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Una scultura monolitica in cemento per la memoria: il Mausoleo del martirio dei villaggi polacchi, michniów

Il profilo longitudinale della “casa-capanna” tradizionale che si deforma e si frantuma progressivamente, fino a ridursi in sabbia e ghiaia, è alla base del concetto architettonico del mausoleo michniów.

Esistono dei luoghi, distanti dagli occhi dei passanti e dei viaggiatori, che corrono il rischio di essere dimenticati se a ricordare il dramma vissuto restano dei comuni elementi commemorativi.



Una lapide a ricordo delle vittime di un massacro posta sui resti di una fossa comune eretta nel 1945, una Pietà scultorea e un piccolo centro di documentazione dedicato al martirio della popolazione polacca non sono sufficienti a tramandare nella memoria collettiva il dramma vissuto a Michniów, un villaggio rurale tra i boschi e le colline del centro sud della Polonia.
Duecento persone (103 uomini, 53 donne e 47 bambini) furono giustiziate, la maggioranza di esse arse vive all’interno delle abitazioni e dei fabbricati rurali completamente dati alle fiamme. Un atto punitivo compiuto dalle Unità di Polizia Tedesche, che in due sole giornate, il 12 e il 13 luglio 1943, annientò un’intera comunità.
La borgata di Michniów è divenuta nel Postguerra un simbolo di pace per tutti quei villaggi rurali che, dal 1939 al 1945 sotto l’occupazione tedesca della Polonia, subirono le atrocità e le barbarie della repressione perché centri attivi o strategici della Resistenza polacca (Armia Krajowa). Repressioni passate alla storia sotto il nome di “campagne di pacificazione dei villaggi”.

“The Michniów Museum project is a specific catalyst of the past and future generations’ memory.?An element combines remembrance and reconciliation.”     (Nizio Design International – nizio.com.pl)

Quando si tratta di commemorare un tragico avvenimento come questo d’importanza nazionale, una visione utilitaria e funzionale di un architettura che ospiti e narri alle future generazioni le vicende del passato diventa una prerogativa di rilievo per la memoria stessa. L’architettura diventa il mezzo di comunicazione ideale per aumentare il grado di riconoscibilità e di fruizione di un luogo. E’ capace di tramutare il luogo stesso in un luogo della memoria.

Miros?aw Nizio, fondatore dello studio Nizio Design International Arkitekci di Varsavia, si aggiudicò il concorso bandito nel 2009 dal Museo della Regione di Kielce per l’ideazione e la realizzazione del Mausoleo del Martirio dei villaggi polacchi. Un primo premio conferito per la concezione architettonica.

Nel 2011 il progetto vinse l’European Property Award nella categoria Public Service Architecture.
“ This form is the resultant of the sculptural inspiration and thinking of the architecture’s consistency with the historical narrative.”    (Nizio Design International – deezen.com)

Il profilo longitudinale della “casa-capanna” tradizionale che si deforma e si frantuma progressivamente, fino a ridursi in sabbia e ghiaia, è alla base del concetto architettonico del complesso.
La struttura è stata ripetutamente interrotta dalla fondazione alla sommità, con l’intento imprimere all’architettura un chiaro e simbolico segno scultoreo che rievocasse nel visitatore la memoria della tragedia di Michniów.

La segmentazione dell’edificio ha risolto il problema della pendenza del terreno (10-15%) e ha offerto la possibilità di suddividere lo spazio architettonico in undici segmenti, quattro chiusi e i restanti en plein air.

Lungo tutta la facciata del Mausoleo si riflette la storia della pacificazione. A ciascun segmento/blocco corrisponde una sezione espositiva dedicata a un singolo capitolo della storia della repressione polacca durante la Seconda guerra mondiale.

Visitare il Mausoleo è principalmente un percorso emozionale. Questa imponente “zolla” in cemento dà l’impressione di svanire man mano che si procede verso Ovest. Lungo tutto il percorso una profonda sensazione di disagio attanaglia il visitatore. Tutta la costruzione sembra progressivamente in precario equilibrio, tutto sembra crollare da un momento all’altro.

L’idea della decostruzione continua anche fuori dall’edificio, lungo i percorsi pedonali.
Le scale che conducono alla fossa comune sono state realizzate con alzate differenti e hanno una pluralità di fessurazioni. 
Anche il terreno subisce delle variazioni in altezza, dislivelli creati appositamente per separare il luoghi di culto dal resto dell’edificio.

Nelle tenebre il Mausoleo appare completamente trafitto dalla luce e un bagliore diffuso risale da terra mettendo in evidenza la sua forma scultorea. Soltanto di notte la massa rivela il disegno di molteplici croci che come un edera avvolgono la struttura in tutta la sua lunghezza. Il simbolo della croce è rimarcato anche nell’illuminazione dei percorsi pedonali dove il sistema illuminotecnico ha trovato alloggio nelle fessurazioni della pavimentazione.

La visita al complesso architettonico ha inizio percorrendo le scalinate di accesso che conducono alla tomba collettiva sulla quale sorge la lapide commemorativa di Michniów.  Il percorso non segue un andamento lineare. La scalinata è interrotta da una serie di piattaforme dove è possibile sostare per raccogliersi in un minuto di silenzio in memoria delle vittime.
Proseguendo si raggiunge uno spazio che serve da cortile all’edificio. Qui l’attenzione del visitatore ricade su un monumento scultoreo, la Pietà di Michniów, caratterizzato da un forte carica emotiva e che raffigura un figlio esanime in grembo alla madre, il simbolo per eccellenza della morte immeritata.

L’ingresso del Mausoleo è situato sul fronte contraddistinto della tradizionale facciata a capanna.

Attraversando il monumentale portone si accede al primo segmento/blocco della struttura, la Casa della Memoria. Si tratta di un ambiente tranquillo, dedicato alla commemorazione, dove il visitatore riceve le prime informazioni riguardo i fatti avvenuti. Opposto all’ingresso si trova un altare. L’altare, le nicchie laterali e i banchi, questi ultimi disposti in modo irregolare, identificano lo spazio architettonico in una cappella dove solo occasionalmente vengono celebrate funzioni religiose. All’interno si respira il caratteristico odore catramoso del legno bruciato per via dei banchi realizzati utilizzando le traversine lignee della ferrovia.

La ferrovia ha un significato importante per il luogo in quanto fu la causa scatenante che determinò la rappresaglia nei confronti del villaggio. Nella notte precedente ai fatti i partigiani assalirono un treno tedesco che transitava nella Regione.   
Oltrepassata la casa della memoria, lungo delle ripide rampe che “martirizzano” la camminata attraverso l’evento storico di riferimento che si sta per mostrare, il visitatore entra appieno nella “decostruzione” dell’edificio e procede con angoscia lungo le varie sezioni della mostra espositiva multimediale permanente.

E’ possibile interrompere l’affanno emotivo che si prova durante la visita attraversando le fessurazioni create nella struttura. Una deviazione momentanea al percorso educativo che conduce ai luoghi della memoria che circondano esternamente l’edificio e dove è possibile deporre una candela o dei fiori.

Alla fine del “viaggio”, dopo aver percorso tutte le sezioni espositive, lo sguardo si apre sulla Foresta della Memoria. Una foresta simbolica fatta di croci che all’orizzonte svaniscono amalgamandosi agli alberi della foresta naturale. 817 sono le croci dislocate su tutta l’area che interessa l’edificio ed ognuna di esse dedicata a un villaggio pacificato.

La monolitica e scultorea forma dell’edificio è stata progettata e realizzata in piena applicazione della tecnologia di giunzione ad iniezione del calcestruzzo impermeabile. Una continuità strutturale che lega la piastra di fondazione ai pilastri che si inclinano a loro volta a formare il displuvio di copertura.

Per la realizzazione delle casseforme di questo particolare edificio, i progettisti si sono affidati agli ingegneri della PERI. E’ stata progettata una soluzione ad hoc per le solette di copertura di 80 cm di spessore, poste a 15 m di altezza, con inclinazione variabile tra i 40° e 50°. Gli ingegneri della Peri hanno convenuto sulla combinazione di casseforme e di impalcature che impiegassero un numero limitato di elementi speciali.

I condotti di ventilazione, gli impianti elettrici e di telecomunicazione sono stati sapientemente nascosti all’interno delle pareti a sandwich (con spessore fino a 150 cm) e nelle solette di copertura.
In armonia con l’idea che ha ispirato il progetto, tutte le superfici in cemento armato visibili sono state trattate con uno speciale intonaco che, applicato mediante una stampa a matrice, riproduce le caratteristiche strutturali del legno.

Il cantiere è stato aperto nel 2010 e i lavori si sono conclusi nel 2016.
La prima fase costruttiva del Mausoleo ha portato alla realizzazione della recinzione, di alcuni servizi e dei parcheggi. In questa stessa fase sono stati realizzati i percorsi che conducono alla fossa comune. La seconda fase ha coinvolto la costruzione degli ambienti sotterranei dell’edificio mentre la terza ha interessato la fondazione dei segmenti/blocchi che ospitano gli spazi espositivi en plein air. La quarta fase, la più complessa, ha portato alla realizzazione degli spazi espositivi cosiddetti al chiuso. Spazi chiusi grazie alle vetrate trasparenti che solo fisicamente sigillano alcuni dei tagli dell’edificio. I camminamenti che attraversano il corpo del mausoleo e conducono ai luoghi della memoria sono stati realizzati nella quinta e ultima fase costruttiva.


Design competition: 2009 won by Nizio Design International
Work Start: 2010
Open: 2016
Building dimension: 160 m X 14 m X 15 m
Cost: 20 milioni di Z? = 4.700.000 di €

Area totale: 16.350 mq
Area espositiva museale: 2.150 mq (1.700 mq mostra permanente + 270 mq mostre temporanee)
Strade e camminamenti: 4.360 mq circa
Parcheggio: 1.000 mq
Aree a verde: 8.560 mq
Casa Nazionale della Memoria: 150 mq (già esistente)

Riferimenti
nizio.com.pl
dezeen.com
archdaily.com (testo+immagini)
infobuilt.it
archirama.muratorplus.pl
peri.it (immagine di cantiere)