Codice Appalti
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Codice degli Appalti: stop alle cauzioni per i professionisti, maggiore tutela dei corrispettivi

Il Consiglio dei Ministri ha licenziato a tempo di record la sua versione del nuovo codice degli appalti, cambiando rotta per quanto riguarda alcuni aspetti previsti dalla legge delega. Abbiamo raggiunto l’ing. Michele Lapenna, referente dei servizi di Ingegneria e Architettura del CNI, per capire meglio le proposte che verranno portate ora nelle sedi parlamentari per migliorare il testo.

Ecco le proposte degli ingegneri per le Commissioni Parlamentari per l’attività di revisione del testo del codice.

Il Consiglio dei Ministri ha licenziato a tempo di record la sua versione del nuovo codice degli appalti, cambiando rotta per quanto riguarda alcuni aspetti previsti dalla legge delega. Abbiamo raggiunto l’ing. Michele Lapenna, referente dei servizi di Ingegneria e Architettura del CNI, per capire meglio le proposte che verranno portate ora nelle sedi parlamentari per migliorare il testo.

Andrea Dari: caro Michele, secondo il CNI la nuova legge delega e il codice così come licenziato possono migliorare il mercato dei servizi di ingegneria e architettura ?

Michele Lapenna: Per quanto riguarda la legge delega sì, andava nella giusta direzione, innanzitutto perchè poneva il progettista al centro dell’appalto, e lo faceva accogliendo  gran parte delle proposte fatte dalla Rete delle Professioni Tecniche nelle diverse audizioni fatte alle camere e in tutta l'attività di relazione condotta in questi mesi.

Andrea Dari: puoi ricordare quali fossero gli elementi centrali di vostro gradimento.

Michele Lapenna: Provo a sintetizzarli:

Come già detto la centralità del progetto, così come era auspicato sia da noi che dall'Autorità sull'anticorruzione. Ma anche il fatto che nella messa a gara dei lavori si fosse previsto almeno il Progetto definitivo, invece di quello preliminare. Inoltre la
riduzione del ruolo dell'appalto integrato e l'attività di riqualificazione delle stazioni appaltanti, con una logica più moderna: più focalizzazione all’importantissima fase della programmazione e dell’esecuzione, e conseguente eliminazione dell’incentivo del 2% per la progettazione in house.

Andrea Dari: gradimento che si è ridotto però sul testo del Consiglio dei Ministri.

Michele Lapenna: il testo licenziato lascia alcune perplessità. Forse eravamo influenzati dall'ottima legge delega e quindi ci si aspettava qualcosa di più, e non di meno. probabimente ha inciso la fretta di chiudere i lavori per il 18 aprile. Per questo sia il CNI che la RTP porteranno le loro proposte perchè il testo sia ulteriormente modificato nei lavori di oggi delle commissioni per tornare più vicino alla legge delega.

Andrea Dari: Quali le criticità principali ?

 

Michele Lapenna: innanzitutto ve ne è una di forma. Non è stato inserito, come era previsto dalle nostre proposte e sembrava fino all'ultimo venisse accolto, un capitolo unico dedicato ai servizi di ingegneria e architettura. Non si tratta di un aspetto banale. Innanzitutto perchè non si dire che il nuovo codice degli appalti mette al centro il progetto e poi accomuna i servizi di ingegneria e architettura agli altri servizi; ma poi perchè senza questo capitolo tutti i riferimenti normativi che riguardano i nosti servizi sono distribuiti all'interno del codice, rendendo più complesso, difficoltoso, non solo il rispetto da parte dei nostri professionisti (a cui ovviamente daremo tutto il supporto documentale e informativo) ma anche e soprattutto del sistema degli appalti pubblici. La chiarezza è amica della qualità.

Ci doveva, anzi ci deve essere un capitolo dedicato ai servizi di ingegneria e architettura, contenente anche iriferimenti di regolamentazione dei concorsi di progettazione.

Andrea Dari: E per quanto riguarda i requisiti, quali parti da migliorare.

Michele Lapenna: Anche sul testo ci sono delle criticità. Proverò a richiamare le più importanti per la nostra categoria.

Prendiamo l’articolo 24, quello sulla PROGETTAZIONE INTERNA ED ESTERNA NEGLI APPALTI PUBBLICI.  Abbiamo chiesto la modifica dei comma 3 ed 8, e l’inserimento di due nuovi.

Nel comma 3 abbiamo chiesto che sia previsto che anche i progettisti interni della Pubblica Amministrazione siano iscritti agi Ordini. L'Ordine non è un sindacato, è una ente dello stato che tutela la professione a vantaggio del cittadino, imponendo degli obblighi, come la formazione, che puntano ad assicurare la qualità della professione a prescindere da chi la eserciti. E’ giusto quindi che tale onere sia applicato a tutti i professionisti, interni ed esterni. Facciamo un esempio: l'iscrizione all'ordine compterebbe l'obbligo per il professionista che opera all'interno della PA di formarsi e aggiornarsi, questo rappresenta una maggiore garanzia di qualità per la collettività e il servizio.

Il comma 8 è stato purtroppo riscritto, senza tenere conto dell’evoluzioni delle regole sui corrispettivi professionali. Un passo indietro in quanto ancora c’è scritto che i RUP POSSONO UTILIZZARE (a loro discrezione quindi) i corrispettivi per la parte d’asta, e non DEVONO UTILIZZARE, come ribadito dalla determina 4/2015 dell’autorità. Questo apre una arbitrarietà sui corrispettivi professionali negli appalti pubblici, su cui tanto il CNI aveva lottato ottenendo un importante riconoscimento di tutela e trasparenza del mercato. Perché la determinazione del corrispettivo è fondamentale per scegliere la successiva procedura di gara.Inoltre abbiamo richiesto l’inserimento di due commi:
un comma relativo ai requisiti di partecipazione, specifici per i nostri servizi, rimandando alle linee guida dell’ANAC, requisiti che comunque non devono essere superiori alle indicazioni della direttiva UE.

Inoltre abbiamo richiesto l’inserimento di due commi:

  • uno relativo ai requisiti di partecipazione, specifici per i nostri servizi, rimandando alle linee guida dell’ANAC, requisiti che comunque non devono essere superiori alle indicazioni della direttiva UE.
  • un secondo ove sia previsto nell’in house un limite non superiore al 20% per l'attività di progettazione. Arrivare quindi a un sistema dove almeno l’80% delle attività di progettazione sia affidato all'esterno.

Nell’articolo 28 - sui contratti misti di appalto - abbiamo chiesto l'inserimento di un apposito comma, nello spirito della legge delega, che chiarisca i limiti entro cui le stazioni appaltanti possano utilizzare l’appalto integrato, che era uno degli elementi caratterizzanti della legge delega e invece si è perso.

Nell’articolo 93 - sulle garanzie per la partecipazione alla procedura - abbiamo chiesto l’inserimento di un comma che escluda come - previsto anche dall’autorità - l’obbligo della sottoscrizione della cauzione per il progettista, il redattore del piano di sicurezza e per chi svolge autorità di supporto al RUP.

Altro fatto significativo è che per i concorsi di progettazione e i concorsi di idee, nel testo non c’è alcuna norma che garantisca al vincitore del concorso di avere l’affidamento di ulteriori livelli di progettazione e vi è un una clausola che di fatto impedisce la partecipazione dei giovani privi di requisiti alla successiva fase. Noi avevamo chiesto che chi vinceva un concorso, potesse costituire i requisiti a valle del concorso e non solo a monte.

 

Andrea Dari: Ci si aspettava quancosa di più anche sui concorsi di progettazione.

Michele Lapenna: Si, è per questo che abbiamo chiesto alcune modifiche. Nel testo non c’è nessuna norma che garantisca al vincitore del concorso la possibilità di avere l’affidamento di ulteriori livelli di progettazione e vi è un una clausola che di fatto impedisce la partecipazione dei giovani privi di requisiti alla successiva fase. Noi avevamo chiesto che chi vinceva un concorso potesse costituire i requisiti a valle del concorso e non solo a monte.

Andrea Dari: Un tema molto citato dai comunicati stampa riguarda l'eliminazione del "massimo ribasso"

Michele Lapenna: Per quanto riguarda l’eliminazione dell’offerta del massimo ribasso, si dovrà avere cura di definire i criteri di valutazione perchè altrimenti con l’offerta economicamente più vantaggiosa si corre il rischio di favorire delle valutazioni troppo discrezionali. Ci sarà quindi molto da fare per arrivare a una cultura della scelta del professionista, perchè come ha ribadito l’Autorità nella determina 4/2010 la scelta del migliore professionista è garanzia per la realizzazione di un’opera di qualità.

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