Calcestruzzo: come si può controllare un prodotto in fabbrica se la macchina per la produzione non esiste ?
Silvio Cocco tocca un tema importante sulla garanzia di qualità del calcestruzzo: quello del processo di produzione delegato a figure esterne, i padroncini.
Il calcestruzzo è un materiale ampiamente utilizzato, si dice il più utilizzato al mondo dopo l'acqua, ma la conoscenza di alcuni suoi aspetti basilari e incredibilmente ancora spesso di livello basso, e di frequente i media generalisti lo "trattano davvero male" incolpandolo di problemi che in genere sono causati da "un altro soggetto". Ho ritenuto utile fare questa breve intervista a un amico, Silvio Cocco, imprenditore del settore e da sempre impegnato in iniziative di formazione e divulgazione tecnica, che cortesemente mi ha risposto. Ecco cosa è emerso.
Calcestruzzo depotenziato ?
Caro Silvio,
quando oggi un’opera esistente presenta dei problemi strutturali connessi alla qualità del calcestruzzo con cui è stato costruito si usa spesso il termine “calcestruzzo depotenziato”. E’ una frase che ha senso tecnico ? Perchè ho la sensazione che spesso le ragioni stiano a monte, in una prescrizione fin dall’inizio sbagliata dei materiali.
Silvio Cocco (SC): Calcestruzzo “depotenziato” termine ormai adottato in ogni dove si parli di calcestruzzo, termine ormai inflazionato, sulla bocca di tutti, ingegneri, giudici, periti del tribunale e non insomma tutti, il termine deve piacere molto e credo che dia a chi la pronuncia anche un non so’ che di professionale, un aria di quello che "un aria da esperto nella materia davanti ad una platea che non sa", il termine fa effetto e quindi si usa.
Dire a sproposito e dir poco, ma fa niente, piace e…..convince. Depotenziato significa che prima era potenziato, ma prima quando?
Aggiunta d'acqua al calcestruzzo: di chi è la colpa ?
Sicuramente l’aggiunta di acqua in autobetoniera è uno dei “tumori” del settore. Ma dopo tutti questi anni in cui si è parlato dell’importanza del rapporto acqua cemento ha ancora senso parlare di “incoscienza” e mancata conoscenza del problema o piuttosto è più corretto parlare di noncuranza dovuta all’assenza di controlli ?
(SC): Rapporto acqua/cemento. Temo che anche su questo punto si stia inflazionando l’espressione, temo che si sia trovata un'ulteriore espressione che permetta di colpevolizzare qualcuno, qualcuno che non si sa mai chi sia, dove sia, e a fare cosa.
Il posatore del calcestruzzo, figura misteriosa ma presente in ogni cantiere, già perché ormai l’impresa non ha più il suo personale ha solo subappaltatori, o, diciamola meglio cottimisti, che lavorano a quantità di lavoro prodotto, e se il calcestruzzo come in questo caso, non si pone in opera da solo, non fanno metri cubi e di conseguenza non producono il guadagno prefissato nel tempo prestabilito e di conseguenza l’acqua è la loro salvezza e poco contano i danni che l’aggiunta di acqua produce, conta solo la quantità dei metri prodotta a fine giornata !!!
L’Imprenditore si trova sempre più spesso sotto ricatto, mi consenti di aggiungere acqua, o mi aumenti il prezzo a metro cubo o abbandono il cantiere: la scelta è a questo punto bell’è fatta.
A questa situazione si aggiunge sempre più spesso, in questi periodi di crisi, gli aggregati sporchi, con abbondanti quantità di limo: lavarli costa e non ci si può permettere questo lusso, l’assenza di controlli e la totale mancanza di certificazione, aggiungo controllata, completano l’opera. Il limo o il troppo fine sottraggono acqua all’impasto e così si parte già dal carico con un rapporto acqua cemento sballato se poi si aggiunge il resto durante il percorso .
Da accurati studi effettuati, la mescolazione influisce non poco sulla lavorabilità del calcestruzzo, questa disperde le particelle di cemento in maniera omogenea e contribuisce non poco ad incrementare la fluidità del prodotto ma mescolare costa e costa in carburante al” padroncino” quindi meglio l’acqua costa meno anche in termini di usura della macchina, tanto nessuno controlla e mi può contestare una ridotta mescolazione dov’è chi ci capisce lungo il percorso prima della consegna del trasportato, tra l’altro con bolletta di consegna di un terzo; in questa confusione di chi è la colpa, ma soprattutto chi è in grado e ancora chi vuole trovare il colpevole ? ecco, così nasce il misfatto.
Non sono poche le volte, che si lascia in betoniera l’acqua di risciacquo, convinti che anche se poco ma contiene pur sempre particelle di cemento che possono solo far bene al carico che si andrà a fare, senza conoscerne la quantità e quindi senza poter correggere l’acqua in ricetta; vogliamo spendere anche due parole sulla compensazione sabbia/umidità contenuta, questa operazione e delicatissima e non è fattibile senza l’aiuto delle sonde funzionanti e soprattutto tarate, come tarate devono essere tutte le bilance dell’impianto cosa rara e non sono poche le volte che le sonde vengono isolate perché a loro detta fanno perdere del tempo nelle operazioni di carico dell’autobetoniera.
Ma quando citiamo il rapporto acqua cemento, davanti a questi fatti, tutt’altro che rari, di cosa stiamo parlando?
Se si aggiunge acqua è perchè si vogliono calcestruzzi più lavorabili. Ma se si fornissero calcestruzzo minimo in classe S4 il problema permarrebbe ? E come può essere che nel 2020, a oltre 50 anni dalla nascita del settore del calcestruzzo preconfezionato, ancora si producano e consegnino calcestruzzi in S2 e S3 ?
(SC): Come già detto, il rapporto acqua cemento non dipende totalmente dalle aggiunte ma senza alcun dubbio è aggravato da queste; fornire tutto in S4 ? si può, ma costa fornire in S4 e mantenere un decente rapporto A/C (tutto relativo) costa in additivo e la furbizia sostenuta dall’incompetenza suggerisce l’acqua costa meno.
Va tenuto anche presente che non tutti i cantieri possono utilizzare un S4 ;certamente un S4 o addirittura un S5 ben progettato come facciamo noi dell’Istituto Italiano per il Calcestruzzo per le pavimentazioni industriali costerà qualche cosina in più ma a conti fatti rende enormemente in più; rende in più in tempi di getto, rende in più in omogeneità dell’impasto, vista la totalità degli impianti che non usano mescolatore, e la dispersione omogenea della pasta di cemento rende di più anche in fatto di resistenze finali, di impermeabilità e quindi di durata, insomma i vantaggi sono tanti anche per i “PADRONCINI” che così avrebbero un minor consumo delle parti meccaniche dei loro mezzi e perché no un minor consumo di carburante per il minor sforzo in mescolazione.
Per far questo però ci vogliono le conoscenze giuste, ci vogliono i tecnici giusti per il progetto, per i controlli; ci vogliono i materiali giusti ed allora non ci si può soffermare sul fatto che in 50 anni si sia ancora fermi ad una classe di lavorabilità E’ ENORMEMENTE PIU’ GRAVE CHE IN 50 ANNI SI STIA PARLANDO ANCORA IN QUESTI TERMINI.
Produzione del Calcestruzzo e mescolatore
La crisi ha ridotto l’uso dei cosiddetti trasportatori aziendali, facendo ulteriormente esplodere la scelta dei padroncini. In un sistema quindi in cui il trasporto è affidato a terzi, non si dovrebbe arrivare a una maggiore garanzia della qualità del calcestruzzo obbligando l’uso del mescolatore in impianto ? Quali vantaggi si otterrebbero ? In Europa cosa succede ?
(SC): La crisi sta facendo moltissimi danni in tutte le direzioni, ma le crisi vanno sapute leggere ed è proprio la crisi, la necessita di non essere investiti che ci deve portare ad aguzzare l’ingegno per potersi scansare per potersi mettere in sicurezza e non essere travolti, persistere negli errori del passato significa andare a testa bassa contro un muro in calcestruzzo ma questa volta un calcestruzzo buono resistente. Forse non conosciamo e l’impatto non può che essere devastante.
L’impiego sempre maggiore dei cosiddetti padroncini comporta un insieme di problematiche mai prese in considerazione seriamente, iniziando da un problema fiscale, la consegna di un materiale in via di produzione mentre in bolla risultano le caratteristiche di un prodotto finito, materiale prodotto da chi? Forse dal padroncino? Sulla bolla non risulta e questo crea un mare di problemi, conflitto di interessi in primis, che interesse ha il padroncino a rispettare i tempi di mescolazione previsti dalla normativa, consumare più gasolio? Usurare le parti meccaniche del suo automezzo? E con quale responsabilità si assume l’onere di essere lui in effetti il vero produttore del calcestruzzo? Con quali capacità e conoscenze risponde di quello che fa? Chi lo controlla in questa vera sua veste?
I punti interrogativi sono infiniti e tutti da sempre senza risposta.
Senza la presenza di un mescolatore è possibile garantire - solo attraverso le sonde dell’umidità e l’automazione - il rapporto acqua/cemento finale di un calcestruzzo ?
(SC): La presenza negli impianti del mescolatore e ormai l’annoso problema, irrisolto da sempre, ormai possiamo asserire con certezza volutamente irrisolto.
Spesso si è parlato dell’importanza all’uso del mescolatore in generale, senza entrare nel merito della tipologia di mescolatore adatto per una produzione di calcestruzzo preconfezionato. Un mescolatore quindi vale l’altro ?
(SC): Nessuno ha mai trattato l’argomento: tipo di mescolazione, questo la dice molto lunga, in un paese dove non esiste l’obbligo del mescolatore nell’impianto di produzione è stupido disquisire sulla tipologia dello stesso.
Certificazione FPC del calcestruzzo
L’obbligo della certificazione FPC è stata ottenuta da tutti gli impianti esistenti senza però portare a un aumento né di prove sul calcestruzzo né di assunzione di tecnici di centrale. Come valuti questa situazione ? Abbiamo ottenuto una certificazione di carta ?
(SC): La presenza o meno nell’impianto di betonaggio è la condizione sine qua non per la certificazione FPC, senza mescolatore non è possibile certificare un impianto indipendentemente da tutti gli altri requisiti. FPC significa CONTROLLO DI PRODUZIONE IN FABBRICA, come si può controllare un prodotto in fabbrica se la macchina per la produzione non esiste?
Controllare significa anche possibilità di correggere, e dove possiamo prelevare i campioni da correggere se non dal mescolatore che ci garantisce oltretutto la costanza di ciò che debbo fornire? Dove posso effettuare la correzione se non nel mescolatore per poi avere la necessaria conferma? Conferma che mi permette di dichiarare in BOLLA le caratteristiche del PRODOTTO che vendo in piena responsabilità senza dovermi arrampicare alle AGGIUNTE DI ACQUA IN CANTIERE.
E allora come mai in ITALIA tutti sono in possesso della certificazione FPC quando il 97% degli impianti non hanno i requisiti per essere certificati? Questa non è una mia asserzione è un dato di fatto appurato e sostenuto da primarie stazioni appaltanti a livello nazionale.
Prescrizione del calcestruzzo
Una ultima domanda. L’evoluzione tecnologica nel calcestruzzo oggi ha portato alla possibilità di formulare calcestruzzi con caratteristiche e prestazioni un tempo non immaginabili. Ha ancora senso che le norme attuali prevedano la prescrizione di parametri quali il dosaggio minimo di cemento, il rapporto acqua/cemento, … Non si dovrebbe puntare a una nuova evoluzione delle norme in cui ci si concentri di più sull’obbligo di prescrizioni progettuali più moderne, oltre alla Rck e consistenza, quali ad esempio il ritiro, la resistenza alla penetrazione all’acqua, la tenacità e il modulo elastico ...
(SC): Non posso considerare assolutamente non valide le norme attuali, in fatto di progettazione di calcestruzzi all’avanguardia come si ama oggi definirli, termine anche questo abusato impunemente, L’osservazione scrupolosa, maniacale delle norme ci ha portato a progettare calcestruzzi ad alta performance calcestruzzi cosiddetti eccezionali che per me dovrebbero essere i calcestruzzi di tutti i giorni perché di eccezionale hanno ben poco se non la conoscenza, l’uso di macchinari e materiali certificati allo scopo e, l’ingrediente principale, I CONTROLLI , oggi assolutamente assenti per un solo e squallido motivo: l’incapacità generale degli addetti ad eseguirli.
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