CERTING? Nessuna obbligatorietà, ma una carta da giocare sul mercato del lavoro sempre più digitale
Dopo il dibattito che si è sviluppato sull’eventualità che CERTING possa diventare una certificazione obbligatoria per gli ingegneri, Ingenio ha intervistato il presidente Gaetano Nastasi che ha spiegato le finalità dell'ente, con uno sguardo all'attualità segnata dall'emergenza coronavirus.
Dopo il dibattito che si è sviluppato sull’eventualità che CERTING possa diventare una certificazione obbligatoria, Ingenio ha intervistato il presidente dell’Agenzia nazionale per la certificazione delle competenze, Gaetano Nastasi.
L’ingegnere ha spiegato quali siano i vantaggi di ottenere questa certificazione che «paradossalmente nasce proprio per arrestare la proliferazione di certificazioni e la tendenza a imporle come obbligatorie».
Nastasi ha poi evidenziato che mai come ora il mercato si muove online e l’emergenza da Covid-19 ha spinto alla ricerca di nuove figure specializzate.
CERTING: lo strumento del cambiamento
Presidente Nastasi perché è stata istituita l’Agenzia CERTING e perché oggi un ingegnere dovrebbe valutare seriamente di certificarsi?
«I motivi principali sono tre. In primis per contrastare il proliferare incontrollato delle certificazioni, secondo per rispondere al meglio alle esigenze del mercato e terzo per riconoscere l’aggiornamento professionale continuo dei professionisti. Aggiungerei anche un quarto motivo: oggi certificarsi consente di soddisfare la richiesta di professionisti esperti cresciuta con lo scoppio dell’emergenza sanitaria».
Cosa significa esattamente «contrastare il proliferare incontrollato delle certificazioni»? Non è contraddittorio?
«Oggi giorno siamo travolti dalle certificazioni, diventate necessarie per svolgere molti incarichi: è obbligatorio avere la certificazione di esperto della gestione dell’energia, così come lo è essere iscritto a un elenco di specialisti del settore acustico e sta diventando premiante la certificazione di esperto per la sostenibilità energetico-ambientale degli edifici. Il Legislatore sta cercando di imporre un controllo maggiore sulle attività professionali. Paradossalmente, sono convinto che, proprio la scelta d’introdurre la certificazione volontaria delle competenze sia il modo migliore per arrestare la proliferazione di certificazioni e la tendenza a imporle come obbligatorie. Ormai sono numerosissime le società che offrono corsi ed esami e allo stesso tempo assistiamo alla spinta che arriva dal mondo delle professioni non regolamentate che in alcuni casi non hanno un titolo di studio come quello della laurea ma che riescono ugualmente a ritagliarsi uno spazio nel mercato professionale con una certificazione. Dobbiamo confrontarci con questa realtà. Per farlo, piuttosto che cercare di fermare il cambiamento proviamo a governarlo: scegliamo la strada della certificazione volontaria delle competenze, rendiamole visibili a cittadini, operatori economici e amministrazioni pubbliche. Dotiamoci dello strumento che valorizza e integra l’attuale database degli ingegneri iscritti all’Albo, completandolo con quello degli ingegneri certificati nei 21 campi di ingegnere esperto e specializzato in tutti i settori del vasto mondo dell’ingegneria».
Potrebbe sembrare una scelta lungimirante..
«Piuttosto che aspettare che ci sia imposta la certificazione, proviamo a ribaltare lo schema e a proporre un elenco che metta in evidenza le competenze. Lo fa la categoria, dal suo interno, offrendo al mercato ciò che cerca e dimostrando al Legislatore che siamo già in grado di valorizzare il nostro sapere. In questo modo si evita di sostenere esami volti a verificare di possedere competenze che, invece, possiamo dimostrare di avere già attraverso il riconoscimento dell’attività professionale lavorativa di ciascuno di noi».
Chi opera nel campo delle certificazioni, offre anche corsi formativi però..
«È proprio qui la differenza. In genere la verifica delle competenze da parte di questi enti arriva dopo aver somministrato un corso che generalmente dura 180 o 120 ore, per cui il business diventa doppio. L’Agenzia CERTING invece propone lo schema di ingegnere esperto che ricostruisce la carriera del professionista senza prevedere corsi ma semplicemente riconoscendo l’expertise e le competenze maturate con l’esercizio della professione, che solo attraverso l’applicazione pratica possono essere accertate. Il vantaggio quindi è duplice, sia perché i costi sono nettamente inferiori sia perché i professionisti così non sono costretti a sottostare al business dei corsi di formazione».
Di che spesa stiamo parlando?
«La certificazione di ingegnere esperto costa 150 euro all’anno, ha una validità di 36 mesi, senza l’obbligo di mantenimento e attribuisce in automatico 15 crediti formativi ma, soprattuto, permette di essere presente sul database online di CERTING e di Accredia perché la certificazione è riconosciuta ai sensi della norma UNI 17024».
Certificazione volontaria, è il momento che gli ingegneri colgano questa opportunità
In che senso CERTing è nata anche «per rispondere al meglio alle esigenze del mercato», può spiegarci meglio?
«I nostri potenziali clienti cercano specialisti ma anche garanzie e si muovono in un mercato aperto che non è quello di 30 anni fa, ma è quello dell’era del web e del digitale, che offre tante scelte e opportunità, ma impone prudenza. È importante che siano guidati nel mondo dell’ingegneria, un mondo che già conoscono in termini di professionalità, vastità della preparazione ed ecletticità, tuttavia è importante orientarli affinché arrivino a individuare lo specialista che cercano. Per questo è importante guardare alla certificazione di CERTING non per quello che appare a noi, ma per quello che può dare in termini di trasparenza ai potenziali clienti».
Ma non si corre il rischio di sminuire il significato della Laurea e dell’esame di Stato?
«CERTING vuole valorizzare proprio il professionista laureato che nel corso della sua carriera matura conoscenze e competenze che possono essere certificate attraverso lo schema di ingegnere esperto. Quindi non svolgendo ulteriori prove e corsi, ma semplicemente attraverso l’esame oggettivo dell’attività professionale».
E l’Albo degli ingegneri? Non rappresenta già un punto di riferimento?
«Il nostro Albo così com’è è importantissimo perché garantisce e certifica un solido percorso universitario e il rispetto di valori etici inderogabili. Però non fa emergere le capacità e le competenze professionali che evolvono e si consolidano nel corso della carriera professionale di ognuno. In Italia su un totale di 700mila ingegneri, quelli iscritti all’Albo sono circa 240mila divisi in tre elenchi. Sfogliarli ha senso per verificare il titolo e la conseguente possibilità di esercitare e firmare atti di libera professione. Come può fare invece chi deve scegliere un professionista per un determinato incarico? Consultando l’Albo ha bisogno di orientarsi. In un contesto odierno che propone e offre lo specialista ad hoc per ogni situazione, sta a noi agevolare la scelta del committente. Per questo è importante attrezzarsi e rivolgersi al mercato con un database di ingegneri iscritti all’Albo, certificati, esperti e specializzati in un preciso ambito. La professione è cambiata molto, non ci sono più gli ingegneri tuttologi, per ogni specifico settore occorre uno specialista ed è fondamentale guidare la scelta dell’utente per evitare che si affidi a mani poco esperte».
Conseguire la certificazione CERTING significa anche ottenere automaticamente 15 crediti formativi, perché è stata fatta questa scelta?
«Il Legislatore ha voluto consolidare e rafforzare il valore dell’iscrizione all’Albo aggiungendo l’obbligo dell’aggiornamento continuo col meccanismo dei CFP. Con la certificazione trasformiamo un obbligo in opportunità, perché la certificazione delle competenze riconosce l’aggiornamento dell’ingegnere svolto nell'ambito della sua attività di lavorativa, con una continua azione di studio e ricerca per seguire l'evoluzione tecnologica e rispondere alle sempre nuove richieste dei committenti. Oltretutto, si agevola il professionista che spesso si trova a dover frequentare corsi anche se fuori dal proprio settore d'interesse, con l’unico obiettivo di raggiungere i 30 crediti obbligatori annuali. Attraverso la certificazione volontaria è possibile dimostrare di aver implementato le proprie competenze con l’attività di aggiornamento volontario, tarato sul reali esigenze e personali campi di lavoro».
L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus ha modificato la domanda del mercato?
«In parte sì, il mercato cerca professionisti specializzati soprattutto nel settore della sanità: trattamento dell’aria, domotica, controllo degli accessi, impianti di automazione, controllo della temperatura; così come l’ambito ICT richiede sistemisti, manager di piattaforme digitali per la didattica nelle scuole, per la gestione aziendale e quella del personale in smart working. Poi, con la pubblicazione delle recenti Linee Guida sui ponti, saranno sempre più importanti gli ingegneri strutturisti, non a caso l’Agenzia CERTING ha da poco introdotto la certificazione Livello Advanced di «Ingegnere esperto in strutture specializzato in diagnostica strutturale. E poi c’è un altro importante aspetto da considerare».
Quale?
«L’emergenza sanitaria ancora in corso, sta facendo emergere nuove richieste di mercato che si affida oggi più che mai alla Rete per ricercare professionisti e competenze. Però, sul web si trova di tutto. Il passaparola non è più l’unica «chiave di ricerca» come un tempo. Oggi è fondamentale essere online, per rafforzare l’immagine del professionista e aumentarne il valore. Consente, poi, ai potenziali clienti con un clic di trovare esperti qualificati e certificati. Un mercato sempre più digitale, ha bisogno di garanzie quando seleziona un professionista. In questo senso, il valore di CERTING è anche quello di essere sul web con il suo database che offre una mappatura completa del vasto mondo dell’ingegneria e degli esperti specializzati».
A oggi la platea degli ingegneri certificati supera la soglia dei 500 professionisti. Il trend è in crescita?
«Assolutamente. Dal 1° gennaio al 10 marzo abbiamo avuto 67 richieste di certificazione, mentre dall’11 marzo al 4 maggio, ne abbiamo ricevute 262 con un aumento del 391 per cento. Gli ingegneri hanno deciso di usare questo strumento perché il mercato è sempre più quello della rete. Avere un profilo personale su un database online vuol dire aprirsi a più opportunità di lavoro, accedere al mercato in cui oggi operano i 500.000 ingegneri non iscritti all'Albo - mercato decisamente più vasto di quello in cui operano i 100.000 professionisti iscritti che esercitano la professione».