Italian Concrete Conference
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Aggregati riciclati a valore aggiunto derivanti da rifiuti da costruzione e demolizione

Attualmente solo il 7% dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) viene riutilizzato per produrre calcestruzzo, mentre il resto è destinato a usi secondari. Il progetto Life CDWCIRCLE punta a riciclare integralmente i C\&D con nuove tecnologie, producendo aggregati di alta qualità riutilizzabili nel settore edilizio.

Secondo ANPAR Italia, solo il 7% dei C&D riciclati viene riutilizzato per produrre nuovo calcestruzzo, mentre la maggior parte viene reimpiegata in pavimentazioni stradali, ferroviarie ed altre opere civili (82%) o per operazioni di riempimento (11,5%). Il progetto Life CDWCIRCLE, co-finanziato dall’Unione Europea, ha l’ambizioso obiettivo di raggiungere il riciclo totale dei C&D trattati, grazie ad una tecnologia di selezione innovativa che permetterà di separare le frazioni inerti (aggregati, mattoni, piastrelle, ecc.) e che consentirà la produzione di aggregati riciclati ad elevato valore aggiunto, per un successivo riutilizzo nel settore delle costruzioni. Un nuovo impianto di trattamento di C&D sarà progettato ed installato in uno dei siti autorizzati in provincia di Brescia (Italia) e gli aggregati riciclati prodotti saranno successivamente caratterizzati e riutilizzati per la produzione di calcestruzzo. Dopo la fase di sperimentazione, saranno sviluppati modelli di business adeguati, in modo da generare un sistema con stakeholder attivi nel settore.


Solo il 7% circa dei C&D riciclati viene reimpiegato per la produzione di calcestruzzo non strutturale e strutturale

Nell’Unione Europea, circa il 50% delle materie prime disponibili viene impiegato nel settore delle costruzioni, il quale si posiziona al primo posto in termini di consumo di risorse. Secondo i dati EUROSTAT, i rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) costituiscono il flusso più significativo di rifiuti prodotti in Europa, ammontando ad oltre 800 milioni di tonnellate all’anno. L’Italia risulta essere uno dei maggiori produttori di rifiuti C&D in Europa, con una produzione annua di circa 80 milioni di tonnellate (ISPRA 2023).

Per far fronte agli elevati quantitativi prodotti ed incentivare un recupero e riutilizzo più consapevole dei rifiuti C&D, l’Unione Europea, con la Direttiva 2008/98/CE, ha imposto a tutti gli Stati Membri, per l’anno 2020, il raggiungimento di una soglia del 70% in peso di C&D non pericolosi da preparare per il riutilizzo, il riciclaggio o altro recupero di materia- le, comprese le operazioni di riempimento.

A seconda del paese considerato, i tassi di recupero possono variare. Al 2018, i paesi meno virtuosi risultavano Bulgaria e Slovacchia, con tassi di recupero rispettivamente del 25% e del 50%, con la restante parte destinata a smaltimento. I paesi più virtuosi risulta- vano invece Paesi Bassi e Malta, con tassi di recupero molto prossimi al 100%, seppur suddivisi in modo molto diverso: se per i Paesi Bassi il 100% dei rifiuti C&D è stato destinato ad operazioni riciclo, per Malta invece solo il 20% circa è stato destinato ad operazioni riciclo, mentre la restante parte è stata utilizzata per operazioni di riempimento (Damgaard et al. 2022).

Per quanto riguarda l’Italia, dati del 2021 dimostrano come l’80,1% dei rifiuti C&D sia stato trattato per il riutilizzo, il riciclo e le altre forme di recupero di materia, percentuale quindi ben al di sopra dell’obiettivo del 70% fissato dalla Direttiva 2008/98/CE per il 2020 (ISPRA 2023).

Sebbene questi elevati tassi di riciclo potrebbero suggerire un buon livello di circolarità nella gestione dei rifiuti C&D, i materiali e le pratiche costruttive del passato, nonché le attuali tecniche di demolizione, per lo più non selettive, contribuiscono a genera- re materiali non sempre adatti al riutilizzo nel settore delle costruzioni, ostacolando così la piena attuazione degli obiettivi dell’economia circolare.

Solo il 7% circa dei C&D riciclati viene infatti reimpiegato per la produzione di calcestruzzo non strutturale (6,8%) e strutturale (0,4%), mentre la maggior parte viene declassata per essere utilizzata come stabilizzante per pavimentazioni stradali, ferroviarie ed altre opere civili (82%) o per operazioni di riempimento (11,5%) (Ronchi & Nepi 2021). Pertanto, il valore intrinseco dei C&D non risulta pienamente sfruttato ed alcuni aspetti qualitativi delle operazioni di trattamento per ottenere aggregati di maggiore qualità non vengono affrontati con la giusta attenzione.

Federbeton (“Federazione italiana filiera cemento e calcestruzzo”), all’interno del Rapporto di Sostenibilità 2022, ha evidenziato come il mercato degli aggregati riciclati di alta qualità per la produzione di calcestruzzo continui ad essere sottosviluppato sul territorio nazionale, limitando gli sforzi delle imprese verso l’adozione di soluzioni sempre più “green”. Le aziende operanti nel settore del calcestruzzo hanno già segnalato diverse criticità riguardanti l’utilizzo di inerti provenienti da operazioni di trattamento e recupero dei rifiuti C&D, tra cui lacune normative e disponibilità limitata di aggregati idonei e di qualità adeguata.

Diversi studi in letteratura hanno dimostrato come gli aggregati derivanti da operazioni di riciclo dei rifiuti C&D siano idonei per essere reimpiegati in parziale sostituzione dell’aggregato naturale grossolano per la produzione di calcestruzzo, seppur con penalizzazioni di proprietà reologiche e meccaniche (Pedro et al. 2017, Hasan et al. 2019, Lavado et al. 2020). Le criticità riscontrate risultano infatti numerose e devono essere analizzate caso per caso, par- tendo da un’attenta ed accurata progettazione della miscela.

La normativa UE, così come la Direttiva 2018/851, incoraggia gli Stati Membri ad intraprendere azioni per promuovere sia la demolizione selettiva che una migliore cernita, al fine di ottenere materiali con un valore aggiunto più elevato. Inoltre, sebbene i tassi di recupero dei C&D siano aumentati in modo esponenziale negli ultimi anni, gli operatori del settore devono ancora affrontare numerose sfide per immettere sul mercato i loro prodotti riciclati. Nella maggior parte dei casi gran parte del materiale rimane infatti immagazzinato presso l’azienda, principalmente a causa della concorrenza sui prezzi delle materie prime vergini, della mancanza di fiducia nella qualità dei materiali, della mancanza di un mercato di nicchia, di lacune normative e del potenziale contenuto di sostanze inquinanti.

 

Contesto locale

La Lombardia è una regione situata nel nord Italia ed è la più popolosa della nazione (circa 10 milioni di abitanti nel 2021), nonché una delle più grandi. È anche una delle regioni più ricche dell’Unione Europea e rappresenta, da sola, il 23% del PIL italiano (Della Bella et al. 2023). Il flusso annuo di rifiuti C&D in Lombardia si ricava osservando i quantitativi prodotti e gestiti in regione, che ammontano, al 2021, rispettivamente a 15,5 e 18,9 milioni di tonnellate (considerando le scorte degli anni precedenti e i flussi in entrata e in uscita, ARPA 2021).

Dalle analisi effettuate attraverso un progetto finanziato da Regione Lombardia nel 2017 (Rigamonti et al. 2017) è emerso che uno dei maggiori problemi per il riutilizzo degli aggregati riciclati risulta essere la mancanza di un mercato stabile ed efficace. Il mercato odierno è infatti estremamente instabile ed è perlopiù legato alla realizzazione di grandi progetti, prevalentemente relativi al settore stradale. Risulta quindi di fondamentale importanza rivedere lo sce- nario attuale e adottare politiche regionali adeguate, al fine di:

  • promuovere l’utilizzo dei materiali riciclati nel settore edile, aumentandone la qualità mediante l’incentivazione delle operazioni di demolizione selettiva in cantiere ed il miglioramento del livello tecnologico degli impianti di riciclaggio;
  • ottimizzare il sistema di gestione, riducendo la quantità di C&D smaltiti in discarica (la quale fortunatamente risulta essere già molto bassa);
  • ridurre al minimo le fasi di trasporto e di gestione intermedia dei rifiuti, posizionando strategicamente gli impianti sul territorio;
  • promuovere iniziative e misure che favori- scano il contatto e la comunicazione tra gli impianti di trattamento e gli utilizzatori finali degli aggregati riciclati.

 

Overwiev sui rifiuti C&D e sugli aggregati riciclati (AR) da essi derivanti

Composizione merceologica dei rifiuti C&D

I processi di trattamento e recupero dei materiali provenienti da operazioni di demolizione sono parti- colarmente complessi a causa della presenza di di- versi elementi, talvolta anche combinati tra loro e per i quali non risulta possibile distinguere il singolo costituente.

Infatti, i C&D provengono da operazioni di nuova costruzione, ristrutturazione (o microdemolizione), demolizione (edilizia e stradale) e scavo. A livello locale (Lombardia), il 95% dei C&D è composto da materiali classificati con i seguenti codici EER (Catalogo Europeo dei Rifiuti):

  • 17.09.04: rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17.09.01, 17.09.02 e 17.09.03;
  • 17.05.04: terre e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17.05.03;
  • 17.03.02: miscele bituminose, diverse da quelle di cui alla voce 17.03.01;
  • 17.04.05: ferro e acciaio;
  • 17.01.01: cemento;
  • 17.01.07: miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diversi da quelle di cui alla voce 17.01.06;
  • 17.05.08: pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17.05.07.

 

Nella Tabella 1 sono riportati, per le singole frazioni dei rifiuti C&D, i codici EER, la pericolosità, le quantità e le percentuali rispetto al totale (elaborazioni dati MUD – “Modello Unico di Dichiarazione Ambientale”, 2018).

 

Composizione merceologica dei rifiuti C&D in Lombardia, pericolosità, quantità e percentuali rispetto al totale (elaborazioni dati MUD 2018).

 

La composizione merceologica e, di conseguenza, le caratteristiche fisiche, chimiche e ambientali dei rifiuti C&D, varia a seconda dell’area considerata e delle tecniche di costruzione e di demolizione. La Tabella 2 mostra un confronto tra la composizione media dei rifiuti C&D a livello europeo (EU27) e italiano (Damgaard et al. 2022).

 

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