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Il ruolo dell’Ingegnere nello sviluppo digitale del Paese

Intervista all'ing. Angelo Valsecchi sul ruolo dell'ingenegere nello sviluppo digitale del Paese

Per comprendere quale sia il ruolo che può avere il CNI, e quindi un ingegnere nello sviluppo digitale del Paese abbiamo intervistato l’ing. Angelo Valsecchi, consigliere del CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri) tra gli organizzatori del recente evento sull’Agenda Digitale.

“Lo sviluppo digitale del paese è l’opportunità più grande che abbiamo per far fare il salto di qualità al nostro modo di vivere ma soprattutto alla nostra civiltà. Gli ingegneri come dice il nome stesso, sono coloro che ingegnano, inventano e quindi aggiornano il modo di vivere. L’opportunità offertaci oggi dalla digitalizzazione è un’opportunità che non possiamo perdere. Noi come CNI abbiamo moltissimi iscritti nell’ambito dell’Ingegneria dell’informazione, che io definisco ingegneria del terzo millennio, per cui abbiamo voluto dire alla Politica che noi ci siamo, che noi abbiamo le competenze e che siamo soprattutto a disposizione con le strutture ordinistiche ma soprattutto con tutti i professionisti che lavorano in questo campo. Un grazie particolare va all’Agenzia per l’Italia Digitale e al suo Presidente che ha partecipato al nostro convegno del 26 marzo scorso dove abbiamo manifestato questa disponibilità alle Istituzioni.”

Pertanto si spera che gli ingegneri possano essere di supporto all’agenda digitale, riconoscendone la competenza, anche se fino ad ora non è stata loro riconosciuta.
“Come tutto quello che è innovativo, - prosegue Valsecchi - tutti si improvvisano ma non possiamo dimenticare l’etica. Un ingegnere ha con sé un grande bagaglio etico che porta con sé da oltre cent’anni di storia. Ma soprattutto gli ingegneri hanno quelle competenze che gli permettono di poter tutelare quello che oggi è più prezioso per le persone, ossia i propri dati. Quando noi abbiamo una civiltà trasparente, come quella a cui andiamo incontro, con tutte queste giuste norme sulla trasparenza, l’anticorruzione, il fatto di disporre di persone con una grande etica e con una cultura ingegneristica, consentiranno di fare quel salto di qualità che tutti auspichiamo.”

Di conseguenza è pensabile che dietro ad un progetto di gestione dei dati personali e sensibili si debba arrivare ad ottenere una firma di un professionista abilitato così come avviene oggi per il progetto di una casa.

“L’auspicio è questo, - conclude Valsecchi - soprattutto perché questa firma sarebbe a garanzia dell’utente finale e di colui del quale vengono trattati i dati sulla serietà, sul modo di trattarli ma soprattutto sul modo di conservarli. La conservazione dei dati, il cosiddetto back-up non è una semplice copia dei dati ma qualcosa in più: un’archiviazione in modo sistematico che a fronte di qualsivoglia malfunzionamento permette di ricostruire la banca dati.

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