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INAIL: diminuiscono morti e infortuni sul lavoro, bilancio positivo nel Rapporto annuale

Il rapporto annual dell'INAL evidenzia che morti e infortuni sul lavoro sono dimunuiti

Diminuiscono le morti sul lavoro, raggiungendo il minimo storico: negli ultimi due anni il numero di decessi sul lavoro è inferiore ai mille casi. Sono 920 le morti sul lavoro, contro i 970 dell’anno precedente: questo è il bilancio positivo che emerge dal Rapporto annuale 2011 dell’INAIL, presentato oggi a Montecitorio, accolto con soddisfazione da Napolitano e il Presidente della Camera Fini.

Una flessione consistente anche per gli infortuni sul lavoro, persino per i lavoratori stranieri: 51 mila infortuni in meno rispetto al 2010, si tratta del 6,6% in meno (sia per gli infortuni in itinere, durante il percorso casa/lavoro e viceversa, sia per gli infortuni durante nell’esercizio effettivo dell’attività). I lavoratori più a rischio infortuni sono quelli che operano sulle strade, come gli autotrasportatori e gli addetti alla manutenzione stradale. Gli infortuni mortali in itinere, invece, sono aumentati del 4,8% , con 240 casi nell’arco dell’ultimo anno.

Un dato diverso per le lavoratrici, che rappresentano il 40%degli occupati: un aumento del 15,4% dei decessi per le donne. Ciononostante, la quota di infortuni femminili rispetto al totale del 32% e per i casi mortali del 10% dimostra che il lavoro femminile sia meno rischioso rispetto a quello maschile, dato che le donne lavorano nei servizi e in settori a bassa pericolosità.

Non compaiono in questi dati gli infortuni ai lavoratori in nero, non resi noti all’INAIL proprio a causa dell’irregolarità del rapporto di lavoro. Attraverso i dati Istat, si stima, però, che i cosiddetti infortuni “invisibili” siano 164.000, mille in meno rispetto alla stima degli anni precedenti.

Aumentano di 4mila rispetto all’anno precedente, invece, le denunce di malattie professionali (+9,6%). Un dato rispecchia un consistente progresso, se si considera che solo negli ultimi anni sono state intraprese, grazie all’introduzione di nuove misure legislative a riguardo, attività che intensificano l’informazione, la formazione e gli approfondimenti divulgativi. Una nuova cultura che aiuta a definire un quadro molto vicino alla realtà sulle malattie che colpiscono i lavoratori italiani. Le patologie più frequenti in Italia rimangono le malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee, causate da sovraccarico bio-meccanico e da movimenti ripetuti. La prima causa di morte per malattia per i lavoratori è, invece, il tumore professionale.

Un risultato confortante, ma tanto ancora c’è da lavorare sulla sicurezza sul lavoro e sulla prevenzione. Lo stesso Fini incoraggia un’ulteriore sinergia tra imprese e lavoratori, per instaurare la cultura della sicurezza in maniera definitiva nel mondo del lavoro. La prevenzione, che dovrebbe essere scontata, latita ancora nei cantieri italiani e questo, purtroppo, non è un dato statistico ma un’arretrata realtà.

 

In collaborazione con: Scadenzario Sicurezza Lavoro