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Rapporto Atecap sull’uso degli aggregati riciclati nel calcestruzzo

l’Atecap ha realizzato l’indagine fra i propri produttori associati, per conoscere quale sia il reale utilizzo degli aggregati riciclati, le tipologie e gli usi più diffusi, ma anche i motivi per cui tali aggregati trovano difficoltà nell’impiego e a volte anche diffidenza

In occasione del MADE in concrete 2013 l’Atecap ha presentato un’indagine svolta presso le proprie imprese associate per valutare quale sia, attualmente, il mercato degli aggregati riciclati nella produzione di calcestruzzo preconfezionato.


Come noto, la Direttiva Rifiuti impone agli Stati europei di raggiungere determinati traguardi in termini di riciclo dei rifiuti stessi, prevedendo in particolare per quelli provenienti da attività di costruzione e demolizione (C&D) di raggiungere il 70% del riciclo entro il 2020.

Uno degli utilizzi previsti dalle norme per il riciclo dei rifiuti C&D è come aggregato per calcestruzzo. Spesso, però, i produttori hanno manifestato delle perplessità sull’uso di tali aggregati.

Per questo motivo l’Atecap ha realizzato l’indagine fra i propri produttori associati, per conoscere quale sia il reale utilizzo degli aggregati riciclati, le tipologie e gli usi più diffusi, ma anche i motivi per cui tali aggregati trovano difficoltà nell’impiego e a volte anche diffidenza.
I risultati, raccolti in un Rapporto disponibile su richiesta per i soci Atecap, hanno mostrato che solo l’11% delle imprese intervistate utilizza gli aggregati provenienti da riciclo per la produzione di calcestruzzo.

Fra i motivi addotti per il mancato utilizzo ci sono principalmente tre motivazioni:
1. per la maggior parte dei casi, la scarsita? o addirittura l’assenza di domanda di calcestruzzo preconfezionato prodotto utilizzando aggregati riciclati;
2. circa il 25% delle imprese ha indicato l’assenza di certezza sulle caratteristiche tecniche degli aggregati riciclati;
3. un 15% ha denunciato una mancanza di compatibilita? delle proprieta? degli aggregati riciclati con le norme tecniche sulla produzione di calcestruzzo.

Tra le altre motivazioni indicate dalle imprese vi sono inoltre l’assenza di offerta di aggregati riciclati nel territorio di competenza e il mancato sviluppo di adeguate miscele.
Appare pertanto evidente dalle risposte fornite che il maggiore impedimento all’uso di aggregati riciclati è la scarsa cultura in materia di riciclo e recupero dei rifiuti da parte dei soggetti che dovrebbero rappresentare la domanda, come le stazioni appaltanti pubbliche e private.
A questo problema sembrerebbe affiancarsi una scarsa conoscenza anche da parte degli stessi utilizzatori. È opinione diffusa, infatti, che gli aggregati riciclati abbiano una maggiore eterogeneita? delle proprie caratteristiche e proprieta? in confronto a quelli di origine naturale.

Partendo da questi risultati nel Rapporto dell’Atecap sono state ipotizzate alcune proposte per incrementare la cultura del riciclo nel settore del calcestruzzo preconfezionato, che si articolano essenzialmente sulle seguenti tre direttrici:
1. sviluppare strumenti che facilitino l’applicazione delle previsioni normative esistenti in materia di recupero di rifiuti, in modo da essere certi di poter raggiungere i traguardi imposti dall’Europa;
2. adottare soluzioni che migliorino la gestione dei rifiuti e ottimizzino le procedure di recupero; il problema della eterogeneità delle caratteristiche tecniche non è infatti legato a proprietà intrinseche dell’aggregato da riciclo, quanto a operazioni di recupero che non vengono effettuate correttamente;
3. modificare la normativa per aumentare le quantità di riciclato utilizzabile per la produzione di calcestruzzo, a partire proprio dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (d.m. 14 febbraio 2008), che prevedono un limite di utilizzo nel calcestruzzo per gli aggregati riciclati da rifiuti C&D.

Per attuare queste soluzioni sarà necessario un adeguamento dei capitolati speciali d’appalto agli strumenti normativi esistenti.
Potrebbero inoltre essere introdotti sistemi di incentivazione economica all’uso dei riciclati, di tasse per il conferimento di rifiuti da costruzione e demolizione in discarica e di sanzioni per le inosservanze, come accade già in altri Paesi europei.
Un aiuto per la diffusione della cultura del riciclo potrebbe venire anche da una maggiore semplificazione delle procedure autorizzative necessarie per il recupero dei rifiuti.
Infine uno strumento utile per ridurre le incertezze degli utilizzatori sulla qualità degli aggregati da riciclo potrebbero essere dei protocolli sulle metodologie di demolizione, al fine di assicurare una maggiore selezione dei materiali. Questi protocolli, da intendersi come Buone Prassi o Linee Guida, potrebbero essere elaborate a livello nazionale nell’ambito del Ministero dell’Ambiente e/o dell’UNI.