Il BIM è un elemento divisivo?
La vera sfida da affrontare sul fronte della digitalizzazione è quella di proseguire nell'evoluzione della progettazione e al tempo stesso riuscire a trascinare anche il resto dei player del mondo delle costruzioni
Il settore delle costruzioni tra metaverso e altroverso
In questi giorni ho moderato numerosi eventi in cui l'elemento digitalizzazione è stato quasi sempre al centro delle riflessioni dei partecipanti e dei relatori.
Quello che mi è apparso in maggiore evidenza è l'esistenza di una crescente digitaldivide che si sta creando tra chi progetta e il resto del mondo delle costruzioni.
Grazie anche (e sopratutto) al supporto di alcuni amici che mi mostrarono cosa stava accadendo in alcune parti del mondo ho organizzato il primo evento BIM in Italia più di 10 anni e questo mi porta ad essere, con Ingenio, un osservatore privilegiato per quanto riguarda la digitalizzazione del settore delle costruzioni.
Quello che vedo oggi è un settore della progettazione che grazie a una evoluzione che ha riguardato le organizzazioni, le persone, gli strumenti ... ha compiuto un balzo enorme nella direzione della digitalizzazione. Oggi in molti studi di progettazione l'interoperabilità è diventata già una consuetudine, sono state inserite figure specialistiche che si occupano degli aspetti più strettamente connessi al BIM, l'uso di nuovi strumenti software e hardware è diffusa, la creazione dei cosiddetti digitaltwin è ormai una prassi, si comincia a già a parlare di progetti nel metaverso ...
Al tempo stesso vedo invece un settore delle costruzioni che nel suo complesso - forse anche per colpa dei bonus e del PNRR che hanno spostato l'attenzione su altre priorità - non solo non hanno compiuto gli stessi passi ma ha addirittura spesso avuto una involuzione. Il problema è innanzitutto culturale, perchè a livello pubblico, al di là dei due "decreti baratoni" ho la sensazione che poco si sia ancora fatto in tema di formazione (anche se alcune amministrazioni, come testimoniano alcuni articoli pubblicati da Ingenio si sono già mosse), e a livello privato l'evoluzione normativa non avendo privilegiato la strutturazione delle imprese ha di fatto reso difficile una evoluzione, e non solo digitale, del sistema.
Credo che questa sia quindi la sfida da affrontare, quella di proseguire, sul fronte della progettazione, con l'evoluzione digitale già fortemente avviata e al tempo stesso riuscire a trascinare anche il resto dei player del mondo delle costruzioni.
Anche perchè l'esigenza di avere costruzioni più sostenibili richiede questa evoluzione, perchè il risultato non potrà essere conseguito solo attraverso l'adozione di norme e standard riguardante prevalentemente i materiali. Una LCA moderna passa attraverso l'uso di modelli, di analisi dei dati, ci confronti di soluzioni che solo la digitalizzazione potrà consentire.
E non solo. Siamo in piena evoluzione e adozione delle scienze omiche: l'uso dei MaaS (Mobility as a Service), dei sensori distribuiti negli smartphone, l'evoluzione smart delle città, lo sviluppo dei computer quantici e dell'intelligenza artificiale esigeranno un nuovo ambiente costruito, un nuovo approccio alle costruzioni.
Sarà il progetto a guidare la transizione sostenibile delle costruzioni.
Ma come evidenzia Chicco Testa nel libro "elogio a una crescita felice" per evolvere occorrono investimenti, e per fare investimenti occorrono risorse. E le risorse ci sono se vi è un quuadro normativo che favorisce questo contesto. La pandemia ha contribuito ad aumentare la liquidità a disposizione in tutto il mondo industrializzato. L'aumento dei tassi di interesse così come la crescente inflazione ne sono una testimonianza. Occorre quindi indirizzare questa liquidità in modo che possa essere di supporto non solo per il settore finanziario (con il rischio di generare ulteriori bolle) ma per una evoluzione industriale, anche nel settore delle costruzioni.
In tal senso quindi in primis creare un ecosistema normativo che riporti le imprese strutturate ad essere al centro del tessuto imprenditoriale del settore delle costruzioni, oggi purtroppo focalizzato sulle imprese/camioncino, ovvero quelle realtà microartigianali che si sono impossessate del mercato grazie a norme che favorivano questo tipo di "non strutture". Parallelamente, anche attraverso la creazione di Cluster, piattaforme, finanziamenti mirati 4.0 e un potenziamento della struttura di formazione (a cominciare dalle scuole edili, il cui ruolo sul territorio è di straordinaria importanza), occorre potenziare gli strumenti di supporto alle imprese del settore per crescere.
Infine, è necessario uno sforzo di maggiore peso sulla trasformazione delle stazioni appaltanti, a cominciare dalla riduzione del loro numero, perchè, come sappiamo tutti, il pesce profuma dalla testa.
Su questi temi cercherò con Ingenio di avviare un dibattito costruttivo fatto di testimonianze e proposte, ogni contributo sarà gradito, perchè il pericolo che questa digitaldivide tenda a crescere e che il BIM possa diventare un elemento divisivo è quanto mai concreto.
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