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Fare Professione - riconoscere e ricreare Valore

“Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, è perché non osiamo farle che sembrano difficili” (Seneca)

#ideeinrete - Rubrica a cura del Network Giovani Ingegneri

 

Una sintesi di uno degli interventi NGI al Congresso degli Ordini degli Ingegneri d’Italia tenutosi a Venezia a ottobre 2015, sul tema della Professione.

 

Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, è perché non osiamo farle che sembrano difficili” (Seneca)

 

 

#dirittoallaprofessione

Quando pensiamo a “professione”, pensiamo a concetti come competenza, fede, ideali, lealtà, impegno, passione, libertà, rispetto. Quando pensiamo alla figura dell’”ingegnere”, la colleghiamo alle idee chiave di ingegno, difficoltà, soluzioni, scelta, etica, formazione, storia, diritto. Esercitare la professione di ingegnere per chi l’ha liberamente scelta è prima di tutto un diritto. Vorremmo poter essere ingegneri in Italia, senza obbligo di espatrio. Per questo servono maggiori garanzie, per tutti.

#equilibriodinamico

I giovani professionisti sono freschi di studi ma privi di esperienza e costituiscono una risorsa preziosa, disposta a mettersi in gioco ed apprendere; allo stesso modo, i professionisti esperti sono risorsa, ricchi di conoscenze e di vissuto e possono beneficiare dell’apporto dei giovani nel loro lavoro. La sinergia tra ingegneri giovani ed esperti è indispensabile e diviene importante per progettare un sistema dotato di equilibrio dinamico nel mercato, che vede la coesistenza di competenze e professionisti di varia età. Collaborare e aiutarsi reciprocamente diviene fondamentale per innovare e costituisce elemento di innovazione di per sé.

 

#giovaniingegneri

Un giovane ingegnere italiano che sceglie di fare il libero professionista deve scegliere se espatriare o rimanere in patria. Nel primo caso, che può costituire un’ottima esperienza formativa, ci sono comunque dei costi di sostentamento da sostenere. Nel caso si trovi un lavoro, non sempre è il lavoro di ingegnere, e non sempre permette di avere indipendenza economica, per cui il giovane tende a gravare ancora economicamente sulla famiglia di origine.
Nel caso in cui il giovane ingegnere scelga di fare il libero professionista in patria, deve sostenere un esame di stato, aprire la p iva. Se sceglie di lavorare nello studio di altri professionisti, il regime di p. iva si traduce il più delle volte in un rapporto di collaborazione di tipo dipendente senza alcun tipo di tutela, con scarse possibilità di miglioramento sia in termini di gratificazione che in termini economici. Il lavoro viene solitamente sottopagato: parliamo di stipendi di 300-500 euro al mese, quando non parliamo di lavoro gratuito. La formazione del giovane non è per nulla riconosciuta, né valorizzata. Il valore del dottorato di ricerca è in Italia completamente sconosciuto. Ciò provoca instabilità economica, morale e familiare tra i giovani, che continuano spesso a vivere con i genitori e si ritrovano incapaci di provvedere al sostentamento di una famiglia, impossibilitati a fare progetti. Ciò comporta infelicità.
Se il libero professionista sceglie al contrario di aprire un proprio studio professionale, si ritrova sommerso dalle spese da sostenere per la gestione dello stesso, oltre che con l’onere di dover continuamente trovare lavori nuovi senza avere uno stipendio fisso. Parliamo di fatturati di giovani professionisti pari a circa 10.000 euro l’anno. Questa cifra non è sufficiente per fare progetti, non è sufficiente per pensare ad un futuro. I giovani in questo modo sono infelici, e una società i cui giovani sono infelici è condannata a morire, è condannata a collassare su se stessa.
Crediamo che sia fondamentale pensare a incentivi per i giovani che vogliono intraprendere il percorso della libera professione in Italia, oltre che la diffusione di disciplinari di incarico scritti, corsi di formazione gratuiti, retribuzioni adeguate per le prestazioni professionali, accessi al credito. E’ necessario che anche i giovani possano avere accesso a bandi di lavori pubblici specifici, relativi a piccoli importi, indipendentemente dal possesso di tot. anni di esperienza o di certi valori di fatturato.
Un’adeguata remunerazione può portare maggiore soddisfazione, stimoli e ripartenza dell’economia.

 

#ilooklikeanengineer

Gli stereotipi regnano sovrani. E’ opinione diffusa che l’ingegnere tipo deve essere di mezza età, uomo e ben vestito. Gli ingegneri donna vengono spesso ancora oggi guardati con incredulità, diffidenza e scetticismo. La campagna via Instagram #ilooklikeanengineer è nata da una polemica scaturita perché una ragazza ingegnere è stata scambiata per modella, supponendo che, se bella e donna, non poteva essere un’ingegnere. E’ statisticamente provato inoltre che gli ingegneri uomo percepiscono peraltro stipendi più alti di quelli delle colleghe donne e che devono affrontare selezioni di personale dove la maternità è vista come clausola di esclusione. Potrebbe essere utile introdurre incentivi per le aziende o gli studi professionali che assumono donne, integrando la visione maschile e quella femminile dei problemi.

 

#farerete

Il concetto di network, ovvero di rete, è alla base dei sistemi naturali e dell’evoluzione stessa. La rete serve per condividere informazioni e scambiarsi idee, competenze ed esperienze. La rete può creare valore aggiunto. La rete di ingegneri non può fare a meno di altri professionisti e non può fare a meno della società. L’ingegnere ha il compito di “prendersi cura” della società e dell’ambiente. La rete ha il potere di contribuire a ricreare identità e coesione professionale.

 

#workablecompetition

Qual è la misura della nostra competenza? I singoli elementi del sistema “ingegneri professionisti” devono poter lavorare in modo efficiente, nel proprio interesse e nell’interesse dei consumatori, senza arrecare reciproco danno. Una “competizione sostenibile” è in grado di autoregolarsi, di proteggere la libera concorrenza da sé stessa! Chiediamo di porre fine alla concorrenza al ribasso e soprattutto di prendere provvedimenti, come sanzioni o espulsioni, nei confronti di chi non rispetta questo principio. La competizione sleale attenta la libertà, la credibilità, la coesione, la dignità e l’identità degli ingegneri.

Con una concorrenza leale ed etica si crea valore per tutti gli attori coinvolti nella produzione e del consumo, con un vantaggio del macro-sistema, ovvero della comunità. Con una concorrenza sleale e insostenibile vincono il microsistema, l’egoismo e la sete di profitto. Vincono le mafie.

Chi vogliamo far vincere?

 

#creareoccupazione

L’adattività è la capacità delle istituzioni sociali di fronteggiare il cambiamento mediante un atteggiamento di resilienza. Resilienza è la capacità di un sistema di sopravvivere alla variazione di condizioni esterne. Occorre invertire la tendenza: in periodo di crisi occorre creare occupazione.

Ci sono settori in Italia dove c’è ancora molto, moltissimo da fare e in cui gli ingegneri possono avere un ruolo fondamentale: la riqualificazione energetica, la riqualificazione sismica e strutturale, la prevenzione e l’affiancamento alla Protezione Civile per combattere il dissesto idrogeologico, le opere incompiute, il restauro e la ristrutturazione del patrimonio architettonico. Per fare questo occorre puntare sui bandi di finanziamento europei (Horizon 2020, Life, …), sulla compartecipazione e la collaborazione tra enti, associazioni e professionisti. Gli Ordini professionali possono diventare motori di creazione di lavoro per tutti e promotori di concorsi. Occorre ri-progettare il lavoro, ri-conoscere e ri-creare valore e futuro, per i giovani, per gli ingegneri e soprattutto per la società.

 

Il video dell’intervento è scaricabile al link: www.youtube.com/watch