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Pensavo fosse un ingegnere ... invece era un calesse

Riflessioni sul diffuso uso improprio dei titoli professionali

Ingegnere ? Geometra ? Architetto ? dottò, faccia lei

Qualche giorno fa mi è arrivata una splendida locandina di un evento dedicato al tema delle pavimentazioni industriali.

Argomento di grande interesse, relatori di competenza non discutibile e … in gran parte ingegneri.

Però qualcosa non mi tornava. Molti di questi li conosco da tempo, alcuni li frequento, ma non mi ricordavo che TUTTI fossero ingegneri.

Voglio sottolineare un aspetto importante: non ho dubbi che conoscano la materia. Ma il dubbio era che il titolo che gli era stato assegnato, o si erano assegnati, potesse essere appropriato. 

Innanzitutto ho voluto sincerarmi su quali fossero le norme e quindi le regole per potersi attribuire il titolo di ingegnere, e grazie all’amico ingegnere Roberto Rinaldi - che mi ha scritto per Ingenio poi uno splendido articolo sull'argomento - ho potuto appurare che solo chi ha dato l’Esame di Stato può celebrarsi INGEGNERE (*).

 

LEGGI ANCHE "Quando si può usare il titolo di Ingegnere. Le indicazioni di legge"

 

Chi si è laureato ma non ha dato l’Esame di Stato può definirsi dottore in ingegneria, non ingegnere.

Quindi ho approfondito il tema dell’Esame di Stato, chi può darlo, chi lo organizza, come si svolge, e tutto questo l’ho inserito in un secondo articolo e ho quindi scoperto che tutto viene gestito dalle Università.

Poi mi sono chiesto quali regole riguardassero chi ha preso il titolo in Paesi diversi dall’Italia e che poi si è trasferito nel nostro Paese.

Anche qui ho predisposto un articolo informativo dal quale si acclara che l’abilitazione non è automatica. Venisse in Italia anche il più prestigioso dei luminari internazionali per svolgere la professione deve passare attraverso il Ministero di Giustizia e quindi il CNI.

 

(*) Quando si supera l'esame di stato si ha diritto al titolo di Ingegnere ?

E' un punto che non mi è ancora chiaro.

Leggendo l'articolo succitato di Roberto Rinaldi mi parrebbe di capire che è Ingegnere chi ha superato l'Esame di Stato. Leggendo la Circolare del CNI n. 383 del 26/01/2011 invece si dice che può chiamarsi INGEGNERE solo chi è iscritto all'Ordine.

Il DPR 5 giugno 2001, n. 328 all'Art. 25 stabilisce che:

"Agli iscritti nella sezione A spettano i seguenti titoli professionali:

a) agli iscritti al settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale;

b) agli iscritti al settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale;

c) agli iscritti al settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione.

3. Agli iscritti nella sezione B spettano i seguenti titoli professionali:

a) agli iscritti al settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale iunior;

b) agli iscritti al settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale iunior;

c) agli iscritti al settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione iunior."

Quindi la domanda che resta sospesa è: un laureato che ha acquisito l'abilitazione di Ingegnere ma non si è iscritto all'Albo Professionale può utilizzare il titolo di Ingegnere ?

 

Dunque, tornando al problema inziale, di questi tecnici, chi è un vero ingegnere ?

Alla fine delle ricerche suddette su norme e regole ho potuto quindi acclarare chi avesse superato o meno l'esame di stato di Ingegnere ? 

No, purtroppo no. 

Perché non esiste un registro unico nazionale degli abilitati alla professione degli ingegneri, esiste solo un registro unico nazionale degli iscritti all’albo degli ingegneri,ovvero chi si è iscritto a un Ordine per poter svolgere la professione.

A questo punto, grazie all’Albo Nazionale degli Ingegneri ho potuto appurare che uno di questi fosse ingegnere (ma non avevo dubbi, lo sapevo già), ovvero l’amico Gian Luigi Pirovano, iscritto all’ordine di Bergamo con il numero di iscrizione A3951, ma non ho potuto verificare se gli altri fossero abilitati.

 

Dottore in Ingegneria ? quale il giusto titolo accademico

Coloro che hanno conseguito la laurea, la laurea specialistica e il dottorato di ricerca, compete rispettivamente la qualifica di dottore, dottore magistrale e dottore di ricerca.

La qualifica di dottore magistrale compete altresì a coloro che hanno conseguito la laurea con il vecchio ordinamento, antecedente al decreto ministeriale n. 509 del 3/11/99.

Quindi chi ha conseguito la Laurea triennale può utilizzare il titolo di "Dottore" e, nel nostro caso, di "Dottore in Ingegneria". Chi ha invece conseguito la Laurea specialistica, o la Laurea con il vecchio ordinamento acquisisce il titolo di "Dottore Magistrale" e, nel nostro caso, di "Dottore Magistrale in Ingegneria"

 

Un Registro unico dei professionisti abilitati 

E’ strano che, di fronte a una problematica così diffusa e importante, nessuno abbia mai richeisto che si creasse un Registro unico dei professionisti abilitati. E in effetti, navigando sul web, non ho trovato alcuna notizia sul fatto che il CNI o il CRUI o il Ministero di Giustizia lo abbiano mai richiesto o previsto.

Ma il registro unico non c’è, e se uno vuole fare un controllo, dovrebbe andare a verificare le decine e decine di registri delle singole università, stando attento a non dimenticarsene nessuno.

Quindi, se oggi faccio un esposto a un Consiglio di Disciplina su un caso sospetto … il Consiglio di Disciplina dovrebbe fare un’indagine lunghissima o interrogare il sospetto ma … attenzione … il diploma di abilitazione viene in genere rilasciato dopo alcuni anni … e poi I Consigli di disciplina hanno giurisdizione solo sugli iscritti agli Albi. Per cui in alcuni casi si verifica che se l'incolpato CSE è ing. iscritto è soggetto alle giurisdizioni penale, civile e disciplinare se, come può succedere, non è iscritto evita la giurisdizione disciplinare ... insomma, un “matrimonio all’italiana”. 

 

A Roma sono tutti dottori, mentre nelle costruzioni sono tutti geometri … 

Attenzione, il problema non riguarda solo gli ingegneri, ma tutte le professioni regolamentate.

Tra queste anche i Geometri.

Infatti è naturale chiamare tutti coloro che operano nel settore delle costruzioni, dal capo squadra in sù con il titolo di geometra.

Anche in questo caso per poter utilizzare il titolo non basta aver dato l’esame di maturità in un Istituto per geometri, ma occorre avere superato l’esame di abilitazione.

In realtà fino a una certa data (1969) per i diplomati (geometra, perito etc.) il diploma era professionalizzante quindi per l'iscrizione al Collegio non serviva alcun esame oltre a quello di maturità. Successivamente era previsto un tirocinio di 2 anni e poi un "colloquio" abilitizzante. Dal 1985, poi, c'è stato un importante cambiamento e si è passato- anche per i Geometri - alla richiesta di superare un esame di abilitazione. L’esame di abilitazione dei geometri, che permette l’iscrizione all’albo dei geometri e geometri laureati e l’esercizio della professione, si svolge una volta l’anno, in genere alla fine del mese di ottobre. La data dello svolgimento dell’esame di abilitazione per geometri è stabilita annualmente dal MIUR con un bando pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel mese di marzo dove si specificano anche le modalità di ammissione, i requisiti, i tempi ed i modi di svolgimento dell’abilitazione dei geometri.

L’abilitazione dei geometri è aperta a tutti coloro in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore di geometra che abbiano:

  • effettuato un periodo di pratica biennale presso un Geometra, un Architetto o un Ingegnere Civile, iscritti nei rispettivi albi professionali da almeno 5 anni;
  • completato almeno 5 anni di attività tecnica subordinata, anche al di fuori di uno studio tecnico professionale;
  • frequentato, con esito positivo, corsi di istruzione e formazione tecnica superiore per 4 semestri compresi di tirocinio non inferiore a 6 mesi.

A sostenere l’esame di abilitazione dei geometri sono ammessi, inoltre, coloro che siano in possesso di diploma universitario triennale in edilizia, ingegneria delle infrastrutture e sistemi informativi territoriali e coloro che abbiano una laurea di primo livello, comprensiva di un tirocinio di 6 mesi, in scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile, urbanistica, scienza della pianificazione territoriale e ambientale, ingegneria civile e ambientale (classi 4, 7 e 8). L’esame di abilitazione dei geometri consiste in due prove scritto-grafiche ed in una prova orale.

Quindi chi non lo ha dato dovrebbe scrivere nel proprio biglietto da visita: Diplomato, e non Geometra.

Ma anche in questo caso non esiste il registro unico degli abilitati.

Pd è praticamente impossibile verificare chi si sono abilitati. L’unico controllo che si può fare è quello di andare sull’Albo Unico Nazionale dei Geometri e verificare se è presente. Se lo è, siamo sicuri che sia Geometra, se non è presente, non abbiamo alcuna prova che sia abilitato.

Tornando al mio ormai "famoso convegno" dove chi non era ingegnere era geometra, anche in questo caso non ho potuto appurare chi fosse davvero Geometra e chi non lo fosse. Peraltro, nessuno di questi era iscritto all'Albo dei Geometri.

 

Al di là del titolo, senza l’iscrizione all’Albo il professionista può svolgere la professione?

Per quanto attiene i compiti riservati allle professioni regolamentate no. 

Quindi solo se si è iscritti all’Albo è possibile svolgere alcune prestazioni professionali tecniche. Per esempio, in ambito strutturale, la firma di un progetto o l'esecuzione della direzione lavori è riservata a professionisti iscritti agli albi con particolari caratteristiche.  

Anche in ambito giudiziario vi sono delle regole. Per esempio per il ruolo di C.T.U. non basta l’abilitazione, occorre l'iscrizione all'albo.

Per la precisione ricordiamo, che come recita la normativa, il Consulente Tecnico d’Ufficio (C.T.U) è la figura professionale, prevista dall’ordinamento, dal quale il giudice, o la parte, può farsi assistere per il compimento di singoli atti o per tutto il processo. In materia penale si dice consulente tecnico il consulente di parte, mentre l’esperto nominato dal giudice si dice perito. Per ottenere l’iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio in materia civile è necessario essere in possesso di una speciale competenza tecnica in una determinata materia, essere di condotta morale specchiata ed essere iscritti nelle rispettive associazioni professionali. Quindi l'iscrizione all'Albo è necessaria.

Per il consulente di parte ho trovato pareri discordanti e quindi ho chiesto a un amico di particolare esperienza giuridica di approfondire e ci torneremo sopra presto con INGENIO. 

 

Leggi anche "Il riconoscimento del titolo di Ingegnere per gli stranieri che operano in Italia"

 

finto-ingegnere.jpgCosa rischia un millantatore del titolo di Ingegnere

Per capire cosa rischi ci millanta il titolo e chi svolge la professione abusivamente abbiamo proseguito il nostro approfondimento con un nuovo articolo di Roberto Rinaldi:

  • Chi si spaccia per ingegnere e non lo è rischia l’art. 498 del Codice Penale (Della falsità personale) che fa parte dei delitti contro la fede pubblica. La denuncia va fatta all’Autorità Giudiziaria (Circolare 98/2001 CNI) Il reato è stato depenalizzato nel 1999 e quindi sanzionato in via amministrativa, anche se fra le massime si rinviene che  se fosse derivato un danno anche solo morale, l’Ordine è legittimato a costituirsi parte civile.
  • Chi svolge la professione di Ingegnere senza essere abilitato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 10.000 a 50.000 Euro e la confisca dei beni che hanno contribuito a commettere il reato (tipico l’odontoiatra dentista). Questo articolo è stato riveduto recentemente (Legge 3/2018) con il riordino delle professioni sanitarie che storicamente si ritrovano più soggette. In realtà però questo contiene anche aggravanti  siano derivati l’omicidio colposo o lesioni colpose o il coinvolgimento di figure professionali.

Leggi anche "Cosa rischia un millantatore del titolo di Ingegnere"

 

Il TITOLO va tutelato e difeso, in tutti gli ambiti. Basta indifferenza.

Qualche anno fa denunciai in un mio articolo come avessero tappezzato la mia città di manifesti che promuovevano un corso di Ingegnere del Suono (in 5 mesi). Perchè Ingegnere del Suono e non Tecnico del Suono ? perchè Ingegnere, ovviamente è più qualificante, ma per noi ingegneri veri, è squalificante.

Un dovere morale di ognuno di noi, di ogni professionista che vede impropriamente utilizzato il proprio titolo.

 

Il valore di una firma

andrea-dari.gifIl titolo è importante e occorre che Consigli Nazionali e Ordini lo difendano con la massima attenzione.

Ma gli amici dei Consigli di Disciplina mi dicono che mancano gli strumenti per farlo. Non solo l'albo unico, ma anche un regolamento del Consiglio Nazionale, delle linee guida. E non solo su questo problema: per esempio su cosa un professionista iscritto a un albo sia corretto che possa fare senza violare il codice etico della professione.

Qualche anno fa al CNI c'era una commissione che si stava occupando di questa materia, ma - forse mi sbaglio (e sono pronto alla retifica) - mi risulta che da un paio di anni i lavori si siano fermati.

Qualche anno fa avevo parlato del tema del valore della nostra firma.

“La nostra firma è una soglia. Varcata questa soglia un disegno diventa un progetto, un insieme di materiali diventa un pilastro, una trave, una fondazione, un insieme di ingranaggi diventa una macchina, uno strumento, un robot, un insieme di bit diventa una banca dati sicura, … La nostra non è una semplice firma, è un’attestazione, che consente a un edificio di diventare una scuola, e a me padre di poter mettere in tale guscio i miei figli.

La nostra firma non solo attesta che quel progetto l’abbiamo fatto noi, ma che quel progetto è sicuro, affidabile, comporta delle prestazioni, ha con sé delle garanzie.”

Ma dietro alla nostra firma vi è un'abilitazione. E chi fa uso improprio di questa abilitazione non solo inquina il mercato e in modo scorretto, ma finisce per togliere valore anche ai sacrifici e alle conoscenze che stanno dietro all'uso del titolo professionale.

E gli abusi, purtroppo, non avvengono solo nelle locandine degli eventi o nei biglietti da visita di alcuni tecnici. Li troviamo anche negli uffici pubblici, dove sono inserite figure per ruoli che non possono compiere, li troviamo nei cantieri, li troviamo in troppi luoghi del nostro Paese.

 

La tutela del titolo, una priorità

In questa società dove la politica, i social, il populismo ci spingono a pensare che 1 vale 1, che lo studio non sia un merito, un Paese in cui la verifica dello stato di un ponte si fa guardandolo, in cui le imprese di costruzione scompaiono ma sorgono in ogni angolo piccoli artigiani con nomi difficili da pronunziare, in cui la certificazione energica si fa a 39 euro ... è quanto mai importante difendere il valore del titolo e il suo uso corretto.

Con Ingenio porteremo avanti questa battaglia.

Sono graditi commenti e, soprattutto, esperienze e contributi. 


PS: Il titolo ovviamente è liberamente ispirato a uno splendido film del compianto Troisi.