Data Pubblicazione:

Evoluzione del Processo (digitale)

"Evoluzione del Processo". Articolo tratto dal Primo Libro Bianco sul BIM “Innovare per progettare il futuro”, pubblicato da Italferr S.p.A. nel mese di giugno 2018.

 

Italferr a partire dal 2013 ha dato avvio all’adozione della metodologia BIM sollecitata dalla spinta del mercato estero ma anche dalla voglia di innovazione, avendo fiutato fin da subito grosse potenzialità da quanto il mercato proponeva.

L’applicazione è partita in via sperimentale, priva del Committment di un cliente, con un progetto pilota inerente al fabbricato tecnologico della stazione di Napoli Centrale coinvolgendo in prima battuta gli ambiti architettonici e impiantistici ovvero quei settori maggiormente interessati nello sviluppo di opere verticali. L’attuale BIM Manager, all’epoca Project Engineer di quel progetto, è stato coinvolto fin dalle prime fasi di approccio a questo cambiamento progettuale e pertanto ne ha seguito tutti gli step.

La sperimentazione è stata solo un trampolino di lancio per testare e verificare l’efficacia della metodologia nelle sue molteplici applicazioni: è stato un banco di prova per verificare la ricettività dei detentori della materia ovvero la popolazione di Italferr, prima di intraprendere la via del cambiamento. Il primo grosso quesito che ci si è posti è stato: come facciamo ad innovare preservando e sfruttando tutto quanto già in house in termini sia di modus operandi che di strumenti impiegati?

Da quel momento si è intrapreso un percorso di orientamento al nuovo salvaguardando l’esistente:

  • la scelta di uno specifico Common Data Enviroment (CDE) è stata fatta guardando prima di tutto i sistemi già in essere e le possibili integrazioni con essi
  • l’architettura della stessa piattaforma rispecchia i consueti flussi che le risorse già normalmente applicano nel lavoro quotidiano
  • la scelta degli stessi pionieri di questo percorso è stata fatta su distribuzione geografica evitando di dislocare risorse e favorendo l’esigenza primaria di un confronto molto spinto nelle fasi iniziali.

Immediatamente ci si è resi conto della portata del fenomeno che andava ben oltre gli ambiti strettamente progettuali e che avrebbe investito la totalità del processo in tutte le sue parti; i benefici intravisti hanno creato un forte interesse che si è diffuso nei diversi ambiti della società.

È stato fin da subito chiaro che il cambiamento, nelle sue molteplici sfaccettature, non poteva prescindere da un vero e proprio Processo di Standardizzazione di metodo, strumenti, linguaggio, strutture, procedure, organizzazione. Il Management ha dato quindi un forte input affinché tale percorso di standardizzazione potesse essere avviato e sviluppato nel migliore dei modi.

Nello specifico, compreso che l’utilizzo della metodologia BIM ha risvolti sull’intero processo di business della Società è stata eseguita una vera e propria mappatura delle diverse Direzioni con l’obiettivo di definire le necessità in termini di modifiche ai processi aziendali che sarebbero state necessarie apportare per applicare a pieno il metodo. In particolare, come verrà meglio spiegato in seguito, la mappatura dei processi ha riguardato principalmente i seguenti settori:

  • Progettazione
  • Direzione e Supervisione Lavori
  • Approvvigionamenti.

In seguito dei risultati ottenuti ad oggi, deriva in prima battuta l’aver percepito fin da subito che il cambiamento doveva avvenire dal basso, da coloro che applicano le regole, che si imbattono nelle problematiche più svariate. Il confronto con realtà in cui il processo è stato calato dall’alto o peggio da soggetti esterni è stato fallimentare.

Si è intrapreso un vero e proprio processo di osmosi del sapere, a partire da quei pochi pionieri iniziali, passando ad una popolazione di progettisti più consistente e trasferendo la conoscenza acquisita ai colleghi di banco delle altre sfere societarie, primi tra tutti i colleghi della direzione lavori; il tutto arricchito da un considerevole percorso di formazione ad opera delle risorse umane ben calato sulle esigenze degli specialisti coinvolti.

Nel ridisegno delle figure professionali, una delle novità a cui si è pervenuti col tempo è la delineazione di una regia unificata in capo al BIM Manager che opera in nome e per conto della Società nella sua interezza identificando le esigenze delle parti e adoperandosi per individuare le possibili risposte.
Il Bim Manager è stato supportato dalla neo struttura di BIM Management a suo diretto riporto.

È la struttura che opera a servizio dei colleghi delle diverse Direzioni fornendo i necessari indirizzi al fine di disegnare un processo uniforme e coeso in tutte le sue parti. Garantisce che l’azienda sia sempre al passo con i tempi interfacciandosi con l’esterno per captare possibili spunti utili agli sviluppi futuri nei diversi ambiti societari; è l’interfaccia con le imprese per avviare possibili ed interessanti collaborazioni nonché con le società produttrici di sofware per le customizzazioni di prodotti alle esigenze ferroviarie. Monitora che il processo, la documentazione, la standardizzazione in tutte le sue parti e forme sia sempre sviluppata in linea con i dictat del Management da un lato e con le esigenze delle linee di produzione dall’altro.

In questo processo una spinta importante è arrivata anche dalla Holding che ha inserito il BIM in uno dei pilastri della digitalizzazione per i quali è previsto un costante monitoraggio in termini di obiettivi e risultati raggiunti.

italferr-bim2.jpg

A inizio anno quindi vengono individuati gli incarichi da sviluppare in BIM per l’anno in corso, incarichi di commesse captive, sia di progettazione che di direzione lavori; alcuni di questi lavori vedranno la consegna di un modello al cliente, altri servono alla società intera come sperimentazioni nei diversi ambiti. Nel seguito del testo vi illustreremo degli esempi di quanto sviluppato ad oggi. Dall’esperienza acquisita finora, dal continuo confronto col mondo esterno, si alimenta costantemente la consapevolezza che Italferr ha tutti i numeri in termini di competenze e di know how acquisito per poter ergersi a guida importante in questo cambiamento.

La strada da fare è ancora tanta se si vuole puntare agli obiettivi più sfidanti di efficientamento dell’intera catena realizzativa dell’asset o in ottica di individuazione delle soluzioni più idonee per poter interagire in maniera veramente “collaborativa” con i vari partner, appaltatori, fornitori, clienti preservando sempre e comunque la risorsa più preziosa ovvero la logica che muove il mondo delle infrastrutture.


Questo articolo è stato tratto da "Innovare per progettare il futuro. Primo Libro Bianco sul Building Information Modeling" pubblicato da Italferr nel mese di giugno 2018.

www.italferr.it


>>> GUARDA l'intervista di INGENIO a DANIELA APREA