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Sistemi di diffusione dell’aria: apparecchiature per diffusione a dislocamento

L’immissione dell’aria in ambiente confinato avviene attraverso opportuni apparecchi, classificati secondo la tipologia di diffusione che sono in grado di generare: in questo articolo esamineremo il caso dei diffusori a dislocamento.

La diffusione dell’aria per dislocamento

La diffusione per dislocamento si realizza quando l’aria di mandata, che deve avere una temperatura inferiore a quella presente in ambiente nel punto di immissione, viene immessa a bassa velocità e a livello pavimento, spostando letteralmente l’aria ambiente senza miscelarsi ad essa. L’aria così immessa va ad alimentare, dal basso, le correnti convettive ascendenti che si formano in corrispondenza delle sorgenti calde presenti (in genere persone o apparecchiature).

Questo moto ascensionale viene riscontrato fino ad una certa altezza (strato limite di separazione), oltre la quale l’apporto di aria dal basso non è più sufficiente a compensare la crescente portata convettiva verso l’alto. Al di sotto di tale quota, è definita una zona a flusso stratificato, nella quale la temperatura cresce linearmente; al di sopra (zona di miscelazione), la temperatura si stabilizza su di un valore pressoché costante.

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Nelle due zone così definite, l’andamento delle concentrazioni degli inquinanti di origine interna risulta del tutto simile a quello della temperatura.

Andamento della temperatura e della concentrazione degli inquinanti.
Andamento della temperatura e della concentrazione degli inquinanti.

Gli andamenti della temperatura e della concentrazione degli inquinanti portano a dedurre che la ripresa debba essere posizionata al di sopra della quota di transizione.
Dal punto di vista progettuale, affinché si verifichi la diffusione per dislocamento occorre che:
• la velocità di getto sia pari a circa 0,25m/s (e comunque non superiore a 0,30m/s per gli impianti civili e a 0,4 – 0,5m/s per gli impianti industriali). Con velocità superiori si innesca una miscelazione che pregiudica l’effetto desiderato;
• la temperatura dell’aria immessa sia sempre inferiore alla temperatura ambiente, prevedendo generalmente una differenza di 4 – 5°C rispetto alla temperatura desiderata a una quota di 1,8m da filo pavimento per applicazioni civili e di 6 – 7°C per applicazioni industriali.

L’attitudine dell’aria immessa a spandersi sul pavimento è correlata alla sua velocità e alla sua temperatura. È possibile ridurre il differenziale tra la temperatura immessa e la media ambiente, aumentando la velocità fino ad arrivare, in taluni casi, ad avere un effetto di dislocamento limitato alla zona più prossima al diffusore anche con immissione di aria neutra.
Si può considerare il dislocamento funzionante solo in fase di raffrescamento: non è possibile il riscaldamento dell’ambiente in quanto l’aria immessa, più calda rispetto a quella ambiente, salirebbe immediatamente verso l’alto già ad una distanza di 10 – 15 cm dal diffusore, non interessando il volume occupato.

Figura 2 – Percorso dell’aria immessa al variare della temperatura
Percorso dell’aria immessa al variare della temperatura.

In caso di esigenze specifiche di riscaldamento, si consiglia di affiancare alla diffusione per dislocamento un impianto radiante, in quanto non comporta un effetto di mescolamento dell’aria.

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Nel proseguo si parlerà delle possibili applicazioni dei diffusori a dislocamento e le tipologie di dislocatori.

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