Data Pubblicazione:

È tempo di crisi: ma come cambiano le aziende? Lo abbiamo chiesto a chi le aziende le vede dall’esterno come gli enti di certificazione

È tempo di crisi: ma come cambiano le aziende? Lo abbiamo chiesto a chi le aziende le vede dall’esterno. INTERVISTA A LORENZO ORSENIGO, ICMQ.

Di seguito l'intervista che abbiamo rivolto a Lorenzo Orsenigo, Direttore ICMQ.

1. Tutte le aziende del comparto delle costruzioni, e quindi anche quelle di produzione del calcestruzzo stanno vivendo un periodo particolarmente difficile, di forte contrazione della domanda, con implicazioni e cambiamenti nella gestione interna delle aziende. Come soggetto terzo che certifica il controllo del processo di produzione, che visione ha di queste aziende? Quali sono i cambiamenti in atto in termini di organizzazione e gestione interna?
La situazione delle aziende produttrici di calcestruzzo risente, com’è logico, della difficile situazione economica. Numerosi sono gli impianti di calcestruzzo chiusi nell’ultimo anno così come frequente, è stato il ricorso alla cassa integrazione. Di conseguenza spesso si assiste ad una riduzione delle risorse umane che porta necessariamente a difficoltà nel gestire con la medesima efficacia la produzione e i relativi controlli. Tuttavia, nella nostra attività di verifica del controllo di produzione degli impianti di calcestruzzo preconfezionato riscontriamo anche situazioni virtuose in cui, tra mille difficoltà, si percepisce chiaramente lo spirito combattivo e determinato dell’imprenditore che non vuole arrendersi di fronte ad un mercato sempre più difficile e concorrenziale.

2. Entrando più nello specifico delle procedure sui controlli sul calcestruzzo, quali sono, secondo la vostra esperienza, le prove o le fasi più critiche nel controllo del processo di produzione? E quelle invece in cui si manifestano le migliori prassi?
Innanzitutto è giusto e doveroso sottolineare che negli ultimi anni il gap tecnologico tra le grandi aziende e le medio/piccole si è attenuato, pur conservandosi, in ragione di una crescita culturale di quest’ultime favorita dalle tante iniziative realizzate da Atecap, associazione nazionale di categoria e lo sviluppo stesso del mercato. Quest’ultimo ha richiesto, sempre più spesso, calcestruzzi con caratteristiche speciali e innovative rendendo, di fatto, necessaria una crescita di tutto il comparto.
Perché un calcestruzzo risponda, con continuità, ai requisiti richiesti dal cliente o dal capitolato, è necessario porre una grande attenzione a numerose fasi di processo fra le quali vale la pena ricordare la qualifica delle ricette, il controllo dell’umidità degli inerti, il controllo e la gestione dell’acqua di recupero, la pianificazione della produzione, la logistica, la valutazione e il controllo della consistenza e la registrazione dell’acqua aggiunta dal cliente in cantiere .

3. Fino a qualche anno fa l’attività di autocontrollo era quasi esclusivamente effettuata internamente. Con l’arrivo della crisi alcune aziende per scelte di contenimento dei costi hanno esternalizzato tali attività. Avete notato anche voi questa tendenza? In particolare in quali casi? Tale scelta porta qualche rischio in più? Se si quale?
L’esternalizzazione riguarda principalmente le piccole e medie realtà che non possono permettersi un servizio tecnologico interno.
La riduzione del personale, in generale ha comportato spesso una riduzione delle risorse destinate al servizio tecnologico e la conseguente necessità di far confezionare cubetti a personale con minore esperienza e non sempre adeguatamente formato. In questa situazione aumenta il rischio di un controllo poco efficace e che conduce a dati particolarmente variabili. In particolare la fase che ha maggiormente risentito della riduzione dei controlli è quella di consegna e messa in opera. Questa fase è anche quella che, storicamente, è sempre stata affetta da una particolare carenza nei controlli da parte degli attori interessati e non ha mai beneficiato di significativi miglioramenti negli anni, in particolare per i piccoli cantieri.


4. Come previsto dalla normativa in vigore (DM 14/01/2008), ‘non sono ammesse aggiunte di acqua o additivo alla consegna del calcestruzzo’. Come procedete al controllo e verifica che non vengano effettuate aggiunte irregolari? Quali sono i provvedimenti presi in questi anni?
Le prassi di mercato presentano molti casi di anomalie: tempi di trasporto superiori ai 45/60 minuti, scarichi lenti o calcestruzzi poco lavorabili e non ben mescolati.
In questi anni, per contrastare le irregolarità rilevate, sono state emesse numerose non conformità e sono state effettuate molte visite supplementari per la verifica in campo della loro chiusura, ma attualmente non si registra una significativa riduzione del fenomeno.
Si osservano, ove possibile, le operazioni di carico fino all’arrivo in cantiere. Il controllo avviene poi sia effettuando sopralluoghi presso i cantieri di consegna e quindi valutando il contesto, parlando con pompisti e autisti in genere, sia attraverso semplici osservazioni indirette, con l’accurata verifica dei documenti di trasporto (Ddt).