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Terremoto Emilia 2012, 13 anni dopo: ricostruzione quasi completata e 8 miliardi investiti. I dati

A 13 anni dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012 che sconvolsero l’Emilia, causando 28 vittime e 45mila sfollati, il bilancio della ricostruzione si avvicina al traguardo finale: investiti oltre 8 miliardi di euro, di cui 7 già liquidati. Nel 2025 termina lo stato di emergenza.

Emilia-Romagna, 13 anni dopo il terremoto: la ricostruzione è quasi conclusa

Il 20 e 29 maggio 2012 due scosse sismiche fecero tremare l’Emilia. Furono giorni drammatici, in cui persero la vita 28 persone, 300 rimasero ferite e oltre 45mila furono costrette a lasciare le proprie abitazioni.

Le province maggiormente colpite furono Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara, insieme a territori di Mantova e Rovigo. Il sisma danneggiò gravemente abitazioni, scuole, imprese, edifici religiosi e beni culturali, con una stima complessiva dei danni che superò i 12 miliardi di euro.

Tredici anni dopo, la Regione Emilia-Romagna traccia un bilancio ampio e positivo del lungo e complesso percorso di ricostruzione post-sisma.

Sono stati investiti oltre 8 miliardi di euro, di cui 7 già effettivamente liquidati, con una distribuzione capillare su edifici privati, imprese, opere pubbliche, centri storici e luoghi di culto.

   

La ricostruzione in cifre

Secondo il report ufficiale della Regione, la ricostruzione ha coinvolto migliaia di interventi su più fronti:

Circa 20mila abitazioni sono state ripristinate e 28mila persone rientrate nelle proprie case; 570 scuole ripristinate o ricostruite ex novo senza che sia mai stata persa un’ora di lezione. 

  

Abitazioni private

Sono quasi 10.000 gli interventi realizzati su edifici a prevalente uso abitativo, con 3,2 miliardi di euro concessi a famiglie e proprietari privati per il ripristino delle condizioni di sicurezza e abitabilità.

 

Attività produttive

 Oltre 6.800 piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi sono state rese di nuovo agibili, 3.359 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 2.155 imprese hanno messo in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione. 

La ripresa economica è stata supportata con 1,8 miliardi di euro a favore di oltre 3.300 imprese. Oggi meno di 100 cantieri sono ancora aperti, segnale del quasi totale completamento degli interventi nel comparto produttivo.

 

Opere pubbliche e beni culturali

Il programma di interventi su scuole, municipi, musei, teatri e strutture pubbliche ha visto lo stanziamento di 1,579 miliardi di euro, per un totale di 1.729 opere. Di queste, 776 sono state completate e 444 sono in corso di esecuzione.

 

Centri storici

Per la rigenerazione urbana nei comuni del cosiddetto “cratere ristretto” sono stati assegnati oltre 56 milioni di euro, tra bandi e finanziamenti diretti, per sostenere quasi 1.100 iniziative volte alla riqualificazione degli spazi pubblici e alla rivitalizzazione dei centri cittadini. Circa 1.200 interventi già conclusi e un nuovo bando in corso, per i centri storici, per la riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali. 

 

Edifici religiosi

Tra i simboli più colpiti dal sisma vi furono le chiese: 495 quelle danneggiate, di cui 325 risultavano inagibili. Oggi, grazie a 382 milioni di euro stanziati, quasi 400 chiese sono state recuperate e riaperte al culto. Subito dopo il sisma furono inoltre realizzate 15 chiese provvisorie, per garantire la continuità delle funzioni religiose.

    

Dal “cratere” a un nuovo orizzonte

L’area inizialmente inclusa nel piano di ricostruzione contava 59 comuni, ma oggi il “cratere” si è ridotto a 15, dove sono ancora in corso gli ultimi interventi, soprattutto nei centri storici vincolati dalla tutela architettonica.

“Quello che ci aspetta– commenta Baruffi, assessore con delega alla Ricostruzione delle aree colpite dal sisma - è un lavoro di accompagnamento verso il ritorno alla completa normalità: un percorso che la nostra Regione ha contribuito a definire e che potrà costituirà una sperimentazione a livello nazionale. Sarà compito di questa legislatura dare piena efficacia alla nuova fase, mettendo al centro politiche che valorizzino l’intero sistema territoriale. A partire dal completamento dei cantieri pubblici e dalla valorizzazione delle strutture pubbliche, rinnovate e rifunzionalizzate, che rappresentano oggi un patrimonio di dotazioni territoriali più sicure, efficienti e sostenibili, in grado di generare nuove competitività e opportunità”.

Nelle prossime settimane, per consolidare l’accelerazione della ricostruzione pubblica, facendo fronte al caro materiali e rispondendo alle esigenze di liquidità dei cantieri in corso affinché non si fermino, il Commissario metterà in campo risorse per circa 10 milioni di euro.

  

Uno stato di emergenza che finisce, una comunità che guarda avanti

Con la fine dello stato di emergenza nel 2025, si chiude formalmente un capitolo di straordinario impegno collettivo. Tuttavia, il percorso di rinascita non si arresta. Le comunità dell’Emilia colpite dal sisma sono oggi un esempio di resilienza e ricostruzione consapevole, anche grazie alla capacità di pianificazione e alla visione di lungo periodo delle istituzioni regionali.

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