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Controllo della piezometrica interna di uno scavo profondo a cielo aperto in area urbana

le esperienze maturate nel controllo della falda durante lo scavo della Stazione Gardenie, appartenente alla tratta T5 della recente Metro C di Roma.

In questa memoria vengono presentate una sintesi delle esperienze maturate nel controllo della falda durante lo scavo della Stazione Gardenie, appartenente alla tratta T5 della recente Metro C di Roma. La profondità della linea, circa 25 metri sotto il piano campagna, nonché l’importante battente idraulico superiore a 20 metri, hanno reso necessaria la predisposizione di un sistema di aggottamento interno per il controllo della piezometrica durante le operazioni di scavo della stazione. Per contenere e controllare l’elevata conducibilità dell’acquifero, risultata superiore a quanto previsto in fase di progetto, sono stati realizzati dei trattamenti di riduzione della permeabilità sotto il fondo scavo, all’interno dei diaframmi perimetrali.

Introduzione
La Stazione Gardenie, facente parte della Tratta T5 della nuova Linea C della Metropolitana di Roma, si trova nella periferia est della Capitale densamente urbanizzata dove la gestione della viabilità locale e le problematiche legate alle esigenze del quartiere sono state tra le principali difficoltà ad essere affrontate e superate durante i lavori.
La stazione ha una pianta rettangolare di dimensioni interne 112 m x 27 m. Lo scavo è stato eseguito con metodo top-down, all’interno di diaframmi in c.a. 2.80 x 1.00 m realizzati con tecnologia tradizionale (benna mordente a fune), con inserimento di un profilato di giunto a margine dello scavo realizzato in modo da creare un risalto d’ammorsamento con il pannello adiacente. Dal punto di vista geologico – geotecnico, facendo riferimento alla Figura 1, le condizioni stratigrafiche dello scavo sono piuttosto lineari con stratificazioni sub-orizzontali tipiche dei depositi piroclastici dei Colli Albani, che caratterizzano buona parte dell’area est-sudest della città. L’intero scavo fino alla quota di fondo si sviluppa all’interno degli orizzonti sabbio-limosi delle pozzolane superiori. Al di sotto di questi si trovano i depositi più coerenti e parzialmente cementati appartenenti al complesso dei tufi inferiori. Il piede dei diaframmi perimetrali, di lunghezza complessiva di circa 38 metri (-7.20 m s.l.m.), ricade in corrispondenza dell’orizzonte litoide dei tufi meno consistente e maggiormente fratturato (denominato T1) e caratterizzato da valori di permeabilità in fase progettuale compresi tra 10-4÷10-5 m/s. Al di sotto di queste stratificazioni proseguono i depositi pleistocenici, che qui si ritrovano molto in profondità (circa 50 m da p.c.).
In seguito alle indagini integrative, eseguite nei materiali profondi interessati dagli aggottamenti, si sono riscontrati permeabilità più elevate, riconducibili principalmente alla presenza di una sistema di fratturazione, solitamente sub-orizzontale, che di fatto definisce la conducibilità a livello macroscopico dell’intero substrato tufaceo. Tale imprevisto ha reso necessaria l’esecuzione di trattamenti di mitigazione della conducibilità per ridurre le portate totali di ingresso attraverso il fondo dello scavo. Il deposito profondo dei tufi, l’unità T1, si è rilevata molto più alterata di quello previsto in fase progettuale, evidenziando uno stato di fatturazione superiore rispetto agli altri orizzonti di simile litologia presenti lungo la linea a quote superiori.
La profondità finale raggiunta per il getto del solettone di fondo è stata di circa 28 metri (+5.65 m s.l.m.) corrispondente ad un battente idraulico di 20 metri (quota piezometrica iniziale circa +25 m s.l.m.).

Figura 1 - Profilo geotecnico di riferimento della Stazione Gardenie.

 

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Memoria tratta dagli Atti del 3° IAGIG (2013)

Per maggiori informazioni consulta www.iagig.unisa.it

 

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