Architetti: nuovo Codice Deontologico, misure su equo compenso, parità di genere e sanzioni

Architetti: dal 2 dicembre nuovo Codice deontologico

Tra le nuove misure l’introduzione dell’Equo compenso, la parità di genere, la promozione dell’inclusione

Dal 2 dicembre attivo il nuovo Codice deontologico per gli oltre 155 mila Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Il nuovo testo ha recepito, innanzitutto, la norma sull’Equo compenso e ha introdotto una serie di novità che riguardano alcuni articoli dei Principi e dei Doveri Generali, dei Rapporti con l’Ordine e Consiglio di Disciplina, dei Rapporti esterni ed interni, dell’Esercizio professionale, della Podestà disciplinare, delle Sanzioni, nonché le nuove Disposizioni transitorie e finali.

Va anche sottolineato che nel preambolo è stata riconosciuta l’importanza della parità di genere e della promozione dell’inclusione.

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Nuovo Codice Deontologico degli architetti: introdotto l'Allegato I per la modulazione delle sanzioni

Novità assoluta la presenza dell’Allegato I (in allegato in pdf in fondo all'articolo) che riporta una modulazione delle sanzioni per l’intero articolato, che va considerato come ausilio all’attività dei Collegi di Disciplina. Rimane ferma la autonomia decisionale dei Collegi di Disciplina nella irrogazione delle sanzioni. Resta così l’attribuzione ai CDD di un margine di discrezionalità nella commisurazione della sanzione all’interno di una forbice edittale, che serve a poterla adeguare alle particolarità della fattispecie concreta.

“Il nuovo Codice - sottolinea il CNAPPC - è frutto di un ampio processo di revisione condotto dal Gruppo Operativo “Deontologia” ed è il risultato di una approfondita elaborazione che ha tenuto conto delle mozioni della Conferenza Nazionale degli Ordini, delle sollecitazioni raccolte negli incontri informativi sul territorio e delle proposte pervenute dagli Ordini provinciali”.

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Lavoro equo: obbligo di accordo scritto con i collaboratori nel nuovo Codice Deontologico

Così, dal 2 dicembre gli studi professionali che finora si sono avvalsi di accordi verbali con i collaboratori saranno obbligati a formalizzare per iscritto i rapporti professionali, pena l’applicazione di sanzioni disciplinari. L’Ordine degli Architetti di Milano ha attivato il servizio di consulenza Fair Work, che offre supporto a titolari e collaboratori nella definizione di accordi corretti e conformi alla normativa.

La novità introdotta dall’articolo 21 del nuovo Codice Deontologico del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), ha stabilito l’obbligo di regolamentare per iscritto i rapporti economici e professionali tra professionista e collaboratori. In particolare, il Codice prescrive che tali accordi garantiscano un trattamento equo e dignitoso, includano la supervisione e le responsabilità del professionista e riconoscano il ruolo dei collaboratori nelle pubblicazioni, rispettando i loro specifici incarichi.

Un risultato di sensibilizzazione e innovazione normativa

Il nuovo testo è stato approvato durante la Conferenza Nazionale degli Ordini e in Consiglio Nazionale grazie anche al contributo dell’Ordine degli Architetti di Milano e del gruppo Fair Work. Questo impegno si inserisce in un percorso di sensibilizzazione avviato dall’Ordine milanese, che nel 2023 ha pubblicato il Vademecum per un lavoro equo e inclusivo.

Tale documento si propone come guida per regolamentare in modo trasparente e corretto i rapporti di collaborazione negli studi professionali, a prescindere dalle dimensioni.

Oltre alla norma sull’equo compenso, il testo disciplina principi e doveri generali, rapporti con l’Ordine e con il Consiglio di Disciplina, esercizio professionale, sanzioni e disposizioni transitorie. Tra le innovazioni più rilevanti, un allegato specifica la modulazione delle sanzioni applicabili, che possono arrivare fino a 180 giorni di sospensione.

Inoltre, per la prima volta, il preambolo del Codice riconosce l’importanza della parità di genere e della promozione dell’inclusione.

Gravi violazioni per la mancata tutela dei collaboratori

«Un aspetto cruciale - sottolinea Francesca Scotti, consigliera dell’Ordine di Milano e membro del Gruppo Operativo Deontologia - è l’introduzione nel comma 3.bis della qualificazione come "grave violazione deontologica" della mancata osservanza degli accordi presi all’inizio o durante la collaborazione». Questa definizione, che comporta l’applicazione delle sanzioni più severe, rappresenta un significativo passo avanti nella tutela del lavoro dei collaboratori e testimonia un importante cambiamento culturale nel settore.

Per facilitare l’adeguamento alla normativa, l’Ordine degli Architetti di Milano offre un servizio di consulenza Fair Work, disponibile per rispondere ai quesiti degli iscritti. Il team di esperti assiste professionisti e titolari di studio nell’adeguamento dei rapporti di collaborazione alle nuove disposizioni, garantendo il rispetto dei principi di equità e inclusione.

Fonte: CNAPPC e cs dell'Ordine degli Architetti di Milano