella fattispecie una casa privata?

“L'impegno di GBC Italia, dopo aver realizzato una versione per il mercato nazionale del protocollo LEED 2009 Nuove Costruzioni e Ristrutturazioni, è stato quello di produrre uno strumento adatto allo scopo. Si tratta di GBC HOME, che ha preso come punto di partenza LEED® FOR HOMES, ma che è stato sviluppato specificamente considerando le caratteristiche abitative e le diversità nel modello costruttivo proprie della realtà italiana”.

Altre soluzioni – ha proseguito l’ing. Orsenigo - ci sono quando si vuole implementare la sostenibilità in un cantiere o in un progetto, senza coinvolgere tutti gli aspetti di una certificazione Leed che prende in esame tutto il processo dalla progettazione al collaudo. ICMQ ha creato uno schema che si chiama “Make it sustainable”, validato dall’Università di Trento, molto più flessibile e meno complesso di un Leed che permette la sola certificazione di un determinato prodotto, cantiere o servizio realizzato, gestito ed erogato secondo i principi di sostenibilità.

C’è qualcosa di simile per le infrastrutture?

Sì certamente – ha continuato - Envision è un protocollo americano nato nell’ambito di una collaborazione tra lo Zofnass Program for Sustainable Infrastructure dell’università di Harvard e l’Institute for Sustainable Infrastructure che riprende la gestione del processo a Leed applicandolo a tutto quello che non è building. ICMQ sta introducendo questo protocollo in Italia.

Questi strumenti sono orientati alla semplificazione del progetto perché permettono una gestione ottimale del progetto stesso. E rappresentano una garanzia di trasparenza del processo di gestione. Per quanto riguarda anche la completezza del progetto esiste anche la validazione del progetto, un altro strumento garanzia di trasparenza.
L’attività prevede l’esame di tutta la documentazione progettuale e l’effettuazione dei necessari incontri in contraddittorio con i progettisti, con emissione di uno o più rapporti di ispezione intermedi e di rapporto finale. Il sevizio di supporto al responsabile del procedimento può non limitarsi alla sola verifica per la validazione del progetto, ma includere assistenza e verifiche per tutte le attività tecnico amministrative legate all’iter realizzativo dei lavori pubblici, quali bandi di gara, programmazione, contenziosi ecc., anche con trasferimento delle relative responsabilità sull’organismo di ispezione.

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