ORDINE ARCHITETTI DI RIMINI
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Riuso contemporaneo dei borghi e del paesaggio delle aree interne colpite dal sisma del 2016

Come attuare un riuso in chiave moderna dei borghi localizzati nelle aree interne attraverso interventi di qualità per garantire continuità al processo di interazione, tipico del territorio italiano, tra tessuto storico e paesaggio?

Come attuare un riuso in chiave moderna dei borghi localizzati nelle aree interne attraverso interventi di qualità per garantire continuità al processo di interazione, tipico del territorio italiano, tra tessuto storico e paesaggio? Quali azioni intraprendere in sinergia con le pubbliche amministrazioni e i cittadini all’interno di quelle aree soggette a una ricostruzione post-sisma? L’Ordine degli Architetti PPC di Ascoli Piceno organizza un seminario online di approfondimento.

pescara-del-tronto_700.jpgPescara del Tronto, oggi.

Il ciclo di eventi RIUSO DEL MODERNO, l’iniziativa itinerante che pone al centro del dibattito lattuale problematica del Riuso alla luce di un rinnovato confronto sul ruolo futuro degli Architetti all’interno dei processi di trasformazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico, nel corso del suo lungo viaggio che percorre la costa adriatica - da Rimini a Campobasso - approda con una tappa nella città di Ascoli Piceno.

Ingenio ha intervistato larch. Dario Nanni, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Ascoli Piceno, per scoprire di più sul seminario online organizzato dall’Ordine di Ascoli e dedicato al tema del riuso contemporaneo dei borghi delle aree interne colpite dal sisma.

>>> Appuntamento online il 4 dicembre (h. 15.00 - 18.30) - SCARICA IL PROGRAMMA

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Il ruolo dell’architetto nei processi di ricostruzione post-sisma

Presidente Nanni, quando un architetto opera su un territorio che è stato colpito da eventi sismici che hanno portato a una distruzione parziale o totale del tessuto urbano, con quale approccio egli deve intervenire? Qual è il suo ruolo nella ricostruzione?

Dario Nanni: “L’architetto, nelle sue molteplici articolazioni – paesaggista, pianificatore e conservatore – ricopre un ruolo di rilevante importanza in questo complesso processo di ricostruzione che necessita di un coordinamento esperto. All’architetto che opera in questo scenario viene richiesto un impegno che non è solo quello della ricostruzione e della riedificazione del tessuto urbano, ma un impegno di tipo sociale in quanto l’architetto deve prestare attenzione a tutti gli aspetti tipici che caratterizzano queste realtà e che interessano l’intera comunità.

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Il territorio del cratere sismico su cui operiamo è caratterizzato dalla presenza diffusa di borghi storici che nei secoli hanno instaurato un sistema complesso di relazioni e rapporti tra ambiente costruito e ambiente naturale. Teniamo presente che parte delle aree interne della provincia di Ascoli Piceno insistono due parchi nazionali: il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, nella parte sud del territorio, e Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nella parte nord. Ecco che anche il paesaggio assume quindi un ruolo importantissimo nel processo della ricostruzione. Spesso per illustrare la  stretta interazione che è sempre esistita tra abitanti di questi luoghi e ambiente circostante porto l'esempio del logo grafico scelto a suo tempo per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini: una montagna umanizzata che strizza l’occhio alla luna.

In sintesi, quando l’architetto opera in questi contesti deve partire da un’analisi della rilevanza storico artistica e paesaggistica dei luoghi per poi intervenire attraverso un processo di ricostruzione che possa proporre anche un riuso in chiave moderna, e quindi in maniera innovativa, di questi luoghi per risolvere le criticità presenti. Noi riteniamo che la figura dell’architetto, proprio per il suo percorso formativo attraverso il quale acquisisce un certo grado di sensibilità e di capacità nell’operare in contesti dove ci sono molteplici aspetti da considerare, non può che svolgere un ruolo di coordinatore tra gli operatori specializzati chiamati ad intervenire, i quali avrebbero difficoltà a proporre soluzioni che possano abbracciare questa realtà multiforme delle comunità da ricostruire.”


Quale è il significato che attribuite al termine ‘moderno’ in questo contesto?

Dario Nanni: “Nell’utilizzare il termine moderno abbiamo un po’ depotenziato il riferimento che solitamente gli si attribuisce nel campo dell’architettura. Abbiamo voluto attribuire al termine ‘moderno’ un significato di contemporaneità legato all’azione che vorremmo intraprendere all’interno dei borghi situati nel nostro territorio. Vogliamo intervenire operando nella contemporaneità  con strumenti  e strategie innovative per rivitalizzare queste realtà. Crediamo che la riflessione che presenteremo durante il seminario possa trasformarsi in un paradigma anche per altre aree interne del territorio nazionale.”


Come si articolerà il pomeriggio di dibattito da voi organizzato su queste tematiche?

Dario Nanni: “Gli interventi si svolgeranno in modalità webinar. Avremmo voluto che questo seminario si svolgesse in presenza ma purtroppo la pandemia lo ha impedito. Sarebbe stata l’occasione per presentare ai colleghi la nostra nuova sede dell’Ordine. Nostro obiettivo è quello di evidenziare questa narrazione che ruota intorno a una ricostruzione moderna di questi territori colpiti dal sisma che non può non tenere conto dei rapporti e delle relazioni con il paesaggio di cui dicevo prima, e anche alla luce del recente dibattito stimolato dalla pandemia sul ‘dove abitare’ che ha riportato all’attenzione la possibilità di vivere in centri minori.

L’arch. Antonio Minetti coordinerà i diversi interventi in programma: Nicola Di Battista, Direttore della rivista L’Architetto, relazionerà su “il ruolo sociale dell’architetto Mission e professione nella ricostruzione tra deontologia e burocrazia”; Marco Bussone, Presidente UNCEM, parlerà di “Identità dei luoghi – sfide e obiettivi per il RI-USO moderno”; Massimo Ilardi - sociologo, docente Scuola di Architettura e Design, UNICAM – parlerà di “Comunità locali - Relazioni tra comunità e luoghi di vita come riallacciare un rapporto interrotto"; Diego Zoppi, Consiglio Nazionale Architetti PPC, farà un intervento dedicato a “Ricostruire borghi, lavoro ed economia locali Azioni sinergiche e politiche locali per nuovi sistemi polifunzionali nella dimensione europea”; Lucina Caravaggi, docente di Architettura del Paesaggio UniRoma, relazionerà su “La qualità paesaggistica Ricucire le relazioni dei borghi tra Parchi Nazionali e vincoli paesaggistici”. Abbiamo invitato anche Giovanni Legnini, Commissario Straordinario alla Ricostruzione, al quale consegneremo la Carta per la Ricostruzione elaborata dal nostro Ordine, che  individua i contenuti che gli architetti ritengono inderogabili affinché i territori montani colpiti dal sisma 2016 possano ritornare ad esprimere le proprie ricchezze materiali ed immateriali.”

LA CARTA DELLA RICOSTRUZIONE

La Carta per la Ricostruzione elaborata dall'Ordine degli Architetti OAPPC di Ascoli Piceno individua i contenuti che gli architetti ritengono inderogabili affinché i territori montani colpiti dal sisma 2016 possano ritornare ad esprimere le proprie ricchezze materiali ed immateriali.

3 concetti in 10 punti

Ricostruire borghi, lavoro, economia e comunità locali con la qualità paesaggistica

1. LA RICOSTRUZIONE degli edifici non è una pura azione edilizia, va di pari passo con la riorganizzazione degli spazi e delle funzioni pubbliche e di uso pubblico – ricostruzione del paesaggio urbano

2. LA RICOSTRUZIONE pubblica e privata deve garantire la tutela dell’identità storica dei luoghi (paesi e paesaggi) e delle comunità che li abitano

3. LA RICOSTRUZIONE sarà compiuta quando garantirà lavoro, servizi e abitazioni a chi vorrà vivere questi luoghi in sicurezza in connessione con le città nella dimensione sovralocale

4. LA RICOSTRUZIONE ricuce il rapporto interrotto tra le comunità e i propri luoghi di vita (riallacciando le relazioni tra paesaggi tutelati ed insediamenti abbandonati)

Garantire l’identità dei luoghi – sfide e obiettivi per il RI-USO contemporaneo

5. LA RICOSTRUZIONE è identitaria e garantisce la permanenza dei caratteri architettonici ed identità dei borghi

6. LA RICOSTRUZIONE predilige l’uso dei materiali locali garantendo tradizione, innovazione  e sicurezza

7. LA RICOSTRUZIONE rappresenta una strategia di reinserimento programmato di luoghi e comunità nelle dinamiche evolutive territoriali e paesaggistiche, tramite

Rigenerare utilizzando il ruolo sociale dell’architetto

8. LA RICOSTRUZIONE si avvale di professionalità specialistiche e multidisciplinari (riconoscendo nelle risorse locali la primaria azione di rigenerazione sociale). L’architetto con le sue specializzazioni (paesaggisti, pianificatori, conservatori) riveste un ruolo strategico nel processo di rigenerazione

9. LA RICOSTRUZIONE propone metodi innovativi (non riconducibili agli strumenti urbanistici tradizionali):Piani e programmi di rigenerazione evolutivi che promuovono gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e inclusivo, dell’economia circolare e dei CAM

10. LA RICOSTRUZIONE prevede il coinvolgimento attivo degli Enti Locali e dei cittadini nei tavoli di programmazione, pianificazione e progettazione secondo gli standard più evoluti di partecipazione

Appendice

11. LA RICOSTRUZIONE promuove connessioni sostenibili (ciclovie, ferrovia, banda larga, percorsi escursionistici….)

Quali azioni sinergiche possono essere ‘messe in campo’ per ripopolare i borghi delle aree interne?

Dario Nanni: “Possono essere intraprese molteplici azioni e su vari fronti. In primo luogo, è necessario assicurare quelle condizioni affinché questi luoghi siano appetibili a nuove forme di insediamento. Le politiche di reinsediamento devono tenere conto di tre elementi fondamentali: salute, scuola e trasporti. Si tratta di piccoli centri urbani e di borghi di alta rilevanza culturale, antropica e paesaggistica. Dobbiamo partire da questa consapevolezza per offrire luoghi di qualità in cui vivere e lavorare. È necessario quindi individuare l’elemento attrattore per il luogo.”


Sono stati avviati concorsi di progettazione sul vostro territorio?

Dario Nanni: “Concorsi di progettazione non sono stati fatti sul nostro territorio. Il nostro Ordine ha però promosso un concorso di idee per il futuro della frazione di Pescara del Tronto completamente distrutta dagli eventi sismici del 2016 e per la quale si prevede una ricostruzione ex novo non più sul sedime originario. Ci siamo chiesti cosa potrebbe diventare il borgo abbandonato di Pescara del Tronto trattandosi di un luogo dal grande valore antropico e paesaggistico. Una nuova Gibellina? L’obiettivo del concorso di idee è stato quello di individuare soluzioni per ridare una memoria storica a questo luogo. Nostro auspicio è che i Piani di Ricostruzione che stanno portando avanti Stefano Boeri e altri possano accogliere le idee raccolte con questo concorso.”

>>> Per sapere di più sul Concorso di idee di Pescara del Tronto visita la pagina dedicata sul sito dell’Ordine degli Architetti PPC di Ascoli Piceno a questo LINK


Perseguire la qualità negli interventi di valorizzazione del patrimonio architettonico e del paesaggio: in che modo?

Abbiamo parlato di qualità architettonica e di qualità del paesaggio. In Italia manca una legge sull’architettura. Anche lei ritiene importante avere una Legge per l’Architettura?

Dario Nanni: “Riuscire ad ottenere una legge che sia attenta alla qualità architettonica è un elemento che ha contraddistinto la nostra azione negli ultimi anni. Se la qualità architettonica viene affermata attraverso uno strumento legislativo significa assumerne l’importanza per ogni azione intrapresa sul territorio. Se si arrivasse alla promulgazione di una Legge per l’Architettura si avrebbe la garanzia di ottenere progetti futuri di qualità, sia sul nuovo che sul ricostruito, sia nel contesto urbano che in quello paesaggistico. Purtroppo, sembrano esserci diverse difficoltà nel proporre questo disegno di legge. Si è infatti passati alla proposta di trasformare questo disegno di legge del CNAPPC in delle linee guida. Il problema risiede negli interlocutori politici che non hanno raggiunto questo grado di consapevolezza e ritengono sia solo un fatto di interessi corporativi, cosa che non lo è. È una legge sulla qualità del costruito, dell’ambiente e del riuso del patrimonio, architettonico e paesaggistico.”


Attraverso questa legge si arriverebbe a definire un ‘metro di misura’ per la qualità architettonica?

Dario Nanni: “La Legge per l’Architettura definisce quelli che sono i percorsi metodologici che garantiscono che la qualità sia un elemento preponderante negli interventi di trasformazione urbana e del territorio. Uno di questi strumenti è per esempio il concorso di progettazione in due gradi. Un utilizzo in forma diffusa dei concorsi di progettazione significherebbe puntare nella direzione della qualità, uno strumento che ha dimostrato di non appesantire tempistiche e costi di realizzazione degli interventi.”


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