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Via i vani catastali, arrivano i metri quadrati: il nuovo Catasto si intravede

Piuttosto che niente, meglio piuttosto. In attesa che la Riforma del Catasto decolli definitivamente, l'ultima novità riguarda le superfici catastali degli immobili. La grandezza in metri quadri di abitazioni, ville, uffici pubblici e privati, scuole, ospedali, box, negozi, magazzini, laboratori e cantine comparirà infatti nelle visure catastali. Non solo: non sarà più oggetto di discussione ai fini della Tassa rifiuti (Tari), terreno minato tra i comuni e i proprietari

Rien ne va plus? No, ma grazie ai metri quadrati saremo tutti un po' più tranquilli e trasparenti, soprattutto lo saranno i rapporti tra Pubblica Amministrazione e contribuenti/proprietari di un immobile, qualunque esso sia. L'Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito che il Catasto evidenzierà nelle visure i dati relativi alla superficie degli immobili espressi in metri quadrati, adoperando quindi il criterio in uso nelle transazioni commerciali.

Cosa cambia rispetto a prima?
Qualsiasi immobile (abitazioni, ville, uffici pubblici e privati, scuole, ospedali, box, negozi, magazzini, laboratori e cantine) sarà quindi visibile, coi suoi metri quadrati, nelle visure catastali di riferimento. La differenza rispetto al passato c'è ed è netta: prima del cambio i dati, per quanto riguarda tutte tipologie immobiliari accatastate nella categoria A, e quindi le residenze e gli uffici, sono stati sempre espressi in vani catastali. La riforma interessa 57 milioni di immobili appartenenti ai gruppi catastali A, B e C (su un totale di 61 milioni).

Con questa classificazione c'è un grande problema di fondo: il vano catastale viene infatti computato con criteri farraginosi e a parità di superficie due case possono avere un numero di vani diverso. Classico esempio: una casa di 100 metri quadrati nello stesso comune potrebbe avere una “consistenza” di 4,5, un’altra di 6 con la conseguenza che, a parità di classificazione catastale, la prima paga il 33% di Imu in meno delle seconda.

Tasse: cambia la Tari, Imu e Tasi restano uguali (per ora)?
L'unico tributo influenzato dal cambiamento sarà la Tari, tassa sui rifiuti, direttamente proporzionale ai metri quadrati dell'immobile. Il tutto avviene di fatto tramite un'autocertificazione del contribuente in sede di pagamento: per il comune sarà quindi facile verificare la coerenza tra quanto dichiarato e quanto appare in catasto. Per Imu, Tasi, imposte di acquisto e trasferimento tutto resta uguale: le rendite resteranno quelle attuali, calcolate sui vani anziché sui metri quadrati, fino a quando non andrà in porto la riforma del catasto.

Cosa manca all'appello?
L'Agenzia delle Entrate ha esaminato le planimetrie e calcolato le superfici arrivando a coprire più del 90% del totale. Mancano ancora 4 milioni di immobili oggetto di ulteriori verifiche perché l’Agenzia ha ravvisato dati incompleti o "incoerenti". Fuori dalla mappatura delle Entrate anche gli immobili non dotati di planimetria, in quanto risalenti agli albori del catasto edilizio urbano quando non era obbligatorio depositare in catasto una piantina.