condono edilizio

Condoni e Sanatorie

Piccolo deposito in area vincolata: no al condono ma speranze col Salva Casa

In presenza di un piccolo deposito attrezzi abusivo in zona vincolata, il terzo condono non è possibile perché può consentire la regolarizzazione solamente di opere di restauro, risanamento conservativo o manutenzione straordinaria, ma le nuove tolleranze costruttive aprono scenari inediti e possono portare alla sanatoria semplificata del Decreto Salva Casa.

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Condono edilizio: quando si perfeziona col silenzio assenso?

Il silenzio assenso su un'istanza di condono edilizio si perfeziona soltanto quando la domanda sia completa di tutti gli elementi, sia stato versato quanto dovuto e siano stati presentati i documenti richiesti

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Terzo condono edilizio: silenzio assenso solo se si rispetta la data limite per la realizzazione dei lavori

In materia di condono edilizio, il silenzio-assenso non si perfeziona per il solo fatto dell'inutile decorso del termine perentorio a far data dalla presentazione della domanda di sanatoria, essendo necessario che sussistano tutti i presupposti sostanziali, soggettivi e oggettivi nonché temporali, ai quali è subordinato il rilascio del condono.

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Cambio di destinazione d'uso in zona vincolata: è possibile ottenere il condono edilizio?

Un cambio di destinazione d'uso da magazzino ad abitazione per una superficie pari a 31 mq in zona vincolata non può ottenere la sanatoria straordinaria del terzo condono edilizio, in quanto dentro il perimetro rientrano solo gli abusi minori, cioè opere di manutenzione straordinaria, risanamento conservativo e restauro.

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Il vincolo idrogeologico blocca il condono edilizio!

Il vincolo idrogeologico è uno strumento essenziale di tutela del territorio e di garanzia della sicurezza pubblica. La sentenza del Consiglio di Stato n. 4184/2025, sottolinea come la presenza di vincoli preesistenti o successivi influisca sulla legittimità di permessi di costruire in sanatoria. Infatti, i vincoli idrogeologici sono fondamentali nella pianificazione urbanistica e nelle procedure di condono edilizio, al fine di tutelare il territorio e la pubblica incolumità.

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Primo, secondo e terzo condono: una sanatoria non vale l'altra

Ogni procedimento di condono non può che valutarsi rispetto alla disciplina cui afferisce la domanda, senza che sia evocabile alcuna automatica estensione, non prevista, di altre distinte e diverse successive discipline, ancorché riferibili in astratto al medesimo istituto del condono. Ogni sanatoria straordinaria, infatti, è autonoma rispetto alle altre.

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Condono edilizio della veranda: le regole in zona vincolata

L'applicabilità del terzo condono edilizio in riferimento alle opere realizzate in zona vincolata è limitata alle sole opere di restauro e risanamento conservativo o di manutenzione straordinaria: interventi di ristrutturazione con aumento di volumetria sono perciò fuori dalla sanatoria straordinaria del DL 269/2003.

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Una lottizzazione abusiva realizzata nel passato blocca i futuri permessi di costruire anche se le opere sono state sanate

L'abusivismo edilizio costituisce una violazione delle normative urbanistiche ed edilizie, che si configura attraverso lavori di trasformazione o frazionamento di terreni senza autorizzazione o in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti. La sentenza del Consiglio di Stato n. 1254/2025 ribadisce il principio fondamentale che vieta nuove edificazioni su aree già oggetto di lottizzazione abusiva, anche quando la proprietà sia stata successivamente sanata o regolarizzata. Questo principio conferma che gli interventi edilizi in aree illegittimamente lottizzate sono generalmente vietati a tutela del “governo del territorio” e dell’ordine pubblico edilizio.

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Condono edilizio: la normativa regionale non può derogare a quella statale

In materia di condono edilizio, le leggi regionali non possono prevalere o introdurre deroghe ai principi stabiliti dalla normativa nazionale, in particolar modo per quanto riguarda gli interventi edilizi in zone vincolate.

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Gli edifici a destinazione d’uso mista o non residenziale possono essere condonati?

Il Terzo Condono Edilizio, introdotto dalla L. 326/2003, introduce le categorie di opere sanabili e ulteriori limitazioni imposte alla regolarizzazione degli abusi. Le opere abusive realizzate prima del 31 marzo 2003 possono essere sanate solo se rientrano in specifiche tipologie. La sentenza n. 1850/2025 del TAR Campania rafforza questa interpretazione, evidenziando che le opere a destinazione mista o non residenziali non sono ammesse al condono, a meno che non si tratti di ampliamenti che però non superino specifici limiti volumetrici.

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L’autorizzazione paesaggistica postuma è sempre applicabile? Vediamo cosa dice la legge…

L'autorizzazione paesaggistica postuma, disciplinata dall’art. 167 del DLGS 42/2004, rappresenta uno strumento di sanatoria che consente di ottenere un provvedimento di compatibilità paesaggistica per interventi edilizi già realizzati senza il preventivo rilascio dell'autorizzazione necessaria. Tuttavia, essa non è sempre applicabile. Il Consiglio di Stato sottolinea che questa sanatoria costituisce un’eccezione alla rigorosa regola generale di irrecuperabilità degli abusi edilizi in aree vincolate, applicabile solo in casi di abusi minori e privi di incidenza significativa sui valori paesaggistici.

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Terzo condono edilizio: l'appartamento abusivo è sanabile?

In zona vincolata, la sanatoria straordinaria del terzo condono edilizio è riservata a opere di minore rilevanza, corrispondenti a opere di restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria.

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Condono edilizio e livello di completamento opere: il solo tetto di copertura non basta

In materia di condono edilizio, per edifici ultimati si intendono quelli completi almeno al "rustico", espressione con la quale si intende un'opera mancante solo delle finiture (infissi, pavimentazione, tramezzature interne), ma necessariamente comprensiva delle tamponature esterne, che realizzano in concreto i volumi, rendendoli individuabili ed esattamente calcolabili.

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Il condono del cambio di destinazione d'uso è possibile?

Il cambio di destinazione d'uso di una veranda in residenziale, eseguita mediante chiusura di un porticato, per 40 mq e 120 mc, con conseguente ampliamento della superficie residenziale fruibile, è un abuso maggiore non che non può ottenere il terzo condono edilizio in zona vincolata.

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La casa abusiva in zona vincolata è fuori dal perimetro del terzo condono edilizio

Il terzo condono edilizio ha fissato limiti più stringenti per fruire dalla sanatoria in aree sottoposte a vincolo, essendo necessario che si tratti di opere realizzate prima della relativa imposizione, conformi alle prescrizioni urbanistiche e rientranti nelle tipologie minori, cioè restauro, risanamento conservativo o manutenzione straordinaria.

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Condono edilizio e permesso in sanatoria: il no è illegittimo se mancano le motivazioni

E' illegittimo il diniego del condono edilizio se non è preceduto dalla comunicazione dei motivi ostati all'accoglimento della domanda di permesso di costruire in sanatoria (preavviso di rigetto), prima dell'adozione del provvedimento finale

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Condono edilizio in zona vincolata: gli abusi maggiori sono off limits

Per ottenere il terzo condono edilizio in zona vincolata, le opere devono essere di minore rilevanza, ossia rientrare nell'alveo del restauro, risanamento conservativo o manutenzione straordinaria, in quanto non è ammessa la sanatoria straordinaria di nuove superfici e di nuova volumetria in zona assoggettata a vincolo paesaggistico.

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Condono edilizio: quali prove per dimostrare la data di esecuzione delle opere?

Per ottenere il condono edilizio, si intendono ultimati gli edifici nei quali sia stato eseguito il rustico e completata la copertura ovvero, quanto alle opere interne agli edifici già esistenti e a quelle non destinate alla residenza, esse siano state completate funzionalmente. La prova dell'esecuzione delle opere entro la data limite spetta al privato.

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Condono edilizio: le regole per completamento opere e richieste di sanatoria multiple

La parcellizzazione delle domande di sanatoria è inammissibile in quanto si tratta di un modo per aggirare i limiti normativi sul condono, consentendo ai richiedenti di frazionare un abuso edilizio in più parti per ottenere più facilmente la regolarizzazione. Il condono, in definitiva, non può essere utilizzato per sanare progressivamente porzioni di un intervento abusivo attraverso richieste separate.

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Condono edilizio: non si possono presentare richieste frazionate

In materia di condono edilizio, è illecita la presentazione di più domande di sanatoria facenti riferimento a plurime opere le quali risultino artificiosamente non collegate tra di loro sebbene siano finalizzate alla realizzazione di un unico manufatto ed allo stesso funzionali, così da costituire una costruzione unica. Non ci si può, quindi, servire di più domande separate per aggirare il limite legale volumetrico.

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Condono edilizio: come si ottiene col silenzio assenso?

Il condono edilizio per silenzio-assenso, in zona vincolata, si perfeziona solo se vi è il parere favorevole dell’autorità preposta alla tutela del vincolo. Inoltre, è necessario che le opere vengano completate entro la data limite prevista dal condono di riferimento così come bisogna provare la ricorrenza di tutti i requisiti soggettivi e oggettivi ai quali è subordinata l'ammissibilità del condono.

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L'ampliamento delle opere in zona vincolata è fuori dal Terzo condono edilizio

Non si può ottenere il terzo condono edilizio in zona vincolata per l'ampliamento dell'abitazione esistente, con annessi accessori e pertinenze, depandance, tettoie, spogliatoi, in quanto la sanatoria straordinaria riguarda solo opere di restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria.

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Condono edilizio e ultimazione dei lavori: serve il completamento al rustico

In forza del criterio strutturale, applicabile ai manufatti di nuova costruzione, per edifici "ultimati" si intendono quelli completi almeno al "rustico", espressione con la quale ci si riferisce ad un'opera mancante solo delle finiture (infissi, pavimentazione, tramezzature interne), ma necessariamente comprensiva delle tamponature esterne.

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Il parere della Commissione edilizia è obbligatorio per il condono edilizio?

Il condono edilizio si presenta come una procedura volta alla regolarizzazione di edifici costruiti senza autorizzazione, permettendo di sanare irregolarità attraverso il pagamento di un'oblazione. Un caso esemplificativo è rappresentato dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 954/2025, che ha affrontato un ricorso avverso il diniego di condono per il superamento dei limiti volumetrici, stabilendo che il parere della Commissione edilizia non è obbligatorio per il condono.

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