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Quaderno Tecnico ISI n.2 - L’evoluzione delle Norme Tecniche dal 2008 ad oggi

Il Quaderno Tecnico n°2, edito a cura della Sezione Software di Ingegneria Sismica Italiana (ISI), è un lavoro di comparazione accurata tra le NTC (Norme Tecniche per le Costruzioni) attualmente in vigore (D.M. 14/01/2008) e la versione approvata a maggioranza dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nella seduta del 14/11/2014.

Presentazione
Come primo commento, rivolto in primo luogo ai professionisti, è che il nuovo testo (per altro ancora in discussione) non presenta sostanziali novità rispetto all’edizione del 2008. Come ricordiamo il cambiamento normativo prodotto dalle NTC 2008 era stato straordinario ed erano stati introdotti, sulla falsariga egli Eurocodici, principi e metodologie di calcolo totalmente innovative per la tradizione progettuale italiana. Fra l’altro nelle NTC 2008 spazio significativo era stato riservato, per la prima volta, al tema del recupero statico e sismico degli edifici esistenti, argomento questo totalmente assente, fino ad allora, nel panorama tecnico normativo italiano. In Italia il problema della sicurezza delle costruzioni esistenti è cruciale ed è accentuato dal fatto che gran parte del territorio italiano, fino al 2003, non era considerato sismico e di conseguenza le costruzioni venivano progettate ignorando gli effetti dei terremoti. Dal 2003, prima con le OPCM emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi dalle NTC 2008, in vigore dal 2009, tutto il territorio nazionale è stato considerato sismico. Un altro elemento di complessità del problema risiede nella notevole varietà delle tipologie strutturali presenti sul territorio e nella difficoltà intrinseca di realizzare indagini dettagliate, premessa indispensabile per avere un quadro sufficientemente preciso per produrre un’analisi di vulnerabilità sismica verosimile. Naturalmente anche il patrimonio storico ha un valore tale da giustificare un’attenzione specifica e prioritaria. Non ci si può quindi stupire che nella preparazione delle nuove norme molto impegno sia stato dedicato al tema degli “edifici esistenti”, poco sviscerato nel tempo e quindi a maggior ragione meritevole di approfondimenti innovativi ed importanti. Proprio rispetto a questo tema gli incaricati della scrittura della Norma si sono affrontati con visioni molto diverse, tanto da produrre un significativo ritardo nel rilascio della bozza NTC, una cui versione, per il resto molto prossima all’attuale, era già stata approvata dall’Assemblea del CSLLPP ben due anni prima, peraltro con approvazione che era legata all’effettuazione di alcune modifiche. La discussione sul tema degli “edifici esistenti” non si è ancora sopita: risulta infatti che moltissime osservazioni siano già pervenute sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture, dove è da poco approdata la bozza nel suo lungo iter verso l’approvazione definitiva. Da parte nostra osserviamo come, esaminando letteralmente il capitolo 8, non si riesca a riconoscerne i grandi elementi di novità che il legislatore avrebbe inserito. Dalla lettura del testo appare che l’intento sia quello di far “slittare” la maggior parte degli interventi verso le categorie del “miglioramento” o della “riparazione”, i quali godono di notevoli riduzioni nell’entità delle azioni sismiche applicate e consentono quindi economie significative. Nel caso invece di “adeguamento”, esso viene sostanzialmente equiparato ad alle nuove costruzioni, nel senso che si richiede alla costruzione prestazioni equivalenti ad una struttura realizzata ex novo. Ne consegue che l’intento del legislatore sarebbe quello di distribuire le risorse economiche su una più larga parte di edifici esistenti, accettando un rischio più alto in cambio di ottenere un livello minimo di sicurezza più elevato; se, al contrario, si fissassero dei criteri di maggior sicurezza, il numero di costruzioni coinvolte sarebbe molto più contenuto, anche considerando che i costi dell’intervento aumentano in modo molto più che proporzionale.
Segnaliamo comunque che, come avvenuto nel 2008, la Circolare che accompagnerà le norme, che ancora una volta si è deciso di tenere esterna alla Norma, potrebbe essere in grado di aggiustare il tiro con precisazioni non secondarie sugli argomenti in questione.
E’ probabilmente da questo punto che si potrà ripartire in un lavoro più completo di ridefinizione delle Norme Tecniche nel senso espresso bene dal Dott. Ing. Pietro Baratono, riportato successivamente. E’ necessario pervenire ad un corpo cogente di Norme Tecniche che si limiti ad enunciare i principi generali (sulla sicurezza, sui carichi, sui materiali), delegando un corpo di Codici di buona pratica per quanto riguarda gli approfondimenti, approccio che si rispecchia, in maniera molto confusa, nella struttura “Decreto-Circolare” attuale delle NTC, ma che va riconfigurato sulla scorta di consolidati usi nei Paesi di cultura anglosassone.
Nel dibattito a valle della presentazione sono emerse altre osservazioni importanti, che probabilmente saranno oggetto di ulteriore riflessione a breve, nel corso dell’iter di approvazione. Ne citiamo alcune:
• Confrontando i requisiti di sicurezza richiesti dagli Eurocodici con quelli contemplati dalle norme italiane risulta che le NTC, per effetto dei coefficienti adottati sui materiali, sono più severe, anche di gran lunga, come nel caso delle opere in legno
• Anche per le fondazioni superficiali le NTC risultano molto più severe di quanto riscontrabile in altri Paesi europei
• E’ indispensabile introdurre maggior flessibilità e semplificazione nella qualificazione di prodotti innovativi, tenendo presente che le procedure presso gli Organismi nazionali richiedono tempi lunghi, incompatibili con le esigenze industriali e di mercato
• Rivedere il cap 12, anche nei suoi principi; il cap 12 fornisce l’elenco e le condizioni per cui possono essere adottati dal progettista documenti tecnici in carenza di indicazioni da parte delle NTC.

Ing. Luciano Migliorini, consigliere ISI