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La normativa tecnica per i materiali stradali: stato dell’arte e prospettive di sviluppo

La trattazione che segue illustra, per sommi capi, la struttura attuale della normazione tecnica per i materiali stradali, mettendo in luce le criticità e le linee di azione per il miglioramento. Articolo tratto da Rassegna del bitume n. 82/16

Regole, regole e ancora regole! Il passaggio della normazione tecnica dalla scala nazionale alla scala europea ha determinato un proliferare di specifiche e procedure di riferimento per la caratterizzazione dei prodotti da costruzione. La presunta limitazione nella libertà di definizione delle caratteristiche essenziali dei materiali derivante dai vincoli normativi rappresenta, invece, l’effettiva opportunità per la standardizzazione dei metodi di valutazione di idoneità e di determinazione univoca delle grandezze. Gli italiani, popolo di grandi inventori e personalità creative, faticano però a recepire e accettare le regole tecniche imposte da altri in un linguaggio comune nato proprio per limitare la discrezionalità. La trattazione che segue illustra, per sommi capi, la struttura attuale della normazione tecnica mettendo in luce le criticità e le linee di azione per il miglioramento.

Introduzione

Ogni costruzione dovrebbe esistere con lo scopo di risolvere esigenze specifiche dell’uomo e dell’ambiente in cui vive, seguendo le regole del sapere tecnico, sviluppate nel corso della storia e divenute patrimonio culturale a garanzia della corretta progettazione ed esecuzione.
Lo stesso concetto di sostenibilità, dapprima fondato sui tre pilastri principali (economia, società e ambiente) comprende oggi anche la componente istituzionale come elemento insostituibile per la creazione di un sistema di regole necessarie per uno sviluppo compiutamente sostenibile.
Nell’ambito delle opere di costruzione stradale il tema della normativa tecnica non suscita particolare interesse e generalmente è affrontato con sufficienza e, talvolta, con sofferenza. La crisi strutturale del settore ha poi fornito un ulteriore alibi per allentare l’applicazione delle regole, contribuendo alla diffusione di sperequazioni e pericolose deviazioni. Il quadro delle responsabilità è comunque immutato e prevede che non possano essere accettati e utilizzati prodotti da costruzione non conformi alle norme specifiche. Salvo casi di eccellenza, peraltro esistenti, evidenzio nella pratica l’esercizio diffuso di due principi: il principio della riduzione di campo e il principio della diluizione di responsabilità. Mi spiego meglio: all’uscita di una nuova norma viene posta una particolare attenzione allo studio del campo di applicazione con l’intento di scovare cavilli che la rendano inapplicabile ai vari “casi di specie”; se proprio ne viene acclarata l’applicazione allora si ricorre alla diluizione della responsabilità nel senso che si accetta la libera iniziativa, perché nessuno controlla e “fanno tutti così”.
Correva l’anno 1988 quando il Consiglio dell’allora Comunità europea approvò la Direttiva prodotti da costruzione (nota come CPD 89/106/CEE) con l’intento di standardizzare i procedimenti per la caratterizzazione dei prodotti da costruzione e assicurarne la libera circolazione in tutti gli Stati membri.

Nasce la Marcatura CE anche per il settore delle costruzioni! Il percorso di creazione delle norme di prodotto e di standardizzazione dei procedimenti di prova ha avuto sviluppi ed accelerazioni differenti e, per quanto attiene i materiali stradali, ricordo la sequenza di entrata in vigore per i prodotti principali: aggregati, conglomerati bituminosi prodotti a caldo, trattamenti superficiali, leganti bituminosi, emulsioni bituminose.
Nel 2013 è entrato pienamente in vigore il Regolamento prodotti da costruzione (noto come CPR 305/11) che ha portato alcuni elementi di chiarimento e novità formali nei procedimenti per l’acquisizione della marcatura.
Il passaggio al nuovo complesso normativo europeo ha costituito di fatto una rivoluzione copernicana imponendo a tutti gli Stati membri l’adozione di nuove procedure e riferimenti. Il nostro Paese era così affezionato ai riferimenti normativi precedenti, peraltro taluni di elevato contenuto tecnico, che ha faticato ad accettare le novità al punto che, ancora oggi, non è raro incappare in qualche riferimento datato o a procedimenti di misura “personalizzati”.

Organi tecnici di riferimento

A scala comunitaria l’organismo di riferimento per i processi di normazione tecnica è la Commissione Europea di Normazione (CEN) che raggruppa i rappresentanti degli Organismi di normazione degli Stati membri. Il CEN, unitamente a CENELEC (normazione elettrotecnica) e ETSI (normazione telecomunicazioni), è l’Organismo legalmente riconosciuto per le attività di sviluppo e definizione degli standard e documenti tecnici di riferimento a livello europeo relativi a tipi di prodotto, materiali, servizi e processi. Ad oggi, nel settore dei prodotti da costruzione, il CEN ha predisposto circa 600 norme armonizzate di prodotto e circa 1.500 metodi di prova oltre all’elaborazione di 58 eurocodici per elementi strutturali. Le attività di normazione del CEN sono condotte da Commissioni tecniche (BT), le norme sono predisposte da Comitati tecnici (CT) che si avvalgono di Gruppi di lavoro (WGs) composti da specialisti di settore rappresentanti degli Stati membri.
I materiali stradali sono di competenza del comitato CEN/TC 227 al quale fanno riferimento sei Gruppi di lavoro fra i quali il WG1, specifico per i conglomerati bituminosi (Business Plan aggiornato al 15.11.2015).
Nel sito web del CEN è possibile consultare l’elenco delle norme in trattazione con il rispettivo status (elaborazione, inchiesta, approvazione, approvata).
Ad oggi il Gruppo WG1 ha elaborato n.172 norme e sono in fase di elaborazione ulteriori n. 42 progetti di norma.
In Italia UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, è l’associazione riconosciuta dallo Stato e dall’Unione europea per l’elaborazione e pubblicazione delle norme. In sintesi, UNI comprende una
Commissione centrale tecnica, una serie di Organi tecnici, Commissioni tecniche e Gruppi di lavoro.
La Commissione tecnica UNI “Costruzioni stradali ed opere civili delle infrastrutture” (U 71), presieduta dal prof. Maurizio Crispino, è l’organo tecnico competente in materia di normazione nei seguenti ambiti: materiali stradali, attrezzature stradali, opere di difesa da caduta massi, geosintetici, ricostruzione incidenti. La Commissione sovrintende alcuni Gruppi di lavoro per la trattazione dei singoli ambiti ai quali affida il compito di esaminare i testi dei progetti di norma elaborati dai Gruppi di lavoro CEN di riferimento, formulando osservazioni di merito, di votazione finale, e di elaborare altri documenti di interesse nazionale, ove ne sussistano le condizioni (norme tecniche, specifiche tecniche, prassi di riferimento). In particolare, il Gruppo di lavoro “Materiali stradali” (U71 02 10), coordinato dall’ing. Stefano Ravaioli, si occupa di conglomerati bituminosi, trattamenti superficiali e leganti sintetici. L’attività del Gruppo si svolge mediante riunioni periodiche e, attualmente, ha allo studio i progetti delle nuove norme armonizzate e norme tecniche EN e in elaborazione una apposita Specifica tecnica dedicata alla gestione del conglomerato bituminoso di recupero, il cosiddetto “fresato”.

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Nell’articolo completo:

  • Specifiche tecniche armonizzate
  • Norme tecniche
  • Conclusioni

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