In base alla mappatura sismica prodotta dai ricercatori europei, tutti i Paesi dei Balcani, del Mediterraneo, così come la Turchia, sono quelli che rischiano di più.
In base alla mappatura sismica prodotta dai ricercatori europei, tutti i Paesi dei Balcani, del Mediterraneo, così come la Turchia, sono quelli che rischiano di più.
A dirlo sono i ricercatori del
progetto SHARE, finanziato dall'UE, che raccogliendo tutti i dati a disposizione, hanno realizzato una mappatura sismica di tutta l’Europa da cui si evince che l'Italia, i Balcani, la Grecia, la Bulgaria, la Romania e la Turchia sono tra le regioni più esposte dell’area europea.
Per produrre la mappa, i ricercatori del progetto SHARE hanno combinato dati provenienti da più di 30.000 terremoti europei con magnitudo maggiore o uguale a 3,5 gradi della scala Richter a partire dall’anno 1000, e considerando i loro danni.
Per i dati hanno usato l’archivio storico dei terremoti europei il cosiddetto
AHEAD (European Archive of Historical EArthquake Data). Questi dati poi sono stati incrociati con quelli delle 1.100 faglie attive presenti in Europa, che hanno una lunghezza complessiva di 64.000 km.
Tutte le informazioni sono state combinate in una singola mappa dove coi colori rosso/viola si sono indicate le zone dove più alte sono le probabilità di terremoto e dove possono causare danni più gravi.
Essa mostra le aree in cui vi è una probabilità del 10% o più grande di sperimentare il livello di sismicità mappato entro 50 anni.
“È il primo modello di riferimento dello stato dell’arte del pericolo per l'Europa “, ha detto il dottor Artur Pinto, il capo del European Laboratory for Structural Assessment presso il Joint Research Centre, a Ispra in Italia. “È uno strumento che può essere utile per le future politiche sulle strutture e infrastrutture come dighe, edifici alti o addirittura ponti.”
Osservando bene la mappa è possibile vedere che sono presenti altre zone calde anche vicino a Bruxelles in Belgio, a Lisbona in Portogallo, vicino a Budapest in Ungheria e lungo la catena montuosa dei Pirenei.
Gli hotspot vicini a Bruxelles, Budapest e Lisbona sono legati a un certo numero di terremoti accaduto in passato, mentre l'hotspot nei Pirenei occidentali è legato alla geologia della zona.
Pericolosità sismica
“Individuare la pericolosità sismica non significa solo calcolare la probabilità che un evento si verifichi in qualche parte in Europa, in un certo periodo di tempo,” ha detto il Prof. Giardini.
“Nel nostro progetto, il rischio sismico si riferisce alla probabilità di danni e perdite che gli eventi sismici possono indurre al nostro ambiente economico e umano”.
“Un terremoto di moderata intensità in una zona densamente popolata d'Europa, o in una zona che ospita infrastrutture critiche, come una pipeline, può avere un impatto enorme.”
Questi aspetti sono stati esaminati più in dettaglio nel progetto finanziato dall'UE
SYNER-G, che ha sviluppato uno strumento software open-source per l'analisi della vulnerabilità e lavorare le conseguenze sociali ed economiche dei terremoti in specifiche aree urbane, come il porto di Salonicco in Grecia, per il momento è finito nel 2013.
Parte di queste informazioni saranno ora utilizzate anche da geologi, sismologi e ingegneri nell'ambito del progetto
STREST, che come obiettivo ha quello di creare una
comune metodologia di valutazione del rischio per le infrastrutture critiche, identificando gli edifici chiave, i ponti, le strade e le condutture che avrebbero il maggiore impatto sulla nostra società se fossero danneggiati durante un terremoto.
Maggiori informazioni
Fonte: http://horizon-magazine.eu