Active BIM Client: Committenze Digitali, Gare e Contratti Pubblici di Servizi e di Lavori
il BIM - Building Information Modeling, pur avendo come unico comune denominatore la possibilità di rafforzare digitalmente i metodi e gli strumenti del Project Management, richiede approcci differenziati a seconda degli Attori coinvolti
Cominciano ad apparire nel Nostro Paese alcune Stazioni Appaltanti Pubbliche (non ancora, invero, palesemente, Amministrazioni Concedenti) che fanno ricorso o che almeno menzionano la Gestione e la Modellazione Informativa nelle procedure competitive che le stesse originano (Agenzia del Demanio, Comune di Liscate, Comune di Melzo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Provveditorato alle Opere Pubbliche della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, Università degli Studi di Roma La Sapienza, ecc.), agendo da precursori delle obbligatorietà attese dalle disposizioni prospettiche contenute nel D.Lgs. 50/2016.
Il tema della Obblugatorietà della Gestione Informativa (della sua richiesta da parte della Committenza Pubblica), che è, peraltro, oggetto dei lavori di una apposita commissione ministeriale, si intreccia, peraltro, con quello della Abilitazione dei Soggetti Aggregatori e con quello della Qualificazione delle Stazioni Appaltanti, ma, specialmente, evoca il significato dei mandati governativi sulla Digitalizzazione, ormai diffusi anche negli altri Paesi Comunitari o negli Stati Membri principali.
Un recente saggio apparso nel Regno Unito, dedicato alla Committenza Digitalizzata e Digitale, proponeva una fondamentale distinzione tra Active e Passive BIM Client, con ciò considerando che un conto sia richiedere che i propri Fornitori adottino le metodologie e i dispositivi del BIM - Building Information Modeling, un altro sia prevedere che essi stessi agiscano con quei metodi e con quegli strumenti.
È bene ricordare che le Strutture di Committenza, al netto delle eventuali attività progettuali (incluse le rilevazioni sullo stato dei Cespiti Esistenti) o realizzative svolte internamente, utilizzano strumenti diversi da quelli adoperati per la Progettazione o per l'Esecuzione: dispositivi di Space Programming, di Code & Model Checking, di Gamification.
Ciò indica come il BIM - Building Information Modeling, pur avendo come unico comune denominatore la possibilità di rafforzare digitalmente i metodi e gli strumenti del Project Management, richiede approcci differenziati a seconda degli Attori coinvolti.
In ogni modo, la condizione per cui un Committente possa definirsi «proattivo», dipende dalla propria capacità, nel caso di Interventi su Beni Costruiti, di orientare l'Asset Information Model alle peculiari finalità che saranno indirizzate ai Fornitori (Esterni) di Servizi di Progettazione e, più in generale, di esprimere il proprio quadro esigenziale attraverso Data Sheet e Simulazioni dei Comportamenti degli Utenti (Visualizzazione dei Livelli di Servizio Attesi).
Tale categorie di Struttura di Committenza Pubblica, del resto, anche qualora esternalizzasse completamente le attività progettuali conserverebbe, comunque, una prerogativa di forte progettualità grazie alla simulazione delle modalità di occupazione e di fruizione previste.
Ciò perché le cosiddette Operations prevalgono nettamente, in termini di priorità, su Ideazione, Esecuzione e Manutenzione.
Non sapremmo, in questa sede, quali delle elencate Strutture di Committenza definire Active o Passive BIM Client: in ogni caso, queste Amministrazioni Pubbliche (Centrali o Locali) seguono lodevolmente una strada abbondantemente già percorsa a livello comunitario, come dimostra la composizione dello EU BIM Task Group presso la Commissione a Bruxelles, di cui il maggior rappresentante nazionale, sin dalla prima ora costitutiva, è il Provveditorato alle Opere Pubbliche della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, affiancato da ANAS e da Italferr.
Esistono, peraltro, numerose Committenze Private Europee che adottano con successo le stesse metodologie, tra le quali spiccano gli Sviluppatori Immobiliari e le Aziende che gestiscono Beni Immobiliari Strumentali (Uffici e Impianti a Produttivi).
Che cosa significa, però, comportarsi da Committenza Pubblica BIM Aware e quali sono gli orizzonti della ricerca in questo ambito?
Tentiamo, per prima cosa, di sottolineare come la figura ideale della Domanda, Pubblica o Privata che sia, corrisponda a quella del Client and Owner, di una funzione committente che è interessata alla Gestione nel Ciclo di Vita dell'Opera che promuove, e non principalmente alla sua sola Realizzazione: il che vuol dire che occorra correlare gli Appalti Pubblici di Servizi di Progettazione, di Esecuzione e di Erogazione di Servizi di Manutenzione e di Gestione oppure che ci si trovi, per essere grossolani e per non evocare impropriamente il Partenariato Pubblico Privato, nell'ambito del Contratto di Disponibilita o di Concessione.
La finalità è, dunque, in primo luogo, quella di agire, ad esempio, sulle prestazioni fisico-ambientali del Bene Immobiliare grazie a un termostato intelligente, che sia, in seguito, in grado di ottimizzare le stesse sulla scorta degli specifici comportamenti, degli specifici stili di vita degli occupanti, per terminare con la capacità di intercettare, attraverso specifiche app, gli stati fisiologici e percettivi degli utenti, oltre che di «intrattenere un dialogo» con essi a proposito di una molteplicità di servizi alla persona erogabili.
Tale Domanda, però, in ultima analisi, è committente sia del Cespite Tangibile (magari sensorizzato) sia del Corredo Informativo che ne caratterizza, dopo l'Esecuzione, la Gestione: eventualmente in un tempo contrattualmente definito.
Si tratta di una Domanda, in questo caso Pubblica, che considera, invero, l'Immobile o l'Infrastruttura quale dispositivo produttivo per cui occorra sia efficientare le proprie prestazioni intrinseche (ad esempio, strutturali, energetiche, acustiche, ecc.) sia rafforzare la propria prestazionalità in funzione dei servizi che sono erogabili all'utente su base possibilmente individuale.
Possiamo, allora, anzitutto, definire tale Committente, che sarà a breve supportato metodologicamente e proceduralmente dalle norme ISO 19650-1 e 19650-2, oltre che dalle norme UNI 11337-1, UNI 11337-5, UNI 11337-6, come un soggetto che acquista, che acquisisce Dati strutturati in Informazioni, che siano leggibili computazionalmente, che siano, quindi, digitalizzabili.
Il Modello Informativo di un Cespite, infatti, è stato sovente concepito come il Doppio Digitale, quale contenitore dei repertori informativi inerenti, appunto, al suo Originale Analogico, repertori in parte collegati esternamente a esso.
La logica che sottende a questo intento deriva dal valore che un corredo informativo esaustivo e aggiornato apporta al Cespite Immobiliare o Infrastrutturale realizzato, ma presuppone anche, nel caso dei Beni Esistenti, che il Committente/Proprietario/Gestore sia dall'inizio, come accennato in precedenza, già detentore di questo Asset Information Model e che abbia una idea precisa degli scopi che con l'intervento oggetto del Contratto di Appalto o di Concessione intende perseguire.
La sola constatazione che il Doppio Digitale non possa che riportare versioni parziali e orientate, per essere utile, del suo riferimento analogico, dimostra come la Committenza Digitale, a partire dal rilievo multidisciplinare dello stato di fatto, non possa avere un atteggiamento neutrale, oggettivo, indifferente.
Il fatto è, però, che per fare ciò occorre, per prima cosa, saper produrre e organizzare i Dati originarî di commessa all'interno della redazione del Documento di Indirizzo Preliminare, già, in precedenza, denominato Documento Preliminare alla Progettazione, al fine di fare sì che essi siano sviluppati, anzitutto, nel corso della Progettazione di Fattibilità Tecnico Economica.
Questa ultima, rappresentando l'evoluzione della prima, vale a dire del Processo di Briefing, cerca di mitigare i rischi di insuccesso insiti nella Fase di Progettazione, specie per gli Interventi sul Costruito, antecedendo i quadri conoscitivi e decisionali.
Naturalmente, in una grande proporzione dei casi di intervento riscontrabili nel Nostro Paese, questa attività, che si concreta nel cosiddetto Capitolato Informativo (traduzione non letterale di Employer's Information Requirements o di Contracted Party's Information Requirements), si gioca sulla allocazione dei rischi, delle responsabilità e degli oneri indotti dall'Analisi del Costruito tra le (Contro-)Parti in causa.
Se, infatti, lo sforzo del legislatore sembra essere attualmente quello di anticipare nel Progetto di Fattibilità Tecnico Economica alcuni contenuti tradizionalmente associati e allocati al Progetto Definitivo, esso, per dimostrarsi efficace, non può prescindere da un ulteriore atto anticipatorio del Committente/Gestore che dovrebbe essere già in possesso di una adeguata Anagrafe Immobiliare o Infrastrutturale che diremmo BIM-Based.
Come che sia, tuttavia, il compito del Committente è chiaramente quello di descrivere il quadro esigenziale in maniera computazionale, dimostrando una piena padronanza dei contenuti dell'Opera che si commissiona, ma anche fornendo dati di ingresso alla Progettazione che siano il più possibile affidabili e tracciabili.
Il che vuol dire che, già all'atto della messa a disposizione dell'Asset Information Model, in sede di pubblicazione del bando di Gara di Appalto di Progettazione di Fattibilità, sono chiarite le assunzioni di responsabilità sul quadro iniziale, oltre che associate alle Parti Contrattuali le relative responsabilità.
Già questa considerazione mette in luce il grado assai elevato di professionalità e di competenza richiesto a Strutture Committenti che non potranno, di conseguenza, come sta già ora accadendo indipendentemente da ciò, che essere Centrali di Committenza o Soggetti Aggregatori, fatte salve le inevitabili e lodevoli eccezioni concernenti gli Enti Locali.
Se questa necessità pone, di per se stessa, in crisi un tessuto committente polverizzato che inizia ormai, ex lege, a scomparire, le frontiere della ricerca più innovativa mostrano come alla Manutenzione (o, in maniera più estesa al Facility Management) si affianchi, come predetto, l'Operazionalità, vale a dire, una nozione di «funzionamento» del Cespite Immobiliare o Infrastrutturale maggiormente collegata ai Servizi e alle Attività a esso riferite: da cui le accezioni di Edificio Connesso/Cognitivo o di Infrastruttura Connessa/Cognitiva.
Saremmo, in questa occasione, in presenza di una Committenza Evoluta, di cui, peraltro, si stenta ancora a trovare traccia nei mercati internazionali, ma che presenta qualche grado di parentela con la categoria della Disponibilità, così come definita nel relativo Contratto di.
È evidente, comunque, come semplicemente una Struttura di Committenza mossa dalla Gestione Informativa (Data-Driven) costringerebbe, a loro volta, il tessuto professionale e quello imprenditoriale a processi legati all'Aggregazione Dimensionale e all'Economia di Conoscenza, mutando, o stravolgendo, la attuale frammentazione dell'Offerta, simmetrica e speculare alla atomizzazione della Domanda.
Certamente la preoccupazione attuale delle Committenze Pubbliche più sperimentali, accentuata prima della pubblicazione del D.Lgs. 50/2016, è quella di non scoraggiare la partecipazione degli Operatori Economici alle Gare di Appalto, se non, addirittura, di essere contestati dagli stessi in sede giurisdizionale per aver messo in atto pratiche ostative alla concorrenzialità, pur espresse in termini premiali.
Ciò spiega perché, accanto alle disposizioni legislative richieste alla Domanda Pubblica, sia fondamentale una maturazione volontaria e spontanea della Offerta Privata, tale da non creare unilateralità, all'interno di un mercato, tuttavia, caratterizzato da sovraffollamento, nanismo dimensionale, scarsa redditività, forte indebitamento.
In definitiva, si tratta di traghettare simultaneamente verso una soddisfacente Digitalizzazione una Domanda alle prese con una evoluzione per certi versi impegnativa e una Offerta spesso disorientata e preoccupata delle prospettive di breve periodo.
A questo proposito, è significativo osservare come ancora siano scarse le risposte in tale direzione offerte da parte della Offerta Privata rispetto alle dinamiche avviate nella Domanda Pubblica, per quanto esse possano avvertirsi quali subìte, più che desiderate, dagli attori coinvolti.
In ogni caso, la Centralità della Committenza, ancor più della Progettazione, caratterizza la Transizione Digitale ed evidenzia come la presenza di Passive e, ancor peggio, di Unaware BIM Client rischi di ottenere risultati controproducenti.
Non dimentichiamo, infatti, che molti esperimenti di attività committente, improvvisata, nascano da richieste informative grossolane e confuse che, sotto il profilo tecnico-giuridico, non consentono di attribuire pienamente e correttamente le premialità previste in merito nel caso della valutazione delle offerte tecniche.
Si rammenta, inoltre, come negli Stati Uniti il rapporto contrattuale sia essenzialmente imperniato, tranne che per alcune rare eccezioni, direttamente sul BIM Execution Plan prodotto dal Fornitore, nel senso che il Committente, precedentemente, ne abbia definito, in una apposita linea guida, la struttura e i contenuti.
Nel Regno Unito, invece, l'Acquirente preferisce agire preventivamente sulla configurazione dei requisiti informativi attesi dalla Catena di Fornitura in un apposito documento (Employer's Information Requirements) che funga da canovaccio su cui articolare le risposte da parte dei Fornitori, tramite il BIM Execution Plan.
La ragione per cui nascono, come tratto distintivo britannico, i cosiddetti, inizialmente, Client's Information Requirements, si pensi alla Prigione Minorile di Cookham Wood, va attribuita, è utile ricordarlo, a una ambizione specifica: digitalizzare l'intera Catena di Fornitura (dalla Progettazione alla Gestione), attraverso una serie di richieste informative originarie del Committente destinate a disseminarsi, bidirezionalmente, lungo, appunto, i Livelli di Sub Fornitura e di Sub Appalto.
Gli Information Requirements devono, infatti, essere intesi come richieste bidirezionali che, provenienti originariamente dalla Struttura di Committenza, cercano di diffondere e di propagare correttamente le richieste informative lungo la Catena di Fornitura, rendendo tutti gli Attori Coinvolti nella Filiera contemporaneamente protagonisti di funzioni committenti e fornitrici.
La ragione che spinge alcuni operatori, in primis Mervyn Richards, a proporre ciò è, in definitiva, legato a un interrogativo cruciale, inerente al grado di affidabilità dell'offerta dell'Aggiudicatario di un Appalto o di una Concessione, da intendersi in senso diretto come indiretto, vale a dire, con riferimento a Catene e a Filiere di Fornitura raramente rese note nella loro completezza in sede, appunto, di gara o, almeno, di stipulazione del contratto.
Non dimentichiamo, peraltro, come uno dei punti più controversi della legislazione vigente stia nella prefigurazione di rose di potenziali Fornitori in sede di offerta, in quanto ciò irrigidirebbe i processi negoziali di interpello nella compagine offerente, diminuendone l'efficacia.
Certo è che nei Paesi che hanno sinora funto da battistrada il Processo di Digitalizzazione favorito, o imposto, dalla Committenza si è arrestato al Primo Livello di Fornitura (sia di Progettazione sia di Esecuzione), mentre l'obiettivo che si palesa come ulteriore ne implica l'estensione al Secondo e al Terzo Livello.
Naturalmente le procedure competitive di aggiudicazione di un contratto pubblico sono top-down, ma le attese del Committente riguardano, anzitutto, almeno la confidenza in una coesione orizzontale forte della compagine, del RTI, negli appalti pubblici di Sola Progettazione o di Sola Esecuzione.
Dato che, però, una delle cause della scarsa Produttività del Settore, è individuata, a livello internazionale, nella separazione e nella distinzione dei Saperi e delle Fasi, le formule contrattuali tendono al coinvolgimento precoce degli Esecutori nella Progettazione e, addirittura, dei Gestori e degli Utenti nella Committenza.
L'intenzione, dunque, è quella, nell'ambito di formule contrattuali sempre più lontane dal Design-Bid-Build (la nostra Sola Esecuzione) e sempre più vicine al Design-Build (il nostro Appalto Integrato), nonché al Design-Build-Operate (senza o con Transfer), di assicurarsi nell'ambito del patto negoziale che le promesse, le buone intenzioni, espresse dall'Appaltatore o dal Concessionario, in sede di gara, non si infrangano in un circolo vizioso tra cattivi flussi informativi e ancor peggiori flussi decisionali.
Come ben dimostra, tuttavia, il caso italiano, di forte, anzi radicale, limitazione dell'Appalto Integrato e del Contratto di Disponibilità, ma anche quello tedesco della strutturazione del tariffario professionale HOAI, questa tendenza presuppone contaminazioni e ibridazioni che sono mal accette ai protagonisti tradizionali del mercato.
Nel Nostro Paese, sovente, anche a causa di un complesso conoscitivo insufficiente, la Domanda Pubblica avvia il Procedimento con un quadro economico inadeguato, con presupposti contrattuali implicitamente conflittuali, tipici dei contratti transazionali, con la speranza di conseguire economie da ribasso che possano riaggiustare i flussi di cassa.
L'esito dell'operazione, come immaginabile, si risolve non di rado in una scarsa qualità progettuale ed esecutiva, indifferente alle necessità gestionali, oltre che in un elevato tasso di contenzioso la cui risoluzione dilata ulteriormente la tempistica.
Sfortunatamente la precedente possibilità legislativa di integrare Progettisti ed Esecutori si è risolta in forti tensioni e in reciproche prevaricazioni, sortendo effetti controversi che hanno indotto a un ripensamento altrettanto problematico.
Ciò dimostra, però, come la maturità dell'intero Settore sia necessaria affinché le condizioni ideali auspicate possano abilitare i metodi e gli strumenti della Gestione Informativa.
È ovvio che in questo contesto influisca la struttura del Modello Informativo Federato che scaturisce dall'Indirizzo Preliminare o dal Progetto Esecutivo: ad esempio, la configurazione del Modello Informativo Federato che riassuma i contenuti della Progettazione Esecutiva potrebbe avere superato tutte le Fasi della Verifica e della Validazione senza per questo essere utilizzabile proficuamente sia dall'Ufficio di Direzione dei Lavori sia dalla Direzione Tecnica di Cantiere.
Ciò costringerebbe a una profonda rielaborazione, se non persino al rifacimento del Modello Informativo Federato, con immaginabili gravi diseconomie.
In quest'ottica, la opportunità di coinvolgimento delle Imprese Concorrenti nelle gare di Appalto di Sola Esecuzione attraverso la definizione di proposte migliorative su determinati aspetti del Progetto Esecutivo posto a base della procedura competitiva dovrebbe riflettersi eventualmente anche nella riconfigurazione complessiva del Modello Informativo Federato destinato alla Esecuzione del Contratto.
In questo orizzonte, accanto al Capitolato Informativo, figura idealmente l'Ambiente di Condivisione dei Dati, altrimenti noto quale Common Data Environment.
Esso, evidentemente, è inteso quale Piattaforma, o meglio, insieme di applicativi informativi interoperabili, ma, in termini innovativi, si può immaginare un Ecosistema Digitale in cui tutti i Dati in esso presenti siano effettivamente «leggibili», cioè computabili.
Comprensibilmente, allo stato attuale, questi Ambienti presentano lacune e discontinuità, figurando tra le ragioni principali che sconsigliano, nel breve periodo, di abbandonare i riferimenti contrattuali documentali, anche laddove essi, di preferenza, debbano provenire dall'unico Modello Informativo Federato.
Se, infatti, nella versione convenzionale i flussi informativi si traducono in Dati che scorrono secondo quanto previsto in Capitolati Informativi e in Piani di Offerta nonché in Piani di Gestione Informativa, essi non risultano appieno digitalizzati, poiché, a ogni buon conto, il Documento, sia pure dematerializzato, rimane il Contenitore per eccellenza delle Informazioni.
Eppure, come indicano i cosiddetti Livelli di Definizione, i Dati, geometrico-dimensionali e alfa-numerici, strutturabili in Informazioni, una volta affrancati dai Documenti, si aggregano nell'Ecosistema Digitale liberamente, cioè in un modo facilmente elaborabile dai dispositivi informatici, ma poco familiare agli esseri umani.
In altre parole, in una transazione digitalizzata, i Dati sono computabili, sono elaborabili in maniera numericamente performante, ma restano pur sempre legati ai Documenti (e alla simmetria progressiva che, ad esempio, è insita nei contenuti informativi dei tre Livelli di Progettazione).
In una transazione digitale, al contrario, essi, in quanto integralmente ricompresi nell'Ambiente di Condivisione, interessano forme di Intelligence che, tutto sommato, fanno sì che le Informazioni, ad esempio, progettuali o realizzative, oltre a riguardare ovviamente l'Opera da concepire, restituiscano gli stati collaborativi o conflittuali potenzialmente identificabili in sede di valutazione delle offerte ed effettivamente riscontrabili nel corso dell'esecuzione del contratto.
Come si vede, specialmente in remoto, l'ambizione è quella, per la Committenza, di poter acquisire ed analizzare, nei limiti di riservatezza previsti dalle clausole contrattuali, non solo gli esiti, i risultati, contenuti nei Modelli Informativi (che rendono conto dei contenuti progettuali, esecutivi o gestionali), bensì pure le modalità con cui essi sono generati.
Rispetto al tema della Digitalizzazione della Committenza Pubblica in sede di procedura competitiva di aggiudicazione, anche nella successiva esecuzione del contratto, il Monitoraggio dei Processi attraverso la disamina del modo d'uso degli applicativi che li supportano, può rivelare alla Domanda il grado di affidabilità dell'Offerta, ricorrendo a software di Intelligence che analizzano le prestazioni di altri software.
In altri termini, mentre l'obiettivo di un Processo di Offerta e di Aggiudicazione digitalizzato consiste primariamente nell'efficientare e nel legittimare la valutazione dei fattori qualitativi, contenuti nell'offerta tecnica, i cui esiti spesso sfuggono parzialmente alle Commissioni Giudicatrici, quello di un processo digitale dovrebbe risiedere nel «mettere in gioco», grazie alle tecniche di simulazione, le capacità relazionali, collaborative, dei soggetti indicati dal Concorrente principale.
Nel primo caso, infatti, sulla scorta di un Modello Informativo Federato che riflette un Progetto di Fattibilità Tecnico Economica o un Progetto Esecutivo, rispettivamente per la Progettazione o per l'Esecuzione, la Stazione Appaltante o la Amministrazione Concedente identifica alcuni temi su cui competere digitalmente e giudica comparativamente e computazionalmente gli esiti delle offerte presentate.
La ratio di questo approccio è, dunque, di far sì che ogni proposta avanzata dal Concorrente sia da esso analiticamente legittimata, nonché validata dalla Commissione Giudicatrice, oltre che oggettivamente comparabile con le analoghe proposte sottomesse dai Concorrenti.
Si tratta evidentemente della forma più avanzata oggi ipotizzabile, che prevede spesso pure il coinvolgimento dei Sub Fornitori e dei Sub Appaltatori nella validazione dei contenuti delle offerte, ma che necessariamente si esplica in forma «statica», poiché alla predisposizione delle stesse segue sequenzialmente la loro valutazione, con modeste, tramite audizioni, o nulle interazioni tra i proponenti e i giudicanti.
Nel secondo caso, a oggi solo immaginato, il Modello Informativo Federato posto a base di gara costituisce il pre-testo per cui «dinamicamente» Catene di Fornitura intere competano, reagendo, nell'ambito della Gamification, alle sollecitazioni della Stazione Appaltante o dell'Amministrazione Concedente.
Si tratta di una forma di anticipazione, simulata, delle dinamiche, appunto, dell'esecuzione del contratto all'interno della Fase di Aggiudicazione.
Naturalmente, lo scopo ultimo di questo approccio comportamentale, sta nel garantire una migliore continuità decisionale della Struttura di Committenza tra la fine della Fase di Aggiudicazione dell'appalto e l'inizio di quella di Esecuzione del Contratto, in cui spesso gli Attori della Domanda, e dell'Offerta, in parte cambiano e la memoria delle soluzioni premiali si attenua.
Una volta il contratto posto in esecuzione, la Committenza potrà esercitare, come detto, una vera e propria attività di Business Intelligence nei confronti dell'Appaltatore o del Concessionario.
Ma, come si vede, siamo ben oltre la Transizione tra Analogico e Digitalizzato, in cui occorrerebbe anche chiedersi chi possa farsi Agenzia che metta in relazione Domanda Pubblica e Offerta Privata nel contesto della simulazione comportamentale o dello stress test: colui che gestisce l'Ecosistema Digitale?