Dissesto Idrogeologico | Geologia e Geotecnica
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Meccanismi di innesco e propagazione di colate rapide di fango


Il presente contributo sintetizza i principali risultati conseguiti attraverso il sistematico inquadramento e la modellazione geotecnica delle colate rapide di fango che spesso si verificano nelle coltri piroclastiche che ammantano i rilievi montuosi della regione Campania. Tale fenomenologia franosa è particolarmente complessa anche per l’esistenza di molteplici meccanismi di innesco che possono comunque essere simulati con metodi sia tradizionali che particolarmente innovativi. Con riferimento alla fase di propagazione, si evidenzia la molteplicità dei fattori che determinano le caratteristiche cinematiche delle colate e si descrivono le potenzialità di calcolo attualmente disponibili per la simulazione di eventi già occorsi e per la previsione di possibili eventi futuri.

Introduzione
Le colate rapide di fango sono fenomeni altamente distruttivi che possono avere sede in molteplici contesti geo-ambientali ad opera di diversi fattori di innesco quali la pioggia, il sisma, e le azioni antropiche. Tali fenomeni franosi sono particolarmente complessi perché caratterizzati da molteplici fasi durante le quali volumi di terreno, talora ingenti, esibiscono un comportamento meccanico estremamente differente. Durante la fase di pre-rottura generalmente si registrano deformazioni e spostamenti di scarsa entità. Nella fase di rottura, si assiste alla formazione di una superficie di scorrimento che individua il cosiddetto “volume di innesco”. Durante la fase di post-rottura, questo volume può subire, in dipendenza delle proprietà meccaniche del terreno, notevoli accelerazioni e trasformarsi in un materiale spesso assimilabile ad fluido viscoso con resistenza al taglio nettamente inferiore a quella del terreno in posto. La massa inizialmente mobilitatasi inizia, quindi, a propagarsi verso valle, raggiungendo velocità elevatissime sia nelle zone di transito (decine di m/s) che in quelle pedemontane (qualche m/s), dove spesso sono ubicati manufatti e infrastrutture.
In Italia, colate rapide indotte da pioggia si osservano sistematicamente in un’area di circa 3000 km2, dove sono presenti terreni piroclastici, originatisi principalmente dal complesso vulcanico del Somma-Vesuvio. All’interno di questa area, si sono recentemente verificati gli eventi di Pozzano (gennaio 1997), Sarno, Quindici, Bracigliano e Siano (maggio 1998), Cervinara (dicembre 1999), Nocera (marzo 2005), ed Ischia (aprile 2006). Tra questi, l’evento più catastrofico è stato quello del 4 -5 maggio1998. A seguito di tale evento, presso l’Università di Salerno, sono stati avviati numerosi studi finalizzati all’identificazione, analisi e modellazione dei meccanismi che governano sia la fase di innesco che quella di propagazione. In tale ottica, è risultata particolarmente proficua l’analisi di casi di studio ben documentati per i quali fossero disponibili accurate banche dati geotecniche.
Nella presente comunicazione, si illustrano brevemente le principali analisi geotecniche condotte dallo scrivente, a partire dal 2001, presso l’Università di Salerno, il CUGRI (Consorzio inter-Universitario per la previsione e prevenzione dei Grandi Rischi), il CERIUS (Centro di Eccellenza “Il Rischio Idrogeologico: previsione e prevenzione in aree di rilevante estensione” dell’Università di Salerno), il CEDEX di Madrid e la Universidad Politécnica de Madrid.

Memoria tratta dagli Atti del 1° IAGIG (2011)

Per maggiori informazioni consulta www.iagig.unisa.it

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