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La posa in opera del calcestruzzo

Nella presente nota si intende effettuare un’analisi critica di quanto accade oggi nei cantieri e di quanto le procedure operative “consolidate” sono ben lontane dai requisiti di legge e di qualità, o più in generale dalla “regola dell’arte”.

La qualità del calcestruzzo è drasticamente migliorata negli anni, grazie alla disponibilità di nuovi componenti all’avanguardia e di sistemi di produzione automatizzati e rigidamente controllati, che consentono scelte progettuali molto più complesse e innovative.

Se il settore produttivo offre oggi prodotti di maggiore performance tecnologica e affidabilità, dal punto di vista applicativo si riscontrano ancora procedure operative errate o frettolose, che rovinano il materiale in fase di getto o alla rimozione dei casseri, minano la durabilità, la sicurezza dell’opera, la qualità di un investimento.
La stessa normativa tecnica, nel distinguere tra resistenza di progetto, resistenza potenziale (quella valutata sui provini cubici) e resistenza strutturale, sostiene un’attenta valutazione sul livello di affidabilità del materiale in opera, quasi a significare che, nel corso delle fasi esecutive, siano “fisiologiche” le perdite di prestazione del prodotto ipotizzato in sede di progetto, con una riduzione di valore tra l’idea progettuale e l’opera in fase di esercizio.

Chi quotidianamente opera nei laboratori di ricerca e sviluppo e negli gli impianti di produzione, sa perfettamente che la tecnologia e i mezzi per avere opere sicure e durevoli, oggi esistono e sono disponibili, si tratta di cominciare a prescriverli, dettagliarli nelle specifiche di progetto e pretenderli in cantiere; questo è un obbligo e lo prescrivono le leggi dello Stato.


Nella presente nota non si intende passare in rassegna le procedure di posa in opera e maturazione del calcestruzzo, peraltro contenute in modo esaustivo nei testi della bibliografia, si intende invece effettuare un’analisi critica di quanto accade oggi nei cantieri e di quanto le procedure operative “consolidate” sono ben lontane dai requisiti di legge e di qualità, o più in generale dalla “regola dell’arte”.