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Ripartizione delle spese di riscaldamento: l’applicazione della UNI 10200 al quartiere Bellavista di Ivrea

Ripartizione delle spese di riscaldamento: l’applicazione della UNI 10200 al quartiere Bellavista di Ivrea

Gli edifici estesi e la ripartizione delle spese di riscaldamento
 
Introduzione
La tematica della ripartizione delle spese di climatizzazione invernale è un argomento molto discusso e forse anche travisato. Mi è stato chiesto di esporre la mia esperienza al riguardo su un caso concreto che mi ha visto diretto protagonista come progettista e direttore dei lavori di una complessa riqualificazione energetica afferente ad un Complesso Edilizio sito ad Ivrea.
 
Ho già avuto modo di citare questa esperienza in un mio precedente articolo, focalizzato però sull’avvenuto recupero di funzionalità ed in parte anche di efficienza di tale complesso, ma che non comprendeva il tema della ripartizione dei costi di esercizio, avvenuta in conformità a quanto richiesto dall’Art.9 comma 5 lettera d del D.lgs. 102/2014 e di conseguenza secondo quanto riportato (ove applicabile) nella norma tecnica UNI 10200:2013.
Ha sicuramente influito, nella preparazione di questa relazione, la mia partecipazione come membro effettivo del Gruppo di Lavoro 803 (ora CT 271) del Comitato Termotecnico Italiano, ai lavori protrattisi negli anni 2008-2013 che si sono concretizzati appunto nella emanazione della norma richiamata ovvero la UNI 10200:2013.
Parimenti, credo possa costituire un fattore qualificante, la constatazione che ho avuto anche modo di praticare tale norma in svariati interventi di riqualificazione energetica ai quali sono stato chiamato a concorrere.
 
Il caso del quartiere bellavista di ivrea
Nella fattispecie, la particolarità e la rilevanza del contesto risiede nella natura giuridica del complesso che si qualifica come SUPERCONDOMINIO e nel fatto che la ripartizione delle spese deve tener conto di tutte le implicazioni, siano esse di carattere tecnico che di carattere giuridico.
Per poter illlustrare la metodologia adottata ricorrerò all’utilizzo di una piantina del complesso che descrive la tipologia della rete di distribuzione caratterizzata dal fatto di essere stata “progettata” ed attuata in modo discutibile, come d’altronde l’esperienza storica ne ha dato purtroppo conferma.
 
 
Figura 1-  Disposizione planimetrica dei 5 edifici oggetto della riqualificazione energetica
 
Il complesso in esame risulta composto da cinque edifici collegati da una rete di distribuzione ad una Centrale Termica allocata nel corpo fabbrica dell’edificio al civico 85 (vedi Figura 1).
 

 

L’intervento di riqualificazione energetica è stato preceduto da una accurata e meticolosa ricognizione dei corpi fabbrica e da una conseguente Diagnosi Energetica di Alta Qualità, la cui validità risulta confermata dalla elevata correlazione tra i consumi storici acquisiti comparati ai dati provenienti dalla simulazione effettuata.
 
Il poter disporre quindi di tale lavoro ha costituito il fattore decisivo per affrontare correttamente il compito assegnatomi, pur con la necessità di operare delle semplificazioni e delle ipotesi di lavoro che appaiono però sostenibili e praticabili.
Si parte dalla constatazione della assenza di contatori di calore per singolo edificio e dalla presenza di un unico contatore di calore allocato in Centrale Termica, installato anche per rispettare le prescrizioni del D.lgs. 115/2008, in quanto la riqualificazione energetica operata è stata finanziata attraverso un Contratto Servizio Energia Plus che richiede appunto di misurare l’energia vettoriata.
La presenza di contatori di calore allocati in ciascun corpo fabbrica, anche se fosse stata prevista e magari faticosamente attuata, non avrebbe potuto comunque risolvere tutti i problemi in quanto lo sviluppo della rete, per come essa si articola, vieta la possibilità di poter operare misure risolutive e dirimenti.
 
La presenza infatti di numerosi punti di diramazione impedisce la acquisizione di valori certi e richiede in ogni caso di passare attraverso simulazioni che mi sono sforzato di eseguire nella maniera più rigorosa possibile.
 
L’ipotesi di lavoro si basava e si basa sui seguenti asserti:
  1. Conoscenza della entità (e del valore) della intera fornitura energetica, misurata dall’unico contatore di calore installato.
  2. Conoscenza della migliore stima possibile dei Fabbisogni Ideali di Energia Termica (Qh, sys, need) delle cinque zone servite.
  3. Conoscenza della morfologia e dello sviluppo della rete primaria di distribuzione.
  4. Conoscenza del totale e dei parziali delle u.r. (Unità di Ripartizione) registrate dai dispositivi di contabilizzazione installati presso ciascuna unità immobiliare appartenente al Supercondominio.

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