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L'impatto delle modalità esecutive e delle tecnologie sui tempi di cantierizzazione

Il caso della solidarizzazione centrale dei viadotti autostradali dell'A14 - Adriatica. La scelta della modalità esecutiva di un opera può influire in termini migliorativi sui tempi di cantierizzazione e sui relativi impatti del cantiere.

Il caso della solidarizzazione centrale dei viadotti autostradali dell'A14 - Adriatica

La scelta della modalità esecutiva di un opera può influire in termini migliorativi sui tempi di cantierizzazione e sui relativi impatti del cantiere. Benché nella fase esecutiva dei lavori si disponga di un progetto ormai definito, non si deve rinunciare a far ricorso alle nuove tecnologie ed alle opportunità contingenti che possono migliorare l'esecuzione delle opere. Infatti, partendo dal presupposto che il progetto definisce l'opera da realizzare e non necessariamente anche le modalità di esecuzione, si possono valutare differenti modalità di realizzazione dell'opera di progetto che risolvono le problematiche connesse alla cantierizzazione e migliorano la sicurezza dei lavoratori e dei terzi.
Il caso di specie di seguito esposto riguarda la realizzazione di alcune opere di adeguamento dell’Autostrada A14 – Adriatica necessarie per l’ampliamento della sede autostradale da una configurazione di due corsie più una di emergenza ad una configurazione di tre corsie più una di emergenza per entrambe le carreggiate Nord e Sud. Nell’ambito di tali lavori si è messa a punto una procedura che, sfruttando materiali innovativi, particolari capacità operative dell’appaltatore ed una accurata programmazione delle attività, ha permesso di ridurre significativamente i tempi di chiusura al traffico della piattaforma autostradale.
In linea generale, la realizzazione di opere autostradali con una infrastruttura in esercizio, ovvero con traffico circolante, pone molteplici problematiche connesse alla cantierizzazione sia della sede stradale in esercizio sia delle aree destinate alla realizzazione delle nuove opere. Infatti, i presidi di cantierizzazione oltre a garantire la sicurezza dei lavoratori devono contemporaneamente garantire la sicurezza del traffico veicolare, risolvendo l’interferenza tra lavorazioni di cantiere e flusso di veicoli. Questo principio generale deve essere applicato avendo conto delle particolari esigenze poste dall’esercizio della piattaforma autostradale: numero di corsie minimo da garantire, larghezza minima di corsia per consentire il traffico dei trasporti eccezionali, configurazioni della segnaletica verticale ed orizzontale per realizzare scambi, flessi, ecc., nonché, ovviamente, della natura delle opere autostradali da realizzare. La configurazione dei presidi di cantierizzazione deve consentire sovente l’accesso e l’uscita in sicurezza dall’area di cantiere direttamente dalla e sulla sede autostradale in esercizio, garantendo nel contempo gli spazi di cantiere per la movimentazione dei materiali ed il funzionamento delle macchine operatrici. Inoltre, la configurazione dei presidi di cantierizzazione (segnaletica, ostacoli fisici, barriere di sicurezza, ecc.) deve essere installabile, deve cioè poter essere realizzata in condizioni di traffico ridotto o deviato, in un lasso di tempo limitato (solitamente 4-6 ore in notturna) e, soprattutto, deve essere ultimata per consentire al normale flusso di traffico di percorrere la piattaforma autostradale in sicurezza.
La combinazione di tutti questi fattori rende la cantierizzazione delle opere di adeguamento di un autostrada in esercizio alquanto dispendiosa in termini di uomini, mezzi, risorse economiche e tempi, nonché particolarmente delicata dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori.
Benché l’obiettivo primario nel progettare ed eseguire le fasi di cantierizzazione su un autostrada in esercizio sia quello di ridurre al minimo indispensabile l’impatto sulla normale circolazione dei veicoli, in alcuni casi, come in quello avanti esposto, l’esecuzione delle lavorazioni di adeguamento deve avvenire, a causa della peculiarità delle opere da realizzare, in assenza di traffico veicolare su una delle due carreggiate o entrambe le carreggiate: si deve chiudere l’autostrada.
Nel caso reale proposto nella versione estesa dell’articolo, è stata adottata una nuova modalità operativa per la realizzazione delle opere di solidarizzazione della soletta in spartitraffico centrale di tre viadotti autostradali dell’Autostrada A14 – Adriatica nella tratta compresa tra gli svincoli di Porto Sant’Elpidio e Civitanova Marche, (“Subtratta Corva”), tale da rendere possibile una unica chiusura dell’autostrada di sole 34 ore, a parità di qualità dell’opera e di sicurezza per le maestranze, con minori tempi e costi di cantierizzazione.

 

Giuseppe Di Giulio

Project Manager - Responsabile del Procedimento e Responsabile dei Lavori presso Autostrade per l'Italia

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