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Financial BIM: BIM4Finance

Quale ruolo assume il dato nella dimensione economico-finanziaria della gestione delle commesse e delle organizzazioni? Attraverso questa nota il prof. Angelo Ciribini spiega cos'è l'ecosistema digitale per il Financial BIM.


Il fenomeno della digitalizzazione legato all'acronimo BIM

L'acronimo BIM, che originariamente stava per Building Information Modeling, significando un determinato insieme di strumenti (inerenti a una metodologia), ha progressivamente assunto il compito di rappresentare l'intero fenomeno della digitalizzazione del settore dell'ambiente costruito.

Esso, perciò, da un lato, ha acquisito notazioni specifiche, da Landscape Information Modeling a Infrastructure Information Modeling, mentre, per un altro verso, riassume l'intero universo della digitalizzazione, quasi fosse sinonimico per questo ultimo.

D'altra parte, accanto al BIM, sono state proposte altre locuzioni connesse, come Legal BIM o Social BIM, per indicare la necessità di contestualizzare il fenomeno sotto i profili giuridico-amministrativi e socio-tecnici, poiché le innovazioni di prodotto e di processo, se fuori contesto, in assenza della riconfigurazione di un tessuto professionale e imprenditoriale, assai problematica, non possono autoreferenzialmente essere risolutive.

Lo sforzo di supportare la digitalizzazione delle micro e delle piccole organizzazioni testimonia, infatti, del riconoscimento della difficoltà, nel breve e nel medio periodo, di provvedere a importanti processi aggregativi.

Allo steso modo, la perdurante dis-integrazione tra componenti del settore, tra committenze e fornitori, tra professionisti e imprenditori, tra produttori, distributori, assemblatori, dimostra come culture e modelli industriali, assai prima che non processi produttivi, stentino ad affermarsi in un confronto, ormai ultracentenario, con il settore della manifattura.

Il punto, tuttavia, è che, qualunque cosa si intenda per digitalizzazione, sia nel senso della informazione sia in quello della comunicazione (Information & Communication Technology), si tratta di generare, di elaborare, di collegare, di trasmettere e di gestire dati, possibilmente strutturati.

 

Il ruolo del dato nella dimensione economico-finanziaria della gestione delle commesse e delle organizzazioni

Tale annotazione dovrebbe indurre a riflettere sul ruolo di questi dati nella dimensione economico-finanziaria della gestione delle commesse e delle organizzazioni: una tematica cruciale, poiché, di là della relazione coi decisori istituzionali, è il rapporto colle istituzioni finanziarie a risultare decisivo, dopo le sofferenze degli ultimi lustri e l'articolato modus operandi che ha contraddistinto il Super Bonus 110%.

Attualmente, perlomeno in teoria, la migliore configurazione e formulazione delle strutture di dati dovrebbe essere prescritta nei requisiti informativi, vale a dire all'interno dei cosiddetti capitolati informativi, nel corso, perciò, della fase di committenza.

Nell'ottica della normativa sovranazionale e internazionale, in effetti, la definizione dei requisiti informativi si dovrebbe attuare all'interno di un processo generale a livello della conduzione dell'organizzazione e del patrimonio immobiliare oppure infrastrutturale da gestire, come, invece, accade raramente, dandosi eventualmente solo un capitolato informativo quale esito finale, ma non conclusivo di un iter, isolato.

A prescindere dalla eterogeneità delle capacità e delle qualificazioni delle committenze, dirette o delegate, pubbliche o private (e partenariali) in materia di digitalizzazione, raramente si assiste alla istruttoria di processi che possano, se non essere governati e agiti dai dati, almeno supportati da essi, nell'accezione dell'Information Management, di cui l'Information Modeling è solo una parte.

Ciò accade, anzitutto, perché la «modellazione», anche laddove ristretta agli aspetti geometrico-dimensionali, resta, più o meno, nell'alveo della rappresentazione, tanto che, di rado, ad esempio, i concorsi di progettazione riescono a estendere al progetto di fattibilità tecnico-economico, in stretta dialettica con il documento di fattibilità delle alternative progettuali o con il documento di indirizzo alla progettazione, il tema della gestione informativa.

Il che è eloquente nel comprendere come vi sia una profonda discontinuità al cospetto delle istanze iniziali di committenza: ancor peggio si dovrebbe dire per la formazione originaria della volontà di investimento.

Al contempo, nonostante le molte dichiarazioni di intenti, le migliori prassi digitali, sotto il profilo del ritorno sull'investimento, sono ancora quasi completamente circoscritte al coordinamento della progettazione, non necessariamente rivolte anche alla integrazione delle logiche professionali, ideative, con quelle imprenditoriali, produttive che, al contrario, imporrebbero condizioni di integrazione sotto il profilo dell'incremento della produttività e del controllo dei costi.

 

L'ecosistema digitale per il Financial BIM

In attesa che si riscontrino evoluzioni a valle della concezione, nella realizzazione e nella gestione dei cespiti, è, però, a monte della committenza che occorrerebbe guardare.

La qual cosa implica che, a partire dal risvolto geo-spaziale (GIS-BIM) della anagrafica patrimoniale, si inizi a guardare ai «modelli informativi» molto prima, in parte, che essi diano adito a rappresentazioni bi- e tri-dimensionali, quali strutture di dati in grado di evolversi progressivamente verso la formulazione dei documenti di indirizzo alla progettazione e dei requisiti informativi dettagliati contenuti nei capitolati informativi.

É in questo momento che il «BIM» dovrebbe essere utilizzato nel dialogo tra promotori, sviluppatori, investitori, finanziatori, nell'ambito di dashboard e di virtual control room, rivolte a indicatori che permettano la valutazione della fattibilità dell'investimento e del merito di credito.

É palese, infatti, che sia auspicabile instaurare, sul tema della digitalizzazione, un dialogo serrato tra universi differenti, come quello dell'ambiente costruito e quello della finanza.

A valle della progettazione, poi, le fasi di realizzazione e di gestione dei beni attuate con modalità di interconnessione in tempo reale e in remoto, potenzierebbero il monitoraggio o la rendicontazione dei programmi e delle commesse, sempre nei confronti delle istituzioni finanziarie e degli operatori economici coinvolti.

Si tratta, pertanto, di definire piattaforme digitali di promozione e di sviluppo immobiliare e infrastrutturale, veri e propri ecosistemi digitali per il Financial BIM (BIM4Finance), che consentano di coniugare Project Management, Risk Management e Information Management, tanto per la rigenerazione urbana quanto per l'infrastrutturazione territoriale, di cui gli ambienti de-materializzati di affidamento dei contratti e gli ambienti di condivisione dei documenti o dei dati sono componenti embrionali, tutte da mettere a sistema, sotto ordinate al Workflow Management.

 

Financial, Legal, Social BIM

Figura 1 - Financial, Legal, Social BIM.

 

Senza assicurare la centralità della continuità nella evoluzione delle strutture dei dati, in uno scenario in cui esse servano a ridurre la complessità, a mitigare il rischio e a conseguire gli obiettivi, il «BIM» rischia di rimanere una sorta di superfetazione rispetto ai processi decisionali, riducendosi solo a un valido ausilio operativo in alcuni passaggi delle commesse.

 

L'ecosistema digitale per il Financial BIM.

Figura 2 - L'ecosistema digitale per il Financial BIM.

 

A queste riflessioni si deve aggiungere che l'approccio sostenibile promosso dal mondo finanziario, esplicitato dagli ESG Criteria, enfatizzerebbe la potenzialità che la digitalizzazione offrirebbe nell'instaurare metriche di valutazione specifiche per il settore.

L'espressione Financial BIM indica, perciò, la necessità di mettere a sistema logiche differenti, attraverso i flussi informativi, così da poter definire metriche finanziarie e non finanziarie condivise destinate ai diversi operatori e alle differenti fasi del programma e del processo degli investimenti.

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