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Adepp: un manifesto per il futuro

Adepp, Associazione degli enti previdenziali privati, ha formalizzato nel manifesto per il welfare dei professionisti italiani la richiesta di un nuovo ruolo per le casse di previdenza private

Welfare allargato, autonomia, tassazione e previdenza: proposte chiare che interrogano la politica


Un nuovo ruolo per le casse di previdenza private. É questa la richiesta che l’Adepp, Associazione degli enti previdenziali privati, ha formalizzato nel manifesto per il welfare dei professionisti italiani, sottoposto alle forze politiche in campagna elettorale.
Al centro del manifesto temi come welfare allargato, autonomia, tassazione e previdenza, che secondo Adepp dovrebbero essere rivisti dato l’impatto pesante della crisi sui professionisti.

“Tutti i dati in nostro possesso, e più volte resi pubblici, ci dicono che i nostri iscritti hanno subito pesantemente la crisi e non si intravede alcun bagliore che indichi come si esca dal tunnel. Ciononostante siamo di fronte a un’assenza preoccupante sia di politiche sia di misure di sostegno a favore dei professionisti italiani. In piena solitudine, in un gesto di grande responsabilità verso i nostri iscritti e verso il nostro Paese, abbiamo deciso di mettere in campo idee per la crescita dell’occupazione e dello sviluppo del lavoro”.

Con queste parole Andrea Camporese, presidente di Adepp, l’associazione degli enti di previdenza privatizzati, introduce e spiega la nascita del Manifesto.
Il sistema della previdenza privata si sta ponendo responsabilmente il tema del welfare del mondo del lavoro non dipendente. I mutamenti tecnologici ed economici della globalizzazione e i processi di mobilità del capitale umano colpiscono in maniera pesante il lavoro autonomo, più del lavoro dipendente, mettendo in crisi i modelli e le istituzioni tradizionali. Molti degli Enti aderenti all’AdEPP hanno messo in essere politiche di sostegno specifiche nel tentativo di “accompagnare” il professionista nell’arco della vita lavorativa e non semplicemente di garantirgli una prestazione pensionistica. L’avvio al lavoro, le coperture assicurative in caso di eventi traumatici, l’aiuto nell’accesso al credito sono solo alcuni dei versanti che potranno essere approfonditi in futuro. Per incardinare una tutela allargata e reale servono risorse rilevanti che non possono essere detratte dai versamenti degli iscritti, allo stesso tempo queste criticità appaiono ineludibili nel processo di trasformazione del mercato del lavoro.
La fiscalità di vantaggio, in presenza di Fondazioni senza scopo di lucro, resta una delle poche leve disponibili per incardinare un processo sostanziale di protezione sociale che vada ad alleviare una disparità evidente di trattamento rispetto al mondo del lavoro dipendente. Una strategia di lungo periodo potrebbe, come più volte sottolineato pubblicamente, risultare di grande utilità per lo Stato laddove si vedrebbe tendenzialmente diminuire la spesa pubblica assistenziale, almeno in alcune aree che restano escluse dall’assicurazione sanitaria generale.
Alla vigilia del voto democratico gli schieramenti hanno il dovere di rispondere ad alcune domande insite nel manifesto presentato. Volete che le pensioni dei professionisti siano realmente sostenibili ed adeguate e restino private? Pensate che il patto fondativo resti valido e vada arricchito? Pensate che la libera professione, rappresentando un valore sociale, meriti una attenzione pari al lavoro dipendente, pur con caratteristiche diverse?

Scarica il manifesto

 

Il commento del presidente Paola Muratorio a sostegno del documento per il welfare dei professionisti italiani

Da quando il processo di riforma della previdenza ha coinciso con la recessione nella quale è precipitato il nostro Paese, insistiamo su temi che non si fermano alla ‘sola’ previdenza, ma guardano, anche e soprattutto, alla drammatica mancanza di lavoro per le nostre categorie e a come affrontare questo deficit.
I nostri iscritti, i nostri colleghi, ci chiedono di contare di più. Ed è giusto che sia così. Siamo oltre due milioni di liberi professionisti e siamo portatori di competenze, conoscenze e “saper fare” che rappresentano il principale se non l’unico, vero, vantaggio competitivo a disposizione di chi saprà far ripartire il sistema. 
Abbiamo i numeri non solo per contare ma per concorrere a definire ed attuare gli interessi generali del Paese. E li abbiamo ancora di più dopo aver realizzato la riforma della previdenza. Adeguandola al più vasto riordino del sistema pensionistico italiano abbiamo introdotto agevolazioni per i più giovani, protezioni per gli anziani e meccanismi di solidarietà per chi ha redditi insufficienti.
Il “Manifesto per un welfare dei professionisti italiani” promosso dall’Adepp è un primo importante passo per renderci, al pari di altre categorie produttive, un interlocutore autorevole ed ascoltato del Governo che verrà.
Noi non vogliamo e non chiediamo, privilegi, protezioni o prebende. Ci interroghiamo ed interroghiamo chi ci governerà: sul ruolo essenziale del sistema previdenziale privato, sugli elementi chiave del rapporto tra quest’ultimo e la Pubblica Amministrazione e su come poter attivare un circolo virtuoso tra previdenza e lavoro. Non sono domande oziose. Noi, con il Manifesto, proponiamo: un modello fondato su indipendenza patrimoniale, autonomia gestionale, vigilanza pubblica; un sistema legislativo, più in linea con l’Europa, che guardi alle professioni prima che alle loro organizzazioni, senza privilegi ma senza penalizzazioni fiscali. E vogliamo infine un “welfare allargato”, dove la previdenza si integri con nuove opportunità, prima tra tutte un migliore accesso al credito. 
Possiamo partire da qui per declinare i nostri interessi aiutando l’Italia a crescere, attraverso percorsi che tengano conto di chi, al nostro Paese, molto ha dato e molto potrà dare.

IL PRESIDENTE 
Arch. Paola Muratorio