Data Pubblicazione:

Sostenibilità del calcestruzzo: questione di feeling

Nei prossimi decenni gli indirizzi cui l’industria europea sarà chiamata ad adeguarsi saranno funzionali ad una crescita economica sempre più profondamente legata allo sfruttamento delle risorse e all’impatto ambientale ed energetico.
In quest’ottica, parola chiave sarà la sostenibilità, termine negli ultimi anni alcune volte abusato, altre usato anche fuori contesto o in maniera riduttiva, proprio perché ampi sono i significati insiti in esso e molteplici le interpretazioni.
Nel settore delle costruzioni è più frequente associare la sostenibilità al limitato impatto ambientale e quindi a concetti come la bioedilizia che mal si sposano, almeno nel sentire comune, con un materiale come il calcestruzzo.
Ma non è affatto così! Il calcestruzzo, infatti, pur essendo alla base della gran parte degli edifici e delle infrastrutture del Paese, non è conosciuto per tutte le sue potenzialità strutturali, estetiche, architettoniche e, per l’appunto, di sostenibilità.
E’ pur vero però che riguardo questo ultimo aspetto esso appare in netto svantaggio rispetto ad altri materiali concorrenti, considerati subito sostenibili da un utente con un approccio indubbiamente non completo sull’aspetto ambientale, che basa il tutto su sensazioni, aspetti emozionali, comuni canoni estetici di bellezza architettonica.
Il concetto di sostenibilità ha infatti un significato ben più ampio, che può essere definito solo nell'ottica di un dialogo fra valori come la salvaguardia dell’ecosistema, i bisogni umani e la crescita economica sostenibile; in questa prospettiva più evoluta, pertanto, anche il calcestruzzo possiede indubbie e ineguagliabili capacità.
Per questo è fondamentale agire sul sentire comune, informare che se la valutazione della sostenibilità abbraccia il senso più ampio del termine allora questa non riflette affatto la realtà.
L’approccio per scardinare luoghi comuni, come quello ormai abusato della cementificazione, può seguire due strade: quella delle sensazioni legate direttamente all’immagine che il prodotto è in grado di mostrare al grande pubblico e quella delle caratteristiche oggettive più facili da trasferire agli addetti ai lavori ma meno all’utente finale.
Le caratteristiche oggettive del calcestruzzo, valutate all’interno dell’intero ciclo di vita, sono chiaramente vantaggiose in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica: la curabilità, infatti, lo rende preferibile rispetto a molti materiali concorrenti, il riciclo di materiali di diversa provenienza consente un risparmio di materie prime non rinnovabili, la solidità fornisce garanzie di sicurezza strutturale delle opere, come già il grande pubblico riconosce.
L’Atecap non intende avviare campagne denigratorie nei confronti di altri materiali da costruzione ma avverte il bisogno, oggi più che mai, di informare correttamente l’opinione pubblica, troppo spesso ignara, degli indubbi vantaggi che il calcestruzzo può offrire in termini di solidità, resistenza, durata e ovviamente sostenibilità. Che ben venga ogni confronto tecnico!