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La progettazione di un sistema resinoso

Di seguito un approfondimento tecnico per progettare a regola d'arte una pavimentazione in resina. L'articolo è stato tratto dalla rivista PSC n.17.

Dal progetto all'applicazione di un rivestimento resinoso

La “progettazione” o, più semplicemente, la “scelta” di un sistema resinoso, insieme alle fasi applicative, sono i due momenti determinanti del processo di realizzazione di un rivestimento resinoso.

La sequenza delle operazioni da svolgere durante la scelta, ha come punto di partenza, l’acquisizione di dati ed informazioni relative alle problematiche ed alle esigenze del caso; dati ed informazioni che permetteranno lo svolgimento della fase successiva che porterà, attraverso un’esauriente elaborazione teorica dei dati:

  1. alla scelta dell’insieme dei prodotti resinosi;
  2. alla definizione della loro sequenza applicativa;
  3. all’esposizione di tutte le fasi preliminari di pulizia e preparazione del supporto, anche relativamente ai dettagli operativi in merito ai giunti, sgusci, protezioni e quant’altro si renda necessario per l’esecuzione dei lavori, anche in relazione all’igiene e alla sicurezza in cantiere;
  4. alla definizione dei parametri da controllare prima e durante l’applicazione, alle caratteristiche che devono possedere le superfici prima dell’applicazione dei vari strati.

È intuibile che non è possibile stilare una guida schematica su come “assemblare” questo pacchetto di prodotti, a volte due a volte più di due, per formare un sistema resinoso; altrettanto credibile è l’asserto che non può esistere un sistema resinoso che possa soddisfare tutte le esigenze.

 

Pavimentazioni in resina: come fare per scegliere il giusto sistema

Molte sono le variabili che influiscono direttamente sulla scelta del sistema resinoso, ugualmente numerose sono le variabili che insorgono o che agiranno sul sistema quando esso sarà in fase di realizzazione o dopo realizzato.

Punto di partenza è l’acquisizione d’informazioni e dati, in altre parole la definizione delle variabili, che identificheremo in base alla loro natura: prettamente tecnica o informativa.

Per facilitare la identificazione e la successiva classificazione, ho definito due distinte tipologie di indagini:

  • indagine cognitiva

assunzione di tutte le necessarie informazioni relative:
– alle prestazioni che il sistema resinoso dovrà avere;
– alle esigenze del Cliente;
– ai limiti di investimento economico.

  • indagine tecnica

assunzione di tutti i dati relativi:
– alla natura, consistenza, costituzione del supporto;
– all’ambiente e al microclima dove sarà realizzato il sistema resinoso.

Le informazioni, relative all’indagine cognitiva, verranno acquisite attraverso il dialogo con i responsabili della manutenzione e della produzione, i proprietari, le persone comunque informate su quelle che saranno le reali condizioni di utilizzo del rivestimento e sulle motivazioni che hanno dato origine all’esigenza d’acquisto:

L’indagine cognitiva include tutte le informazioni che ci vengono trasmesse da terzi.

I dati da acquisire nell’indagine tecnica, verranno conseguiti attraverso test, campionature, sopralluoghi, interventi vari eseguiti direttamente sul posto dove dovrà essere realizzato il rivestimento:

L’indagine tecnica include tutte le informazioni che noi stessi acquisiamo, spesso sono dati numerici relativi a test, analisi, misurazioni.

Quindi alcune informazioni ci vengono trasmesse dal Cliente direttamente o da persone da lui incaricate, altre, generalmente dati numerici, dobbiamo noi assumerli con test eseguiti nei locali dove sarà realizzato il rivestimento.

La scelta di un sistema resinoso avviene, quindi, attraverso due fasi progettuali:

1a fase: indagine, che come si è detto si distinguerà, per motivi pratici di esposizione, in indagine cognitiva, e indagine tecnica.

2a fase: elaborazione del sistema, cioè definizione dei prodotti, sequenza applicativa con i consumi e quindi gli spessori di ogni singolo strato, caratteristiche globali del sistema.

 

L’indagine cognitiva

L’indagine cognitiva deve essere finalizzata all’acquisizione, come detto, di tutte le informazioni utili inerenti la futura utilizzazione del rivestimento, la motivazione all’acquisto e quindi, l’investimento economico che il committente, intende effettuare. Sono informazioni che devono essere acquisite attraverso un dialogo con il titolare dell’immobile e/o con gli eventuali altri “ruoli decisionali”.

Le informazioni utili per l’indagine cognitiva, possono essere date da un’unica persona, o da più persone. La comunicazione i con i vari ruoli decisionali, deve essere chiara e tecnicamente qualificata, con dialoghi responsabilizzati per poter fornire risposte chiare e professionalmente corrette, con un interlocutore responsabile e consapevole che le informazioni da lui fornite, saranno utilizzate nella fase di scelta: “coinvolgimento responsabile”.

Nell’elenco delle informazioni da acquisire ho citato anche “la motivazione all’acquisto”. È un parametro importante poiché in base alla motivazione all’acquisto si può capire lo stato emotivo e la disponibilità all’investimento. Infatti, se la motivazione è conseguenza di un’imposizione da parte di organi di controllo (ASL, NAS, o altro), la persona sarà disponibile ad investire il minimo possibile, giusto quello necessario per eliminare quanto gli è stato contestato. Ben altra situazione è quella in cui la motivazione all’acquisto nasce da un’esigenza propria di miglioramento e di sviluppo aziendale. In questo caso, oltre al rispetto delle norme vigenti la richiesta potrà contenere anche un surplus prestazionale (ad esempio migliore valenza estetica).

Sono parte dell’indagine cognitiva:

  • destinazione d’uso;
  • sollecitazioni meccaniche e dinamiche;
  • aggressione chimiche previste, (natura, concentrazione e temperatura delle sostanze);
  • presenza d’acqua, (continua, assente, saltuaria)
  • intensità e tipo di traffico;
  • aspetto superficiale desiderato;
  • frequenza e tipo dei lavaggi;
  • presenza di barriera vapore nell’esistente pavimentazione;
  • estetica richiesta;
  • atossicità;
  • autoestinguenza;
  • antistaticità;
  • sgusci (da realizzare o no);
  • segnaletica orizzontale (da farsi o no);
  • aspetto superficiale desiderato, (lucido, satinato, opaco, liscio, grado di antisdrucciolo);
  • colore.

 

L’indagine tecnica

Attraverso l’indagine tecnica è necessario, invece, assumere tutti i vari dati tecnici necessari e specifici dell’applicazione, mediante test e valutazioni tecniche. È necessario avere un quadro di insieme quanto più dettagliato possibile dello stato di fatto dell’esistente pavimentazione e degli strati sottostanti: natura, consistenza presenza o meno di acqua, ecc.

Un elenco delle possibili variabili, desunto dalla pratica quotidiana, forse non completamente esaustivo, viene riportato di seguito:

  • tipologia e stratificazione dell’esistente pavimentazione, in relazione, eventualmente, della precedente destinazione d’uso;
  • area della superficie da trattare;
  • grado d’umidità presente negli strati sottostanti la superficie di posa;
  • resistenza allo strappo della superficie di posa;
  • coesione degli strati corticali della superficie di posa;
  • attuale livello di conservazione della superficie di posa;
  • posizionamento della superficie di posa, (solaio, piano terra, contro terra, su vespaio, ecc.);
  • presenza di liquidi sulla superficie(natura e grado di inquinamento e impregnazione);
  • eventuali contaminazioni;
  • barriera vapore, (presenza o meno);
  • giunti di costruzione, dilatazione, contrazione, ove esistenti e loro stato.

Sono dati tecnici che si desumono con test invasivi (carotaggi, localizzate demolizioni, prelievi di campioni, ecc.) o mediante strumentazione (Adhesion Tester, Sclerometro, Igrometro, ecc.).
Diverse sono le variabili da controllare e molte le informazioni da assumere, credo sia necessario soffermarsi su alcune di esse che, se pur più frequentemente s’incontrano nella pratica quotidiana, spesso vengono tralasciate o peggio mal gestite.

Vorrei ricordare una frase latina che meglio compendia quello che intendo dire. La frase cita:
“quod differtur non aufertur” (ciò che tralasci non è stato eliminato) e questo, nel caso dei sistemi resinosi è purtroppo una reale costatazione. Infatti, se non fai o trascuri di fare qual cosa, essa si ripresenterà a lavori finiti come difetto, problematica, inconveniente. È sempre bene non trascurare nulla durante tutte le fasi che porteranno alla realizzazione del rivestimento resinoso.

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