Appalti pubblici: il Governo approva il nuovo Codice
In occasione della riunione del Consiglio dei Ministri tenutasi questa mattina 3 marzo, è stato approvato il nuovo codice per gli appalti pubblici.
Il nuovo “Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione” prevede l’emanazione di linee guida di carattere generale, da approvare con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti su proposta dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e previo parere delle competenti commissioni parlamentari. “Le linee guida, quale strumento di soft law - si legge nella nota - contribuiranno ad assicurare la trasparenza, l’omogeneità e la speditezza delle procedure e fornire criteri unitari”. Viene inoltre regolata la Governance, con il rafforzamento dell’ANAC nel sostegno alla legalità, il ruolo del Consiglio Superiore del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e l’istituzione della cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Per il Nuovo Codice, SEMPLIFICAZIONE, TRASPARENZA, LOTTA ALLA CORRUZIONE e QUALITÀ saranno le parole chiave che lo contraddistingueranno. Una semplificazione che parte prima di tutto da una riduzione degli articoli che lo compongono, passando dai 660 articoli 1500 commi del precedente Codice ai 217 articoli dell’attuale.
NOVITA'. Molte le novità, prima fra tutte il rafforzamento del ruolo conferito all’ANAC nella lotta contro la corruzione negli appalti. All’ANAC saranno infatti assegnati nuovi compiti certificati a cui - promette il ministro -corrisponderanno anche risorse adeguate. Secondo il nuovo testo infatti all’ANAC saranno affidati funzioni di controllo, monitoraggio ed anche capacità sanzionatorie nonché di adozione di atti di indirizzo quali linee guida, bandi e contratti tipo.
Cambieranno le regole sulla qualificazione come sarà prevista l’introduzione del Bim (building information modeling) nelle gare di appalto. Nell’ambito delle misure di trasparenza - informa la nota del Governo - si prevede infatti il graduale passaggio a procedure interamente gestite in maniera digitale, il ricorso a mezzi elettronici di comunicazione ed informazione, e la pubblicità di tutte le fasi precedenti e successive della gara. Vengono infine ridotte a due le banche dati, una, presso l’ANAC, per l’esercizio dei poteri di vigilanza e controllo e l’altra, presso il MIT, sui requisiti generali di qualificazione degli operatori economici.
Diverso sarà anche il rapporto con il privato, che sulle opere pubbliche si assumerà un rischio operativo "autentico". “il rischio operativo – ha commentato Delrio - sarà in capo al soggetto privato. Lo Stato non sarà obbligato a ripianare perdite su rischi assunti dai privati. Sembra una banalità, ma non era così. Con il nuovo codice questa sarà la regola. I privati avranno un rischio vero”.
ADDIO AL MASSIMO RIBASSO. Sul punto caldo del massimo ribasso il ministro è stato molto chiaro “Basta con il massimo ribasso, che resterà solo per casi assolutamente marginali e ben normati. Gli appalti verranno assegnati in base al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. L'attenzione sarà alla qualità non più al prezzo più basso”.
CENTRALITA’ DEL PROGETTO. Nel nuovo Codice la progettazione torna ad assumere un ruolo fondamentale e si articola in tre livelli: progetto di fattibilità, progetto definitivo e progetto esecutivo. Obiettivo: limitare il numero di varianti di progetti e l’aumento di costi e tempi.
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