Calcestruzzo drenante fotocatalitico
Il processo fotocatalitico in calcestruzzi per pavimentazioni
In un quadro generale di diffusione di nuove edificazioni, di implementazione di reti stradali, in un sempre più ramificato tessuto connettivo urbano e non, l’impiego di cementi fotocatalitici, cui si riconduce l’idea di superfici bianche, pulite, nonché attive nella cattura di inquinanti e nella loro riduzione sotto forma di sali dilavati, si colloca in un contesto in cui coniugare esigenze di nuove costruzioni, riqualificazioni, valorizzazioni del patrimonio da conservare e caratterizzare, soprattutto in un momento in cui la contrazione si manifesta come un grande acuente di dislivelli sociali ma anche come livellatrice di ricchezze del patrimonio comune.
Proprio poiché la tematica si colloca in questo periodo storico, l’aggiungere a manufatti ed opere esistenti o da realizzare caratteristiche e proprietà attive nell’ambito della tutela dell’ambiente e, in particolare, dell’aria, conferisce alle applicazioni di materiali fotocatalitici un impulso rivitalizzato ed auspicabile.
La possibilità di porre in opera materiali, quindi superfici, in grado di attivarsi nel processo della fotocatalisi, deriva dall’impiego di cementi fotocatalitici, con biossido di titanio, quindi, presente con il legante, da utilizzarsi in un’ampia gamma di applicazioni in ambito ingegneristico, in particolare nel confezionamento di calcestruzzi destinati ad essere direttamente esposti ad aria ambiente e, quindi, a pavimentazioni ed eventuali manufatti accessori.