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ArcVision Prize 2016: ecco le architette finaliste

Ecco l’elenco delle finaliste dell’«ArcVision Prize» 2016, il premio di architettura al femminile che Italcementi organizza dal 2013.

Il premio (che quest’anno vedrà la cerimonia conclusiva il 7 aprile al Teatro dell’Arte di Triennale Milano, legandosi all’attesa XXI esima Esposizione Internazionale) trova in gara venti tra singole progettiste e studi «al femminile», provenienti da tutto il mondo. L’americana Marion Weiss e il duo formato da Eva Castro, argentina, e Ulla Hell, italiana; le franco-marocchine Salwa e Selma Mikou e le greche Rena Sakellaridou e Morpho Papanikolaou. Ma tra la selezione troviamo anche le idee di Maria Menezes e Diana Nunes, attive in un Paese in via di sviluppo come il Mozambico, nascono dalla consapevolezza di vivere in un mondo governato da un’economia instabile. E il loro Centro per la Comunità educativa del Parco Nazionale di Gorongosa punta su strutture lignee e ecosostenibili. In California, Jennifer Siegal ha addirittura chiamato il suo studio «Office of Mobile Design»: prefabbricati, case che si possono smontare e ricostruire. E la sua ricerca è quella dei materiali più adatti per dare vita a questa filosofia. Nella piscina «Feng Shui» a Issy les Moulineaux, in Francia (2015), Salwa e Selma Mikou lavorano sulla fluidità degli spazi e su modi per utilizzare la luce naturale. La britannica Amanda Levete, coinvolta nell’espansione del Victoria & Albert Museum di Londra, ha ideato, tra le altre cose, una nuova galleria per mostre temporanee.

La giuria internazionale (che si riunisce oggi e domani per decidere la vincitrice) è la stessa dello scorso anno, con l’aggiunta della giornalista Daniela Hamaui, tra cui ricordiamo Shaikha Al Maskari, Vera Baboun e Odile Decq.

Insomma, questo premio che da quattro anni sostiene soluzioni tecnologiche, innovative e sorprendenti sul piano culturale, sembra «assomigliare» sempre di più alle donne-architetto: si premia la sensibilità, la capacità di inglobare paesaggio e progetto, l’attenzione verso nodi come la sostenibilità. Tutto per valorizzare «la centralità delle donne nella società attuale — dice Carlo Pesenti, ad di Italcementi —, la loro capacità di costruire un futuro più armonico, la sensibilità per coniugare le innovazioni tecnologiche con passione e fantasia, sentimento e dedizione».

Fonte: SOLE 24 ORE