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Isolare gli edifici storici e/o vincolati, in epoca di incentivi. Limiti e possibilità

Panoramica delle possibili alternative nell'isolare termicamente un edificio storico/vincolato migliorandone le prestazioni termiche e nel rispetto della normativa vigente.

L’efficientamento energetico degli edifici storici, e nello specifico la loro coibentazione, è da sempre considerato un tema ostico e pieno di controversie, causa la difficoltà nel conciliare esigenze di miglioramento delle prestazioni dell’involucro edilizio con l’egualmente importante necessità della valorizzazione di un bene in possesso di importanti qualità storiche e di memoria culturale.

I vincoli paesaggistici, unitamente alla necessità di intercettare gli incentivi fiscali a disposizione, rappresentano un ulteriore stimolo alla ricerca di soluzioni tecnologiche che consentano la coibentazione dell’involucro edilizio nel rispetto delle caratteristiche morfologiche degli immobili.

L’intento del seguente articolo è quindi quello di vagliare le possibili alternative circa le possibilità di isolamento di questi immobili, nel rispetto della normativa vigente.

 

Efficientamento energetico negli edifici storici

L’eterna controversia fra la necessità impellente di conservare il vasto patrimonio storico edilizio italiano e le moderne esigenze di risparmio energetico degli immobili ha condotto negli anni all’elaborazione di numerose soluzioni impiantistiche e tecnologiche in grado di impattare il meno possibile dal punto di vista estetico sull’edificio.

In tal senso, la coibentazione termica dell’involucro opaco dei fabbricati, siano essi storici o vincolati, è senza alcun dubbio l’argomento di discussione più ostico.

La conservazione delle caratteristiche morfologiche, estetiche e decorative, nonché il rispetto dei materiali originali da costruzione degli edifici storici deve essere di primaria importanza. L’effetto che potrebbe avere la perdita di queste peculiarità, proprie della cultura stessa del nostro paese, sui centri storici italiani, sarebbe infatti devastante.

 

Isolare gli edifici storici e/o vincolati, in epoca di incentivi.

Figura 1 – Elementi decorativi sulle facciate degli edifici storici

 

L’efficientamento energetico degli edifici storici, tuttavia, non deve essere considerato un ostacolo per la valorizzazione del patrimonio edilizio ma una vera e propria opportunità: l’efficienza energetica è parte dell’intervento di restauro e contribuisce alla conservazione e alla tutela del fabbricato aumentandone la durabilità e migliorandone la fruibilità. 

 

Quando un edificio storico può essere coibentato?

Tuttavia, le norme di tutela, architettoniche e ambientali, circa l’efficientamento energetico degli edifici storici e/o sottoposti a vincolo sono spesso controverse e di non semplice comprensione.

La possibilità di coibentare termicamente un edificio dipende dalla tipologia di vincolo cui esso è sottoposto, nonchè dalle caratteristiche morfologiche e dal contesto urbano in cui esso è inserito.

Secondo quanto previsto da D.Lgs. 42/2004 del Codice dei beni culturali, gli edifici oggetto di intervento di efficientamento energetico sono soggetti alla valutazione da parte del MiBACT (Ministero per i beni e le attività culturali) e degli organi ad esso afferenti.

Per quanto concerne la possibilità di intercettare le agevolazioni fiscali derivanti dal Superbonus 110%, tramite la legge 77/2020, viene stabilito che gli interventi di efficientamento energetico indicati nell’articolo 14 del decreto-legge n. 63 del 2013 hanno diritto al Superbonus, a prescindere dalla realizzazione degli interventi trainanti, anche nel caso in cui l’immobile sia sottoposto ad almeno uno dei vincoli previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio o gli interventi trainanti siano vietati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali. Nello specifico, per quanto riguarda la coibentazione dell’involucro opaco è possibile anche su superfici disperdenti inferiori al 25% del totale, purchè venga rispettato l’obbligo del salto di due classi energetiche.

Inoltre, la Circolare 4/2021 pubblicata dal MiBACT specifica che gli interventi di riqualificazione energetica caratterizzati dall’isolamento a cappotto previsti su immobili antecedenti al 1945 sia necessaria l’autorizzazione paesaggistica semplificata, caratterizzata da un obbligo da parte delle Soprintendenze di pronunciarsi entro un periodo di tempo di massimo 20 giorni.

Tuttavia, anche per gli edifici realizzati in data successiva al 1945 appartenenti ai centri storici, non può essere garantita la realizzazione di questi interventi, dovendo sempre agire nel “nel rispetto delle caratteristiche architettoniche, morfo-tipologiche, dei materiali e delle finiture esistenti” come detto dal DPR 31/2017.

La tendenza è quindi quella di impedire interventi di riqualificazione, con particolare riferimento alla coibentazione, che comportino una sensibile variazione dei connotati estetici degli edifici considerati di interesse storico e culturale, compromettendo così le esigenze di tutela e valorizzazione.

Lo stesso Ministero dei beni e delle attività culturali ha pubblicato il 4 Novembre 2015 un documento che identificasse delle linee di indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio culturale, le cui indicazioni circa gli interventi di coibentazione sugli edifici sono riassunti nei paragrafi successivi.

 

Isolamento termico, la conoscenza preliminare dell’edificio

Le criticità nella coibentazione di edifici datati appartenenti al patrimonio edilizio storico sono molteplici. Innanzitutto, a rendersi indispensabile ai fini di una corretta progettazione è senza dubbio l’approfondita conoscenza e analisi dell’esistente.

Le pareti massive caratterizzanti, nella maggioranza dei casi, l’edilizia storica italiana sono dotate di una conducibilità termica, grazie agli elevati spessori di cui sono dotate, mediamente bassa. Questa caratteristica permette, in alcuni casi, di concentrare gli interventi di efficientamento energetico su elementi esteticamente meno impattanti e più “compromissibili” rispetto alle chiusure opache verticali, come l’involucro trasparente e gli impianti tecnologici.

Nel caso in cui le caratteristiche fisiche di conducibilità termica delle pareti dovessero essere considerate insufficienti, sia per lo svolgimento delle attività previste dal progetto di recupero dell’immobile che per il raggiungimento del doppio salto di classe energetica richiesto come caratteristica necessaria all’intercettazione del Superbonus 110%, risulta indispensabile la coibentazione dell’involucro opaco.

Tuttavia, l’isolamento termico di un edificio storico è da considerarsi un intervento non privo di problematiche. Oltre alla necessità di conservazione delle caratteristiche morfologiche, nonché delle finiture, come ad esempio le decorazioni che caratterizzano i prospetti dell’immobile, bisogna infatti tener conto che l’applicazione di un nuovo componente all’involucro opaco verticale può avere degli effetti negativi sul comportamento del sistema murario sul quale si sta intervenendo.

L’edilizia tradizionale italiana è infatti caratterizzata da materiali a elevata porosità, la quale determina un conseguente maggiore livello di traspirabilità e quindi una più facile evaporazione dell’umidità presente negli ambienti interni dell’immobile.

La scelta di un materiale isolante, ad esempio, che si allontani da questo particolare comportamento delle murature, potrebbe facilitare la formazione di condensa interstiziale, causa l’impossibilità di espellere verso l’esterno il vapore acqueo presente all’interno delle pareti.

La comprensione del comportamento termico delle murature verticali tradizionali, così come dell’intero involucro opaco, ci da pertanto la possibilità di esaltare le indiscutibili qualità di cui sono dotate, implementandole con gli strumenti tecnologici in nostro possesso al fine di adeguarle alle necessità contemporanee.

 

Coibentazione delle murature perimetrali

Al fine di implementare le caratteristiche energetiche dell’involucro opaco verticale, la coibentazione rappresenta l’intervento più efficace per evitare inutili dispersioni di calore verso l’esterno, anche grazie alla eliminazione dei ponti termici. Sulla base delle caratteristiche morfologiche, decorative, volumetriche, della prestazione energetica finale necessaria, del comportamento fisico e chimico delle pareti esistenti, lo strato isolante può essere di tre tipologie: strato isolante esterno, strato isolante interno, intonaco termoisolante

 

Strato isolante esterno, sistema a cappotto

L’isolamento esterno rappresenta, per gli edifici storici, il sistema di coibentazione più invasivo. Esso può essere realizzato solo se compatibile con una fedele restituzione della morfologia del fabbricato esistente e dei materiali di finitura, nonché con le caratteristiche estetiche e decorative proprie delle facciate che lo compongono.

L’isolamento a cappotto esterno rappresenta il miglior sistema di isolamento per gli edifici, permettendo la quasi integrale eliminazione dei ponti termici presenti, ad eccezione dei punti di discontinuità dovuti alla presenza di balconi o logge. Per una migliore resa di un isolamento esterno, è utile affiancare alla coibentazione dell’involucro opaco verticale anche quella della copertura e del solaio verso cantine, al fine di dar vita ad un sistema chiuso dall’esterno.

I materiali isolanti più adatti, sulla base delle caratteristiche citate delle murature tradizionali, sono i materiali fibrosi, organici e inorganici. La struttura a celle aperte li rende altamente traspirabili, in grado quindi di trasmettere con facilità il vapore acqueo, avvicinandoli alle caratteristiche proprie della muratura storica ed evitando quindi la formazione di fenomeni di condensa interstiziale altrimenti inevitabili.

 

Strato isolante interno

Nel caso in cui risulti impossibile l’applicazione di un cappotto esterno, causa vincoli architettonici sulla facciata dell’immobile, come anche la presenza di strati di finitura differenti dall’intonaco (es. materiali lapidei) si rende necessaria l’applicazione di uno strato isolante all’interno dell’edificio.

Questa tipologia di coibentazione presenta due problematiche:

  • La riduzione della superficie di calpestio della pavimentazione causa l’inspessimento delle pareti dovuto all’applicazione del materiale isolante, con una conseguente diminuzione della volumetria del locale;
  • L’impossibilità di eliminare i ponti termici strutturali, come ad esempio quello tra trave e pilastro.

Per ridurre il più possibile l’impatto dell’isolamento interno nella diminuzione della volumetria degli ambienti è preferibile l’applicazione di materiali isolanti dotati di elevate prestazioni termiche con spessori ridotti a condizione che siano perfettamente compatibili con le peculiarità termoigrometriche dell’involucro edilizio soggetto all’intervento, come:

  • Isolanti termoriflettenti, in grado di riflettere grazie alla loro composizione in pellicole metalliche la maggior parte della radiazione solare che li colpisce, dallo spessore massimo di 6 cm;
  • Isolanti sottovuoto, dallo spessore di 2-3 cm, sono pannelli privati dell’aria al fine di garantire prestazioni molto elevate a fronte di spessori approssimabili a quelli di un intonaco.

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Intonaco termoisolante

Quando, in caso di elevato valore architettonico, decorativo ed estetico di entrambi i prospetti interni ed esterni, sia possibile l’applicazione del solo intonaco, si può prevedere la realizzazione di uno strato di intonaco termoisolante.

Tale materiale, grazie all’utilizzo di isolanti fibrosi, organici e inorganici, e calci naturali, mantiene delle caratteristiche termoigrometriche approssimabili a quelle della muratura verticale tradizionale e quindi perfettamente compatibili. La tecnica di posa, simile a quella tradizionale, rende inoltre questo particolare strato di finitura perfetto per interventi di recupero del patrimonio storico edilizio.

L’intonaco termoisolante può essere sia esterno che interno, con l’unica differenza che in caso di applicazione sulla facciata interna non si riesca a eliminare i ponti termici caratterizzanti la struttura edilizia. 

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