Spesso per vecchi capannoni prefabbricati in c.a.p. ci si trova di fronte all'assenza della certificazione di resistenza al fuoco. E recuperare la documentazione necessaria non è cosi semplice e scontato. In questo articolo si riporta l'esempio di come procedere per verificare la resistenza al fuoco di un suo elemento strutturale: il tegolo.
Nel panorama edilizio italiano, il metodo della prefabbricazione in calcestruzzo, ha conosciuto un largo utilizzo in passato soprattutto in campo industriale. La semplicità e rapidità di costruzione e l’economicità, hanno spesso visto vincente questo metodo di costruzione per la realizzazione di capannoni industriali.
Il tema della resistenza al fuoco è sicuramente centrale per un capannone industriale dato che molto probabilmente, durante la sua vita utile, avrà al suo interno un’attività soggetta a prevenzione incendi.
In passato la sensibilità verso il tema dell’antincendio era sicuramente meno diffusa, per questo motivo capita spesso di imbattersi in strutture senza certificazione di resistenza al fuoco. Il certificato può essere stato smarrito, o addirittura non è mai stato prodotto. Recuperare le informazioni sul manufatto può essere talvolta molto complicato. La vivacità del mercato e dell’edilizia degli anni passati, infatti, ha visto nascere numerose società finalizzate alla produzione di manufatti e ad oggi possono non esistere più o non avere a disposizione i dati necessari al progettista antincendio per procedere a certificazioni di resistenza al fuoco.
Il tegolo preso a rifermento come esempio del presente articolo fa parte di uno schema strutturale formato da telaio in c.a. in elementi prefabbricati composti da due allineamenti di pilastri che sostengono due allineamenti di travi ad H che sostengono a loro volta la copertura realizzata in tegoli a V completati da lastrine in c.a..
In Figura 1 e Figura 2, sono riportate la sezione del capannone e l’unico documento del tegolo che è stato possibile recuperare. Si sottolinea che nel caso di dati mancanti, si deve ricorrere a rilievi strutturali in situ, volti a determinare le dimensione geometriche e le quantità e posizione delle armature. Tali operazioni possono essere svolte con tecniche non invasive attraverso, per esempio, indagini pacometriche.
Figura 1
Figura 2
Per la certificazione al fuoco, come ben noto, sono consentite tre tipologie di metodologia secondo DM 18 Ottobre 2019:
Nel caso specifico, l’unica strada percorribile è il calcolo analitico per verificare la resistenza al fuoco di elementi in base al reale tasso di utilizzo e alle specifiche risorse in condizione di temperature elevate.
E’ possibile usare tale approccio, svolgendo i calcoli secondo gli Annessi Nazionali agli Eurocodici e le Norme Tecniche delle Costruzioni 2018.
Le azioni sulla struttura sono state determinate in funzione di quanto previsto dalla normativa vigente con particolare riferimento alla combinazione eccezionale secondo quanto riportata di seguito.
Tutti i coefficienti parziali di sicurezza γG sono stati posti uguali ad 1 mentre i coefficienti di combinazione ψ sono stati assunti nel rispetto di:
Il carico variabile è fattorizzato per il valor 0,0 nel caso di verifiche di resistenza al fuoco, ovvero nella combinazione di carichi eccezionali.
Le analisi termiche sono state svolte tenendo presente l’influenza esercitata dall’irraggiamento e confrontando (secondo un criterio di valutazione) i valori derivanti dall’analisi con quelli esposti in forma grafica nell’EUROCODICE 1992. I carichi vengono direttamente ripresi dalla documentazione originale del Progetto strutturale Depositato all’epoca dei realizzazione dell’opera.
Le verifiche di resistenza al fuoco sono state condotte per una durata minima dell’incendio di 30/60 minuti con curva nominale standard d’incendio, anche denominata ISO 834.
L’analisi termica è stata eseguita seguendo le indicazioni fornite nell'Eurocodice EC1 Parte 1-2.
In Figura 3 è mostrata la curva ISO834 utilizzata per l’analisi, mentre in Figura 4 e Figura 5 sono mostrati gli andamenti di conducibilità, calore specifico e densità in funzione della temperatura.
Figura 3 “Curva ISO834 utilizzata per l’analisi”
Figura 4 “Cp in funzione della temperatura: Fonte: Eurocodice EN-1992-1-2”
Figura 5 “Conducibilità in funzione della temperatura: Fonte: Eurocodice EN-1992-1-2”
Si sottolinea che la validazione del modello termico proposto, è stata confermata, confrontando i risultati forniti dall’Eurocodice e quelli del modello ad elementi finiti.
...CONTINUA.
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Si ringrazia la Safety Fire per la gentile collaborazione
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