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Committenze Digitali e Committenze Computazionali

Committenze Digitali e Committenze Computazionali

Nel momento in cui pare ormai prossima la definizione del decreto ministeriale relativo alla modellazione e alla gestione informativa che, come chiaramente esplicitato dal codice dei contratti pubblici all'art. 23, comma 13, investe primariamente la committenza pubblica, si può ragionevolmente affermare che, grazie a esso, le stazioni appaltanti e le amministrazioni concedenti saranno in grado di richiedere prassi più corrette sul tema citato tramite i Capitolati Informativi.
A prescindere da alcune questioni dirimenti tuttora inesplorate sulle clausole contrattuali, la disponibilità di riferimenti normativi e pre-normativi nazionali e internazionali, oltre che di una vasta letteratura sulla committenza digitale, rafforzata dallo EU BIM Handbook, permette così di essere fiduciosi sotto questo punto di vista.
Come si diceva, poiché la razionalità ultima della modellazione e della gestione informativa resta tendenzialmente collaborativa, le responsabilità solidali, nell'ottica dei quadri contrattuali, appaiono un grande terreno minato che, tuttavia, nessuna legislazione o nessuna normativa potrà mai risolvere: sarà materia di una giurisprudenza che non si sa quanto possa essere costante.
Altrettanto delicate si presentano tematiche quali la gestione dell'ambiente di condivisione dei dati e la misura della progressione degli elementi contenuti nei modelli informativi (i LOD), trattate nei riferimenti nazionali e internazionali.
La gestione dell'ambiente di condivisione dei dati, infatti, corrisponde alla gestione avanzata di un Digitally Enabled Project Management (Information) System in cui sarebbe possibile, in futuro, esercitare Business Intelligence e Artificial Intelligence: sull'argomento si soffermerà il progetto di norma UNI 11337-8, che costituirà una linea guida al di fuori di specifici impieghi a livello della contrattualistica.
In merito alla misurazione, solo in discreto e per comparazione, i riferimenti sono molteplici: dalla norma UNI 11337-4 alle LOD Specs del BIM Forum, ma computazionalmente i risultati appaiono ancora immaturi.
Resta, però, un aspetto decisivo che, anch'esso, non può essere affrontato per via legislativa né normativa: tutte le sezioni di un Capitolato Informativo sono congegnate affinché, a partire da un modello informativo di committenza relativo allo stato di fatto (idealmente traibile dalla anagrafe e dalla gestione del patrimonio immobiliare della amministrazione pubblica), la controparte esprima il modo di soddisfare successivamente alle attese del committente tramite l'Offerta di Gestione Informativa e il Piano di Gestione Informativa.
Epperò, se un committente, che non agisse anche come organismo progettuale, fosse veramente digitale, dovrebbe compiutazionalmente descrivere analiticamente le specifiche relative all'opera o ai lavori che commissiona, ben oltre i BIM Use, all'interno del Documento Preliminare o di Indirizzo Preliminare alla Progettazione, anche perché sempre più sarà possibile utilizzare soluzioni per simulare i flussi convenzionali di utenti nel brief.
Ne abbiamo già diverse testimonianze per l'edilizia ospedaliera in Norvegia o anche di sviluppo immobiliare in Svizzera.
Se così non accadesse, come raramente accade effettivamente, si porrebbe una criticità di non poco conto, in quanto, rispetto alla condizione attuale, si avrebbero procedimenti di lavori pubblici molto meglio impostati, ma certamente incompleti nell'ottica della computazionalità della committenza.
Si tratta, come detto, di un tema che fuoriesce da una definizione cogente, legislativa o normativa che dir si voglia, che non potrà mai ricadere nella sfera dell'obbligatorietà, ma che illustra, al netto del Capitolato Informativo e delle attività di verifica sui modelli informativi da parte dei committenti, come il ruolo della domanda pubblica e privata debba essere sempre più attivo, dal briefing alla direzione dei lavori, dal collaudo alla gestione.
In un certo senso, la committenza, prima ancora di indirizzare un Capitolato Informativo ai potenziali e prospettici appaltatori e concessionari, a partire dal modello informativo dello stato dei luoghi, dovrebbe, paradossalmente, rivolgere a se stessa i Requisiti Informativi che conducano a formulare il Capitolato Informativo: si tratta di un gioco di parole che tende a sottolineare come, anche in una corretta procedura di committenza relativa alla modellazione e alla gestione informativa, di computazionale possa esserci poco da parte dei committenti.
Tra l'altro, le migliori esperienze di committenza pubblica italiane sin qui maturate in ambito volontario hanno palesato un eccesso di richiesta, nel senso di domandare prestazioni digitali, anzitutto progettuali, sovradimensionate rispetto al livello medio della prestazioni analogiche, epperò ben difficilmente misurabili e verificabili da committenze illuminate, ma scarsamente, invero, computazionali.
Al momento, possiamo solo dire che gli sforzi legislativi in atto nei vari Paesi stiano gettando i presupposti di ciò che pochissime committenze al mondo hanno dimostrato possa avvenire in seguito.
E' importante considerare gli obblighi legislativi come opportunità che dischiudano orizzonti ulteriori, non come una costrizione che abbia scadenze conchiuse.